Qualità dell’aria, un nodo ancora irrisolto

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Un’attenzione quella rivolta all’inquinamento atmosferico che deriva dai rischi per la salute che comporta, associati principalmente all’inalazione di gas e particolato, oltre che dai danni osservati agli ecosistemi e ai materiali, con particolare riguardo ai monumenti. Due strumenti suggeriti da Enea

Si è svolto presso la sede dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) di Roma il convegno «Qualità dell’Aria e salute in Italia».
Due gli strumenti presentati da Enea per la gestione dell’emergenza «qualità dell’aria» nel nostro Paese ossia un sistema per la previsione della qualità dell’aria a breve termine e una mappa nazionale degli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico.
Quello dell’inquinamento dell’aria in Italia è un problema di grande rilevanza tanto da farlo considerare una vera e propria emergenza in termini ambientali, sanitari ed economici.
Le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera comportano l’alterazione della composizione chimica dell’atmosfera ed influenzano quindi la qualità dell’aria che respiriamo.
Un quadro quello relativo alle emissioni in atmosfera che è mutato radicalmente in Italia nel corso degli ultimi decenni; si è passati da emissioni dovute prevalentemente all’utilizzo di derivati del petrolio e di carbone, caratterizzate da alte quantità di biossido di zolfo alle emissioni di particolato e di ossidi di azoto dovute alla combustione del gas naturale e di monossido di carbonio da traffico stradale.
Oggi infatti si parla di inquinamento atmosferico che interessa principalmente le aree urbane, le grandi infrastrutture stradali e i poli industriali legati al traffico veicolare.
Un traffico che è all’origine di elevate concentrazioni di inquinanti e il cui accumulo può essere aggravato da condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione.
Oggi, e questo anche a seguito dell’introduzione delle nuove benzine, gli inquinanti più critici per i centri urbani sono il particolato (PM), l’ozono e lo smog fotochimico, mentre si è mediamente ridotto l’impatto delle emissioni di monossido di carbonio e di benzene mentre permangono criticità per quanto riguarda il biossido di azoto.
Quello che è stato presentato dal Dipartimento Sostenibilità dell’Enea, sulla base della consolidata esperienza di supporto alla valutazione della qualità dell’aria e degli effetti sulla salute, è la proposta di due metodiche per la gestione dell’emergenza qualità dell’aria in Italia.
E allora nel dettaglio…
– Il sistema per la previsione della qualità dell’aria a breve termine (3-5 giorni) sul territorio nazionale permetterebbe di individuare in anticipo episodi di inquinamento acuto, particolarmente pericolosi per le fasce vulnerabili della popolazione (bambini, anziani, persone con malattie cardiache e respiratorie). Il sistema sarebbe in grado di determinare l’adozione di provvedimenti emergenziali, in coordinamento efficace con le Regioni, con approccio analogo al sistema di allerta meteorologica della Protezione Civile.
– La mappa nazionale degli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico costituirebbe la valutazione di riferimento, su cui costruire le politiche ambientali e sanitarie nazionali e regionali. Basata sistematicamente su dati italiani (mortalità per causa nei comuni, modello nazionale delle concentrazioni), potrebbe diventare un elemento di riferimento e benchmark per tutte le stime di livello regionale nonché sovra-nazionale.

Un’attenzione quella rivolta all’inquinamento atmosferico che deriva ovviamente dai rischi per la salute che comporta, associati principalmente all’inalazione di gas e particolato, oltre che dai danni osservati agli ecosistemi e ai materiali, con particolare riguardo ai monumenti.
Si registra che ci siano circa 84.000 morti premature all’anno in Italia attribuite all’inquinamento atmosferico (Agenzia europea dell’ambiente, 2015), con costi sociali ed economici elevatissimi e si siano registrati negli inverni 2016 e 2017 superamenti diffusi dei limiti giornalieri delle polveri sottili, specialmente nelle aree urbane e in buona parte del nord Italia con importanti impatti sanitari di breve periodo.
Qualcosa si è mossa negli ultimi anni ma i progressi ottenuti non sono stati sufficienti a garantire il rispetto dei limiti europei di concentrazione e questo potrebbe significare anche l’apertura di procedure di infrazione e pesanti sanzioni economiche per il nostro Paese.
In definitiva due strumenti nazionali a supporto dell’emergenza che potrebbero influire positivamente sulle scelte di governo in argomento di tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Una priorità nella gestione amministrativa e burocratica del nostro Paese e questo a scala locale, regionale e nazionale, necessaria per garantire un futuro di crescita sostenibile e, ai cittadini, una qualità migliore dell’aria che respirano.
L’evento completo è visionabile on line