Roberto Cazzolla Gatti, Ph.D., Biologo ambientale ed evolutivo, Professore associato di Ecologia e Biodiversità, presso Tomsk State University, in Russia, invita attraverso il sito di «Villaggio Globale», con un accorato appello, tutti i ricercatori e gli scienziati ad unirsi per stigmatizzare il pericoloso declino verso cui si muove la nostra società
>>> Manifesto in defence of biological and human diversity <<<
La diversità biologica è ciò che rende la Terra un pianeta straordinario, in tutti i sensi. La vita stessa, infatti, è quanto di più extra-ordinario possa esistere. Non vi è nulla di ordinario in lei. Nell’universo, per quanto ne sappiamo o, almeno nella nostra galassia, la vita rappresenta l’eccezione piuttosto che la regola. E se anche arriverà un giorno in cui saremo in grado di documentare la presenza di esseri viventi su altri pianeti, anch’essi saranno un’eccezione. La comparsa della vita è un fenomeno che affascina l’uomo da sempre, poiché senza di essa la specie umana non sarebbe mai esistita e nessun bipede glabro avrebbe mai studiato con tanta ammirazione e distrutto con altrettanta forza la sua diversità.
I biologi sono oggi concordi nell’affermare che dobbiamo all’esistenza della diversità della vita tutto ciò che siamo; non vi sarebbe, infatti, alcuna possibilità per l’uomo di esistere su questo pianeta se l’incommensurabile diversità di esseri viventi presenti sulla Terra non si fosse evoluta con tale incredibile potenza da popolare ogni angolo più recondito dei continenti, dalle calotte polari ai deserti più aridi, dalle steppe alle praterie, dalle foreste ai mari temperati, sino a esplodere ai tropici e all’equatore, nelle foreste umide rigogliose e satolle di specie e tra le barriere coralline colorate.
Le stessa diversità rappresenta un mistero al pari dell’esistenza della vita stessa. Perché mai l’evoluzione ha portato alle «infinite forme bellissime», come le definiva Charles Robert Darwin, invece di lasciar dominare un’unica, incredibilmente adattata, mostruosa specie? Per garantire il funzionamento degli ecosistemi, risponderanno alcuni. Per permettere la resilienza ai disturbi, diranno altri. Per resistere agli eventi catastrofici, suggeriranno altri ancora.
Perché la diversità è la caratteristica fondamentale ed emergente della vita stessa, molto più semplicemente.
La vita tende alla diversità. La diversità alla stabilità. La stabilità, seppur dinamica e mai in costante equilibrio, al mantenimento delle condizioni che garantiscono la vita. Un pianeta monospecifico sarebbe un pianeta aspecifico. Un pianeta morto!
Gli scienziati hanno recentemente dimostrato che la biodiversità e la diversità in generale sono fenomeni autocatalitici. Ovvero, che la vita ha bisogno di altra vita per poter continuare a esistere. Il senso stesso della vita, anche quella di tutti gli esseri umani, è quello di garantire non solo alla propria specie, ma a ogni altra di continuare a esistere. Per questa ragione, laddove (sulla Terra o su altri pianeti vivi) sia comparso il primo organismo vivente, questo ha certamente dato origine ad altre infinite e bellissime forme.
Le recenti evidenze di un’evoluzione biologica sostenuta principalmente da processi di simbiosi (genetica, fisiologica e comportamentale) ridimensionano il tanto strumentalizzato ruolo della competizione in Natura. Com’è triste il mondo visto dagli occhi dei riduzionisti, composto da geni egoisti d’individui costantemente in lotta con gli altri per garantirsi la sopravvivenza, in un universo in cui la vita non ha alcun senso. Come, invece, ha ribadito la biologa Lynn Margulis: «La vita non si è diffusa nel mondo lottando, ma come una rete. Le forme di vita si moltiplicarono e divennero più complesse cooperando con le altre, non soltanto uccidendole».
Eppure, negli ultimi anni il tasso di estinzione delle specie e di perdita degli ecosistemi è diventato allarmante in ogni angolo del pianeta. La diversità biologica viene ridotta, giorno dopo giorno, per colpa delle scellerate azioni umane, che mirano al profitto di breve termine e alla crescita economica incondizionata.
Di pari passo, anche la diversità umana viene sempre più minacciata e oltraggiata in molte parti del mondo. Episodi di violenza contro coloro che vengono considerati «diversi» sono all’ordine del giorno: un nuova ondata di razzismo ai danni dei «popoli diversi» sta interessando molte nazioni ritenute civili; abusi, torture, violenze e uccisioni vengono perpetrate nei confronti di chi manifesta «orientamenti sessuali diversi»; guerre, assassinî e attentati sono impiegati come mezzo per ostacolare e combattere «culture e religioni diverse»; soprusi e stermini cancellano i popoli indigeni della Terra perché accusati di appartenere a «civiltà diverse».
L’eliminazione della diversità biologica e umana sembra esser diventato lo scopo ultimo della nostra specie.
È fondamentale, pertanto, che noi scienziati ci uniamo alle proteste della società civile in difesa dei diritti della diversità umana e che la società civile si unisca agli scienziati nella lotta per la conservazione della diversità biologica.
È imprescindibile, per noi esseri umani, capire che l’uguaglianza sta nei bisogni, nei sentimenti, nei diritti e nei doveri, nell’appartenenza al pianeta Terra come cittadini del mondo liberi dal nazionalismo dilagante, nel rispetto delle leggi universali e della Natura, mentre la diversità rappresenta l’inestimabile risorsa di quell’eccezione universale, che è la Vita.
Sino a quando la nostra specie non sarà in grado di comprendere che la Natura ha dotato di forme bellissime e infinite gli esseri che popolano il pianeta, affinché se ne servano per mantenere le condizioni che garantiscono la vita stessa, affinché questa si perpetui e prosperi proprio grazie alla sua diversità, e sino a quando non capirà che è questo il senso di tutto e anche della nostra esistenza come uomini, non potremo mai sentirci veramente vivi. Mai ritenerci davvero liberi.
Quegli stessi detrattori, che modificano il messaggio di uguaglianza e diversità lasciato da Darwin duecento anni fa e lo utilizzano come scusa per un darwinismo sociale che autorizza gli stermini di massa al fine di garantire «la sopravvivenza del migliore», per «eliminare il diverso», perdono la grande occasione di cogliere il messaggio insito nella bellezza di una pelle chiara o di una scura, di una carnagione giallognola o olivastra, di lingue lontane e affascinanti, di occhi tondi o a punta, di ali o di zampe, di code o di creste, di foglie o di aghi, di uomini che amano altri uomini o di donne che amano altre donne, di gente che prega nelle moschee o di mani che stringono un crocifisso, di fiori rossi o semi neri, di monaci chinati dinanzi a una statua o a un altare.
Costoro dimenticano che la diversità rende la Terra viva e la vita rende la Terra diversa.
Questo è un accorato appello agli scienziati di tutto il mondo, alla società civile e ai Capi di Stato e di governo: uniamoci in difesa della diversità biologica e umana!
Chi è interessato può mandare la sua adesione scrivendo a redazione@vglobale.it, e comunicando: Nome, Cognome, Qualifica, Città, Nazione.