I politici fanno finta di ignorare le origini di questa vicenda, gli interessi in campo, i padrini. I comunicatori esauriscono tutto nella ridicola ipotesi del braccio di ferro tra Emiliano e Renzi. Gli ambientalisti sono «abbracciati» agli ulivi quasi come Julia Butterfly Hill, la donna che trascorse oltre due anni su una sequoia millenaria nel nord della California per impedirne l’abbattimento
Quello che avvilisce in questa vicenda della Tap è l’informazione. Anche quella da parte di giornalisti bene informati. Tutti: politici, cronisti, ambientalisti sono arroccati sulla reciproca disinformazione.
Strumentalizzare è l’imperativo che li accomuna: e l’informazione?
I politici fanno finta di ignorare le origini di questa vicenda, gli interessi in campo, i padrini. I comunicatori esauriscono tutto nella ridicola ipotesi del braccio di ferro tra Emiliano e Renzi. Gli ambientalisti sono «abbracciati» agli ulivi quasi come Julia Butterfly Hill, la donna che trascorse oltre due anni su una sequoia millenaria nel nord della California per impedirne l’abbattimento.
Non che gli ulivi e tutti gli alberi non vadano difesi, ma è «tecnicamente» la maniera migliore per difendere la natura e il nostro ambiente? Non ci si rende conto che questa politica minimalista è esattamente l’angolo in cui i tifosi della crescita hanno cacciato gli ambientalisti?
Infatti è tipico l’esempio della campagna fatta dalla Società Trans adriatic pipeline che utilizzava proprio le paure minimaliste in circolazione fra la popolazione.
Se il gasdotto lo facciamo «sbarcare» nel Brindisino (come si propose e non è vero che non si fecero proposte…) abbiamo risolto il problema?
Ecco la comunicazione che diventa disinformazione o informazione reticente. Chi per «mestiere» si occupa di cronaca non può affrontare gli eventi come se accadessero ora. Dovrebbero sapere come nasce una questione, le forze in campo e le possibili soluzioni e, soprattutto, se si parla di ambiente, dovrebbero sapere che l’abbattimento di un albero non distrugge un ecosistema ma è la scelta economica contraria agli accordi firmati per una reale decarbonizzazione che distrugge il pianeta come lo sta già distruggendo. Non è la diatriba fra Emiliano e Renzi che deve preoccuparci, ma la politica schizofrenica in campo energetico che va fermata. Eccome che va fermata.
Sta avanzando in modo evidente un cambiamento climatico che per il Sud significa più aridità, manca una politica per l’agricoltura, c’è un abusivismo terribile che sottrae ai campi ettari ed ettari che diventano cemento e che innescano a loro volta altri fenomeni idrogeologici.
Ecco, un cronista che va a Melendugno non dovrebbe solo guardare i poliziotti che prendono di peso i manifestanti ma dovrebbe guardarsi intorno e dovrebbe farlo non solo in queste occasioni ma sempre. Sì, sempre.
Come che senso ha parlare dei barconi e non delle guerre? È lo stesso meccanismo che dimostra l’assoluta incapacità informativa dell’attuale comunicazione.
Fare informazione parcellizzata, senza connettere i fatti, le cause, gli interessi, significa essere complici di un sistema disinformativo che danneggia tutti servendo solo ad alcuni, i soliti.
E non c’è bisogno di paginate o di ore di collegamento, basta una zoomata su una villa abusiva, sulle zolle aride di un campo, anche senza parole, per aprire un varco nella mente e nella riflessione.
Si vola ancora basso. Ricordo nel ‘68, quando difronte agli articoli, ai documenti e alle motivazioni del Movimento, i giornali irridevano facendo l’analisi logica e grammaticale ai testi senza capire il contenuto della denuncia… Si continua a volare basso e piano piano ci stiamo sfracellando al suolo.