A piccoli passi crescono i Musei minerari

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Un percorso che vide nel 2015 a Milano presso l’Expo la ratifica da parte di Ispra e Regione Lombardia dell’auspicata Rete nazionale dei Parchi e Musei minerari italiani. Si avviò nel 2006 un progetto di studio nell’intento di conoscere lo stato dell’arte delle aree minerarie dismesse in Italia con riguardo alla loro valorizzazione e musealizzazione

Si è svolto, presso la sala Biblioteca Malatestiana di Cesena, un incontro di presentazione della «Rete nazionale dei Parchi e Musei minerari» ReMi, nell’ambito della Quarta Riunione di rete.
L’incontro si è svolto in concomitanza con il trentennale della «Società di Ricerca e Studio Romagna mineraria», che gestisce il Villaggio Minerario di Formignano, ed in collaborazione con il Parco delle miniere di zolfo delle Marche ed il museo Sulphur di Perticara con il patrocinio della «settimana del buon vivere».
Un’occasione per presentare il documentario «Miniere e Memorie di Sardegna», il secondo prodotto della collana editoriale «documentari» realizzato da Ispra TV, dedicato alla storia, cultura e sviluppo dei siti minerari nel Parco Geo-minerario storico e ambientale della Sardegna.
Ma facciamo un po’ di storia sul patrimonio minerario presente in Italia e sulla sua regimentazione…
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), custode del patrimonio mineralogico del Servizio geologico d’Italia, avviò, nel 2006, un progetto di studio nell’intento di conoscere, lo stato dell’arte delle aree minerarie dismesse in Italia con riguardo alla loro valorizzazione e musealizzazione. Lo studio tenne conto delle numerose iniziative avviate in Italia, anche a seguito delle prime norme legate alla riconversione e al recupero ambientale delle miniere riconducibili alle varie tipologie museali, musei minerari, musei della scienza e della tecnica, ecomusei, parchi minerari, itinerari tematici, trekking minerari, e «non tipicamente museali» dove si svolgono cioè attività ricreative, di artigianato, industriali, ecc.
Una questione quella legata al recupero museale delle miniere che fu poi successivamente affrontata nel 2009 in occasione del VII Forum italiano di Scienze della Terra, in una sessione dedicata: «Recupero e valorizzazione delle miniere dismesse: lo stato dell’arte in Italia», con la pubblicazione, nel 2011, degli atti del convegno.
E fu sempre nel 2009 che l’Ispra, nel corso di un tavolo tecnico di lavoro che vide riuniti i principali parchi e musei minerari italiani, ribadì la necessità di una rete museale mineraria istituendo la «Giornata nazionale dedicata alla memoria mineraria» e questo in stretta collaborazione con l’Associazione italiana per il Patrimonio Archeologico ed Industriale (Aipai), l’Associazione nazionale Geologia & Turismo e con il patrocino dell’Associazione nazionale Ingegneri minerari (Anim) e dell’Associazione mineraria italiana per l’industria mineraria e petrolifera (Assomineraria).
Un percorso che vide nel 2015 a Milano presso l’Expo la ratifica da parte di Ispra e Regione Lombardia dell’auspicata Rete nazionale dei Parchi e Musei minerari italiani.
E fu proprio nel 2015, sempre ad Expo e nel corso del Workshop «Il recupero e la valorizzazione dei siti minerari dismessi in Italia, un’occasione di sviluppo per un turismo geologico e culturale», che fu presentato il primo docureportage Ispra a tema minerario «Bagliori di acetilene», docureportage riguardante i territori minerari costieri toscani (Val di Cornia, Isola d’Elba, Colline Metallifere e Niccioleta).
Ora, questo lo stato dei fatti in tema…
Sarà di prossima pubblicazione sul sito Ispra un secondo docureportage riguardante il Parco geominerario della Sardegna, in lavorazione e prossimamente on line, quello sul Parco minerario dell’Amiata, sull’area del Villaggio di Formignano in Emilia Romagna e sul Parco dello zolfo delle Marche.
Un incontro, quello svoltosi a Cesena, che ha visto anche la presentazione, al comitato di Rete, del primo progetto di legge sulla «tutela e valorizzazione dei siti minerari dismessi e del loro patrimonio storico, archeologico, paesaggistico ed ambientale», primo tentativo in Italia di riordino della materia.