La Pubblica amministrazione rallenta l’efficienza energetica

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«Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la Pa è necessario un vero salto di qualità. I consumi degli immobili della Pa risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti (deep renovation), in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici»

Risultati positivi, ma anche criticità e ostacoli sul fronte dell’efficienza energetica nel nostro Paese. Negli ultimi tre anni gli ecobonus hanno attivato circa un milione di interventi per oltre 9,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 3,3 miliardi nel solo 2016. Inoltre, al 2016 risultano effettuate 15mila diagnosi energetiche di aziende, un record in Europa, e le richieste di incentivi sul «Conto Termico» per interventi di efficienza della Pubblica amministrazione (Pa) locale sono cresciute del 300%. E, grazie ai minori consumi, dal 2005 ad oggi, sono stati risparmiati 3,5 miliardi di euro di importazioni di petrolio e gas. Tuttavia, ostacoli di tipo economico-finanziario e, soprattutto nel settore pubblico, la scarsa conoscenza degli strumenti e delle opportunità di interventi migliorativi frenano la diffusione dell’efficienza energetica.
Questo quanto è emerso dal 6° «Rapporto annuale sull’efficienza energetica» dell’Agenzia nazionale delle nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) presentato in un incontro a Roma che ha visto anche l’intervento del ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione Marianna Madia, del viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, del presidente dell’Enea Federico Testa e del presidente del Gestore dei servizi energetici (Gse) Francesco Sperandini.
Federico Testa, che, nell’occasione, ha annunciato la creazione di un’apposita task force operativa «PA-Obiettivo efficienza energetica» con il Gse, proprio per supportare la Pubblica amministrazione nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica, ha dichiarato: «Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la Pa è necessario un vero salto di qualità. I consumi degli immobili della Pa risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti (deep renovation), in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici».
Un Rapporto, quello presentato a Roma, che si propone come un riferimento periodico di monitoraggio, analisi e valutazione a supporto delle politiche adottate in questo settore.
Dal Rapporto emerge come il nostro Paese sia fra i leader in Europa in questo campo con un livello d’intensità energetica di quasi il 17% inferiore della media dell’Unione europea (Ue), dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese.
Un Rapporto che evidenzia come l’Italia abbia rispettato l’obiettivo definito per il 2016 dal Piano nazionale di efficienza energetica (Paee) 2011 raggiungendo il 41% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Paee 2014 con punte dell’84% nel settore residenziale, mentre trasporti e terziario (nel quale rientra la Pa) sono più lontani.
Tra gli strumenti per promuovere l’efficienza energetica si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, i cosiddetti ecobonus, utilizzati soprattutto per interventi di isolamento termico degli edifici, la sostituzione di serramenti e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.
Dal Rapporto emerge che in 10 anni (2007-2016) con il meccanismo degli ecobonus sono stati effettuati circa 3 milioni di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti per circa 32 miliardi di euro di investimenti totali.
Collegato al Rapporto annuale sull’efficienza energetica anche il Rapporto sulle «Detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente» elaborato dall’Unità tecnica efficienza energetica dell’Enea che presenta in dettaglio i più importanti risultati ottenuti nel corso dell’anno fiscale 2016 dal più diffuso meccanismo fiscale di incentivazione dell’efficienza energetica per il settore civile (Legge 296/06 e s.m.i.).
Dalle elaborazioni, basate dei contenuti delle pratiche inviate ad Enea, continuano a palesarsi ottimi risultati, che per il 2016 possono essere sintetizzabili con circa 360.000 pratiche totali, valore complessivo degli importi portati in detrazione 2,1 miliardi di euro, risparmio energetico complessivo in energia primaria superiore a 1.100 GWh/anno.
Un’edizione 2016 del Rapporto sulle Detrazioni fiscali del 65% che ha una veste innovativa rispetto alle precedenti, abbinando al monitoraggio dei risultati dell’ecobonus, in termini di risparmio conseguito e investimenti attivati, anche un’approfondita analisi del mercato delle tecnologie incentivate.
Il presidente Testa nella Prefazione del Rapporto annuale sull’efficienza energetica ha voluto ricordare Art Rosenfeld, scienziato americano scomparso all’inizio di quest’anno e riconosciuto come il padre californiano dell’efficienza energetica.
Una figura che ha speso buona parte della sua lunga esistenza dedicandosi alla ricerca e ispirando un’intera generazione di scienziati a occuparsi di efficienza energetica sia nel settore edilizio sia in quello industriale convincendo politicymaker ed operatori di settore ad adottare misure e tecnologie per il risparmio energetico con risultati evidenti nella sua terra dove si registra un consumo di energia elettrica pro capite che è rimasto costante negli ultimi quarant’anni e questo differentemente a quanto avviene in altri Stati, come gli Stati Uniti d’America, che di contro vedono un aumentato del 50% dei consumi rispetto agli anni Settanta.
Perché il «fondatore» dell’efficienza energetica insegna che per raggiungere risultati importanti in questo settore è necessaria una costante collaborazione tra il mondo della ricerca, l’innovazione tecnologia e le politiche pubbliche ed è solo da questo scambio continuo che si può impartire un cambio di rotta nell’efficientamento energetico.
Per maggiori informazioni
«Rapporto annuale sull’efficienza energetica 2017» 
Le detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente