Legge parchi bocciata dalla Ragioneria di Stato

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foto di V. Stano
Uno scorcio del Gargano. Foto di Vito Stano
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«È venuto il momento di fermare questa legge e di ragionare su una riforma che migliori seriamente il sistema»

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Continua l’elenco di leggi fatte male, contro la volontà dei cittadini, senza un confronto con le parti sociali, che finiscono sotto la ghigliottina della Ragioneria generale o del Tar o della Corte costituzionale. A riprova che l’arte di governare non è quella di comandare. Questa volta la Ragioneria ha fermato la legge Parchi, una revisione che nessuno aveva chiesto e che di fatto depaupera i Parchi come anche la nostra inchiesta ha dimostrato. Quindi questa è un’occasione, come dicono le Associazioni, per riparlarne seriamente. Pubblichiamo il comunicato che il Wwf ha diffuso a nome delle Associazioni.

«La bocciatura da parte della Ragioneria generale di Stato della riforma della Legge quadro sulle aree protette non ci sorprende. Quello approdato in terza lettura al Senato è un provvedimento scritto in modo contraddittorio che se da un lato interviene solo parzialmente sulle criticità delle aree protette italiane, dall’altro sposta equilibri istituzionali delicatissimi, facendo arretrare le competenze dello Stato rispetto a quelle degli Enti Locali e agli interessi che li governano. Le osservazioni della Ragioneria generale aggravano il quadro critico più volte delineato dalle associazioni ambientaliste e da moltissimi esperti e accademici. Infatti dalla relazione inviata dalla Ragioneria di Stato al Governo emergono importanti falle anche dal punto di vista economico finanziario: da qui la richiesta della Ragioneria di porre una serie di correttivi, indicati per altro nella relazione, che certo scompiglia i piani di chi chiedeva un’approvazione del testo senza modifiche.

«All’inizio della scorsa settimana 13 associazioni (Accademia Kronos, Cts, Enpa, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lav, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Pro Natura, Rangers D’Italia, Sigea, Wwf) avevano inviato a tutti i senatori una serie di osservazioni accompagnate dai relativi emendamenti per correggere un provvedimento che introduce principi pericolosi nella governance delle aree protette e nello spostamento del ruolo di queste più proiettato a divenire enti di promozione economico sociale (funzione che notoriamente appartiene già ad altre istituzioni) che non a consolidare la funzione di tutela a cui, poi, può essere connessa la funzione di valorizzazione del territorio e delle ricchezze naturalistiche che giustificano l’inserimento tra le aree protette. È da evidenziare come alcune delle contestazioni che la Ragioneria generale dello Stato ha rivolto al provvedimento, ad esempio quella sulle royalty, coincidano con quelle che le associazioni, inascoltate, hanno rivolto ad una legge che va profondamente cambiata. È venuto il momento di fermare questa legge e di ragionare su una riforma che migliori seriamente il sistema.

«Il presente comunicato è sottoscritto da Accademia Kronos, Cts, Enpa, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lav, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Pro Natura, Rangers D’Italia, Sigea, Wwf le 13 associazioni che avevano inviato la scorsa settimana a tutti i senatori una serie di osservazioni e un pacchetto di emendamenti sulla riforma della Legge Quadro sulle Aree Protette».