«La diffusione della civiltà può essere paragonata a un incendio: prima una flebile scintilla, poi una fiammella tremolante, infine una potente fiammella, in una continua espansione di velocità e potenza»
Negli anni Sessanta tutti giovani ingegneri elettrici erano abituati a camminare con una mano in tasca e questo non per incuria ma per l’avvertimento che gli veniva dato il primo giorno che si presentavano in un laboratorio: «Se una scossa elettrica attraversa il petto vi ucciderà, ma se la stessa scarica resta su un lato del corpo vi procurerà solo qualche bruciatura». Una pratica questa, un consiglio che certamente avrà salvato la pelle a molti ingegneri elettrici, una metodica per lavorare in sicurezza raccomandata da Tesla…
Nikola Tesla, un ingegnere elettrico, inventore e fisico. Nato da famiglia serba e naturalizzato statunitense nel 1891. Conosciuto per il suo lavoro rivoluzionario e i numerosi contributi nel campo dell’elettromagnetismo, di cui è stato il pioniere, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
Tante invenzioni…
Uno scienziato che inventò il tachigrafo delle automobili, il contagiri meccanico, la diffusione radio, l’energia elettrica a corrente alternata, la turbina senza pale. I suoi numerosi brevetti e il suo lavoro teorico formano la base del moderno sistema elettrico a corrente alternata, compresa la distribuzione elettrica polifase e i motori elettrici a corrente alternata, con i quali ha contribuito alla nascita della seconda rivoluzione industriale.
«Il problema della produzione della luce è stato paragonato a quello di mantenere una particolare nota acuta con una campana. Potrebbe essere una nota appena percepibile, ma anche questa definizione non riuscirebbe a rendere l’idea per la meravigliosa sensibilità dell’orecchio umano. Potremmo battere la campana con colpi potenti e ben distanziati, sprecando molta energia, senza ottenere ciò che vogliamo; oppure potremmo mantenere la nota dando colpetti leggeri e molto frequenti, avvicinandoci all’obiettivo con minore dispendio di energia».
Eppure la nostra società moderna lo ha perlopiù dimenticato…
I nomi dei suoi contemporanei come Edison, Marconi, Westinghouse, ecc. sono diventati leggendari ma Tesla è quasi del tutto sconosciuto alla gente che però ogni giorno utilizza le sue invenzioni.
La comunità scientifica lo ha onorato dando il suo nome all’unità di misura del magnetismo e mettendolo allo stesso livello di altri grandi scienziati come Volta, Ampere, Gilbert, Henry, Hertz, Ohm, Faraday ma anche se chi si accinge a studiar fisica conosce il suo nome, insegnato per l’appunto come unità di misura del flusso magnetico, non tutti conoscono la storia dell’uomo che ha inventato il nostro XX secolo.
Un libro non accademico
Robert Lomas, professore di Ingegneria gestionale all’Università di Bradford nello Yorkshire, coautore della trilogia bestseller «La chiave di Hiram», è autore del libro «L’uomo che ha inventato il XX secolo. Nikola Tesla, il genio dimenticato dell’elettricità», edito da Piano B edizioni.
Un libro non accademico che riporta la storia di Nikola Tesla nel modo più semplice possibile, asserisce lo stesso autore. Un genio dimenticato dell’ingegneria che senza dubbio è stato uno dei maggiori scienziati del secolo scorso. Una vita costellata da successi scientifici alternati ad un gran numero di disastri commerciali e personali. Perseguitato dalla sfortuna e sfruttato da coloro che gli erano intorno vide i suoi guadagni usurpati da alcuni degli imprenditori più famosi d’America, Edison e Westinghouse su tutti, e il risultato finale di questa triste sequenza di eventi fu che uno dei maggiori benefattori dell’umanità morì come aveva vissuto ossia solo e disperato destinato all’oblio. Uno scienziato incredibilmente brillante, un profeta in grado di leggere nel futuro ma che il suo tempo non fu in grado di comprendere.
«Il successo pratico di un’idea, indipendentemente dalla sua bontà, dipende dal comportamento dei contemporanei. Se è al passo coi tempi, viene rapidamente adottata; in caso contrario vivrà come un germoglio che sboccia, lusingato dalle attenzioni e dal calore del primo sole, per poi crescere con difficoltà e con dolore a causa del gelo che ritorna».
Un uomo individualista ed egocentrico, celibe e asessuale, assolutamente disinteressato al denaro, affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo era particolarmente fissato con il numero «tre», fisicamente contrario alla gioielleria e ossessionato dai piccioni. Molto severo circa l’igiene e la pulizia era un uomo di enorme cultura. Non riuscì mai a creare un’attività che durasse nel tempo, né a legarsi con quelle istituzioni che avrebbero potuto mantenere vive le sue scoperte.
Un uomo solo dedito al lavoro che provava insofferenza nei confronti di chi non considerava alla sua altezza ma che sicuramente invecchiando avrà sofferto la mancanza di una famiglia che lo ascoltasse.
Tesla non pubblicò mai la sua teoria dinamica sulla gravità anzi l’attacco portato alla teoria di Einstein fu considerata un oltraggio dalla comunità scientifica del tempo e solo oggi si hanno quelle conoscenze scientifiche tali da riconoscere che Tesla aveva ragione…
Il suo apparecchio piccolo e compatto che riesce ad inviare una considerevole quantità di energia nello spazio interstellare a qualsiasi distanza e senza la minima dispersione, sarebbe potuto essere un prototipo di laser oppure un cannone al plasma capace di sparare particelle ad alta energia nella ionosfera, non fu mai presentato all’Istituto francese, non ricevette mai il premio Pierre Guzman di 100.000 franchi, complice anche l’avanzata di Hitler sull’Europa…
Il suo «raggio mortale», la teleforza come venne chiamata nell’intervista pubblicata il 22 settembre 1940 dal «New York Times», non venne mai consegnato al governo degli Stati Uniti per aiutare l’umanità durante il secondo conflitto mondiale anche se oggi è alla base degli studi e delle sperimentazioni portate avanti nel Centro di ricerche missilistiche sperimentali sulla ionosfera a Gakova, in Alaska, l’«High frequency active auroral research program» (Haarp).
«La diffusione della civiltà può essere paragonata a un incendio: prima una flebile scintilla, poi una fiammella tremolante, infine una potente fiammella, in una continua espansione di velocità e potenza».