Tutte le forme delle nubi

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© Petter Hjulstad
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È pronto il nuovo Atlante internazionale delle nubi. Per la prima volta inserite le nubi speciali: l’Homogenitus, il nome dal latino che significa «nubi dovute alle attività umane», le Asperitas: nubi dalle forme convolute e drammatiche, che ricordano la superficie di un oceano in tempesta, la specie Volutus, dal latino «che si avvolge», che comprende le roll clouds, enormi rotoli di vapore simili a un cilindro o rotolo, a volte arrotondati e disposti orizzontalmente

L’Organizzazione meteo mondiale, dopo diversi decenni, pubblica ufficialmente il nuovo Atlante internazionale delle nubi in occasione della Giornata mondiale della meteorologia che si tiene oggi. Tutti coloro che vogliano prenderne visione possono accedere all’edizione digitale, a questo link. Per trovare una nube basta collegarsi qui dove, tramite un percorso guidato si giunge alla foto e alla descrizione della nube o più semplicemente, cliccando sulle foto si ha la descrizione.
Il sistema di classificazione delle nubi attualmente adottato venne ideato nel 1803 da Luc Howard, autore del volume «The essay on the modification of clouds» in cui si attribuiscono alle nuvole nomi latini. Il catalogo prevede circa cento diverse combinazioni e tipologie, ottenute da dieci generi di nubi, suddivisi per specie.
In Italia un grande contributo di conoscenza venne da Luigi Taffara (1881-1966) con la sua opera «Le nubi», pubblicata nel 1917 e composta di una parte descrittiva e una seconda parte a forma di atlante.
«Rispetto al passato – spiega Marina Baldi dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr) – il nuovo atlante presenta alcune importanti novità: oltre alle nubi classiche vengono per la prima volta introdotte le nubi speciali: l’Homogenitus, il nome dal latino che significa «nubi dovute alle attività umane», quali le scie di condensazione o contrails generate dagli aerei, quelle che una «bufala» purtroppo diffusa definisce «scie chimiche», e le Asperitas: nubi dalle forme convolute e drammatiche, che ricordano la superficie di un oceano in tempesta. È stata inserita nell’Atlante anche la specie Volutus, dal latino «che si avvolge», che comprende le roll clouds, enormi rotoli di vapore simili a un cilindro o rotolo, a volte arrotondati e disposti orizzontalmente».
Copia dell’Atlante del Taffara, assieme a strumentazione moderna ed antica usata per la osservazione delle nubi, è esposta oggi, nel corso dell’evento celebrativo della Giornata mondiale della meteorologia in corso all’Università La Sapienza di Roma.
La locandina dell’evento del sito del Cnr 
L’evento può esser seguito anche in streaming