Sisma, sbagliati i calcoli sulla pericolosità

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Il metodo attuale «è una pura invenzione numerica che nulla ha a che fare con quanto è noto della Fisica della Terra, le sue dinamiche, le sue leggi e le sue sporadicità. Pertanto, la conseguenza logica ineludibile è che tale metodo è errato ed ingannevole, e che non dovrebbe essere usato per classificare sismicamente gli edifici. Si tratta di una gigantesca montatura che non ha nulla a che fare con quanto la Scienza della Terra è oggi in condizioni di poter dire anche se furbescamente al “periodo di ritorno” è stato sostituito il “tempo di ritorno”»

libro panzaIn un’Italia sempre più vecchia e non solo anagraficamente, ogni novità, ogni proposta di approfondimento, disturba sino a lanciare insulti, anatemi, denunce, multe, cancellazioni da ordini fino all’ostracismo. Il massimo, per una terra ballerina come la nostra, si raggiunge in campo sismico. Chiunque si permette di sostenere che sia possibile prevedere i terremoti, viene sommerso da una caterva di polemiche che raggiungono il ridicolo quando si sostiene che è impossibile dire il giorno e l’ora, facendo passare il ricercatore di turno come un deficiente. Ma nessun ricercatore si è mai permesso di sostenere l’assurdo.
Il nuovo libro «Difendersi dal terremoto si può. L’approccio neodeterministico», del sismologo Giuliano Panza scritto in collaborazione con la sismologa Antonella Peresan, edito da Epc, si impone però per autorevolezza e sarà difficile per qualcuno (i soliti soloni) non prenderlo sul serio pena un terribile boomerang.
Panza mette a confronto due sistemi di valutazione del rischio, quello attuale, basato sulla normativa attuale, Psha. E quello più nuovo basato sulla carta Ndsha.
A riprova, il ricercatore sostiene che gli interventi fatti (a Norcia) in seguito al terremoto di Colfiorito del 1997, basati sulla carta Psha, si sono rivelati del tutto inadeguati in occasione dell’evento del 30 Ottobre 2016. La carta Ndsha, invece, indica per Norcia una pericolosità maggiore, ma non superata (anche se prossima) dall’evento dell’Ottobre 2016.

Il prof. Giuliano Panza, chiarisce ulteriormente il suo pensiero nella seguente dichiarazione.
«Le indicazioni ufficiali hanno fallito, perché il sistema di calcolo tradizionale si basa su un modello probabilistico (Probabilistic seismic hazard assessment, Psha); le carte sismiche sviluppate secondo tale modello hanno sottostimato la maggior parte dei terremoti disastrosi degli ultimi anni, sia in Italia che nel resto del Mondo.
«In Italia la situazione non è certo migliorata dalle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni che saranno in Gazzetta e dal Sismabbonus (Decreto del 28-02-2017 del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) e dal suo allegato A: Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni. Nell’allegato si usa il concetto di Pam, da non confondersi col supermercato Più A Meno, Perdita Annua Media per determinare, appunto in base all’indice di “sicurezza” Pam, la classe sismica degli edifici.
«In realtà i risultati ottenuti dalla sismologia non consentono di determinare curve frequenza/intensità dei sismi con la precisione implicitamente data per scontata dal metodo “Pam”, che su tali curve si basa.
«Tale metodo è una pura invenzione numerica che nulla ha a che fare con quanto è noto della Fisica della Terra, le sue dinamiche, le sue leggi e le sue sporadicità. Pertanto, la conseguenza logica ineludibile è che tale metodo è errato ed ingannevole, e che non dovrebbe essere usato per classificare sismicamente gli edifici. Si tratta di una gigantesca montatura che non ha nulla a che fare con quanto la Scienza della Terra è oggi in condizioni di poter dire anche se furbescamente al “periodo di ritorno” è stato sostituito il “tempo di ritorno”.
«Dopo i recenti terremoti molti ingegneri civili e progettisti hanno lamentato che le accelerazioni indicate nella carta di pericolosità con il metodo probabilistico sono errate per difetto. Ma una revisione sostanziale delle carte di pericolosità, anche dal punto di vista metodologico, incontra evidentemente molte resistenze. Questo significa, infatti, mettere in discussione l’impianto di base su cui si fondano le normative sismiche vigenti, usate finora nella costruzione e ristrutturazione di edifici privati come per edifici pubblici, scuole, ecc., e per opere quali il Mose. Quindi bisognerebbe fare una seria riflessione contrapponendo la riduzione del rischio a persone, animali e cose, in caso di un evento sismico, all’aumento dei costi delle costruzioni, se si usassero dei coefficienti di pericolosità più in linea con l’entità delle scosse riscontrate nei terremoti verificatisi ultimamente.
«Al di là dell’incalcolabile danno umano, intervenire a posteriori costa almeno trenta volte tanto quanto l’adeguamento di edifici e infrastrutture a norme più stringenti. Forse allora valgono proprio i detti “prevenire è meglio che curare” e “chi più spende meno spende”.
«Gli interventi fatti a Norcia in seguito al terremoto di Assisi del 1997, basati sulla carta Psha, che è alla base della normativa, si sono rivelati del tutto inadeguati in occasione dell’evento del 30 Ottobre 2016, che ha superato il valore di scuotimento indicato nella mappa. La carta Ndsha, invece, già indicava per Norcia una pericolosità maggiore, ma non superata (anche se prossima) dall’evento dell’Ottobre 2016. Verosimilmente se la ricostruzione e l’adeguamento dopo il 1997 fossero stati fatti tenendo conto delle stime Ndsha i danni sarebbero stati di gran lunga inferiori se non trascurabili, rispetto a quelli attuali (30/10/2016).
«Avere seguito Psha, nonostante la normativa reciti: “L’uso di accelerogrammi generati mediante simulazione del meccanismo di sorgente e della propagazione è ammesso a condizione che siano adeguatamente giustificate le ipotesi relative alle caratteristiche sismogenetiche della sorgente e del mezzo di propagazione ha portato certamente ad una spesa iniziale (dopo l’evento del 1997) inferiore rispetto a quella consistente con Ndsha. Tuttavia tale spesa a risparmio è stata vanificata dall’evento dell’Ottobre 2016 ed ora è necessario considerare i valori Ndsha nella ricostruzione, valori ignorati dopo il 1997.
«”Il terremoto del 24 Agosto 2016 non ha necessariamente generato il maggior scuotimento possibile nella zona, dato che nel 1703 l’area è stata colpita da un evento con M=6,9, noto come terremoto della Valnerina. Questo fatto va tenuto ben presente nell’attuale fase di ricostruzione, poiché effetti di sorgente ed effetti del suolo locale (effetti di sito) possono portare anche a valori maggiori di 0,6g”, essendo questo il limite superiore previsto in condizioni di basamento consolidato. Quanto precede tra (“) è stato pubblicato prima del 30 Ottobre 2016, giorno nel quale è stata praticamente distrutta Norcia dall’evento con M=6,5!
«Ndsha è l’esistente affidabile alternativa al diffuso uso di Psha che è risultata una procedura del tutto inaffidabile, anche perché affetta da gravi errori matematici e fisici, come diffusamente illustrato nel libro “Difendersi dal terremoto si può. L’approccio neo-deterministico”.
«Ndsha è stato applicato ad alcune scuole di Trieste ed alla Biblioteca Marciana di Venezia».