Voliamo, ma voliamo alto…

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foto di A. Perrini
Tempo di lettura: 3 minuti

Il numero di marzo è dedicato al volo, al volare in tutte le sue sfaccettature. Dalla filosofia ai voli con sostanze artificiali, dal parapendio agli aerei fino ai droni e al loro uso in agricoltura, dalla qualità dell’aria allo spazio e all’aiuto che i voli spaziali possono dare a rimarginare le ferite fatte alla terra

Volare, e la fantasia si apre ad immaginazioni, riflessioni e speranze. Ogni aspetto del nostro vivere quotidiano lo viviamo come altro di noi… Poi, si gira pagina e ci si abbandona al tran-tran quotidiano. Ecco il nostro errore.
«Villaggio Globale», da sempre, propone tematiche solo apparentemente slegate dall’attualità perché lo scopo è di spingere alla riflessione per alimentare quell’ecologia profonda auspicata da Arne Næs che, alla luce del cammino che ha fatto l’ecologia e l’ambientalismo conclamato, andrebbe ripresa perché sarebbe la sola a promuovere una rivoluzione del nostro modo di vivere, di pensare la società e correggere le storture del nostro vivere tumultuoso.
Il numero di marzo di «Villaggio Globale», che è on line, è dedicato al volo, al volare in tutte le sue sfaccettature.
Dalla scorsa del sommario e degli autori è possibile avere un’idea precisa dei contenuti, ma per alimentare la nostra cultura e la nostra conoscenza si dovrebbe passare ad una lettura reale. Troppo spesso si abbandona la strada dell’approfondimento e si finisce solo di parlare per sentito dire o per idee che crediamo di aver appreso dalla semplice lettura di titoli… Alla rivista e a qualche altro articolo, sul nostro sito si accede per abbonamento. Un piccolo costo di 20 euro l’anno, qualcosa come 0,05 centesimi al giorno!
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Qui di seguito proponiamo l’editoriale di questo numero.

 

Fra le conquiste umane, quella di volare è, forse, la più carica di significato emozionale e le interpretazioni sono le più varie. I risultati di tale conquista sono stati utilizzati per i più comuni impieghi dell’uomo. Certo fra il romanticismo e la curiosità, da Icaro agli appassionati di parapendio e agli aviatori di caccia e bombardieri la differenza è notevole…
Eppure, se le motivazioni della passione del volo possono portare a scelte divaricanti, le ragioni intrinseche sono identiche: la liberazione dai limiti del corpo umano.
Forse nessun’altra conquista riesce a spiegare meglio il desiderio dell’uomo di librarsi e liberarsi del fardello materiale del proprio corpo per operare in un ambiente diverso. Una sensazione simile si può avere nuotando, l’acqua è un ambiente diverso dall’aria e comunque liberatorio del proprio corpo. Non a caso è qui che gli astronauti si allenano a vivere senza il peso del corpo e senza il freno della gravità che ci obbliga a stare… con i piedi per terra.
Nel rapporto amoroso, nel momento culminante del totale abbandono l’uno nell’altro, si viene pervasi da un senso di leggerezza e, spesso, l’amato confessa all’altro: tu mi fai volare… E non a caso gli antichi, che la sapevano lunga e ben prima di noi che ci crediamo al top, Eros, o Cupido, figlio di Venere e identificazione dell’amore e dell’innamoramento, ha le ali quando rapisce Psiche, come nella superba scultura del Canova.
La psiche è la parte più intima dell’uomo, la sua razionalità, la sua essenza vitale; e l’amore la possiede. Due forze inscindibili e dalla cui unione l’uomo riesce a realizzare se stesso: dalle conquiste alle scoperte, dalle creazioni intellettuali a tappe significative del progresso umano. Quando questo rapporto si spezza e si va per strade diverse non c’è più costruzione ma solo annichilimento e distruzione.
L’egoismo è la rappresentazione concreta della rottura di questo rapporto.
Ogni cosa che esiste sulla Terra ha una sua essenza vitale. Ogni cosa tende verso la sua realizzazione e solo nell’incontro non egoistico è possibile lo sviluppo e il perpetuarsi della vita.
Lasciamo scorrere le immagini di esempi che ognuno di noi, sulla base della propria esperienza e conoscenza, può richiamare alla mente e sarà facile verificare come la forza che ci tiene in vita ha un’energia istintuale spesso divaricante da quella che una società artefatta, con principi diversi dell’amore, vuole imporci per impadronirsi di quelle ricchezze inalienabili che rimarranno sempre la base della vita.
Se pensiamo ai problemi reali che coinvolgono la nostra esistenza: dalla fame al clima, dalla qualità della vita alla salute, percepiremo immediatamente le differenze con i problemi virtuali costruiti da un meccanismo che ci sovrasta: dal trasporto delle merci al cibo, dall’architettura delle città agli inquinamenti.
In tutti questi contrasti manca l’amore che è stato sostituito dall’egoismo. Guardiamo un ambiente in equilibrio come un tratto di mare o di foresta, dove l’uomo ancora non è pesantemente presente, si vedrà subito che qui, pur essendo attive tutte le tensioni e le dinamiche esistenziali, la vita scorre secondo un’armonia palpabile. Laddove introduciamo il disequilibrio, concretamente rappresentato dall’egoismo, tutto si rompe.
Volare, per l’uomo, rappresenta allontanarsi dalla brutta realtà che lui stesso ha contribuito a costruire. Dall’alto tutto sembra armonico, bello, spettacolare, ma questo volare è diverso da quello che intendevano i ricercatori del volo. Qui non si tratta di velocizzare lo spostamento per raggiungere nuove terre. Qui si tratta di dimenticare, di non vedere.
Il nostro volo assomiglia sempre di più al volo di Icaro, finito disastrosamente. Speriamo che al più presto si trasformi in quello della fenice e che dal fuoco che stiamo costruendo si possa risorgere.