Già nel 2013 l’Unione europea aveva invitato tutti i Paesi membri ad adottare sistemi di prevenzione e di difesa da futuri eventi meteo estremi, ma come al solito… La nuova figura professionale che sta nascendo in molti Paesi occidentali verrà proposta ad ottobre. Si tratta di operatori capaci di individuare eventuali criticità delle città nei confronti di fenomeni meteo estremi. Il geniere della protezione ambientale non deve essere inteso come un sostituto della protezione civile, ma come un professionista capace di affrontare il problema della mitigazione climatica, della difesa da eventi meteo estremi e della conservazione dell’ambiente naturale a 360 gradi
A seguito degli ultimissimi eventi meteo disastrosi che hanno colpito soprattutto la Toscana, si sono spese infinità di parole, ma nessuna di queste, o quasi, ha ricordato che già nel 2013 l’Unione europea aveva invitato tutti i Paesi membri ad adottare sistemi di prevenzione e di difesa da futuri eventi meteo estremi; sistemi oggi conosciuti con l’acronimo di Sna, ossia Strategia nazionale adattamento ai cambiamenti climatici. In Italia il primo comune che si è «attrezzato» in tempo è stato Ancona, adottando il Pna, ossia il Piano nazionale di adattamento.
Non servono quindi altre leggi, non serve invocare la nascita di altri istituti di prevenzione meteoclimatici, non servono altri convegni, impegnare altre risorse finanziarie, ecc. ecc. Gli strumenti esistono già, basta metterli in atto. Ad esempio nella procedura del Pna sono considerati una serie di elementi che vanno dallo studio dell’eccessivo riscaldamento del Mediterraneo che può attivare medi uragani, alla situazione climatica italiana degli ultimi mesi (ad esempio la lunga siccità può indurire il suolo e quindi non assorbire inizialmente la pioggia soprattutto se violenta fino a trasferirla con maggiore irruenza a valle), fino allo stato di urbanizzazione, a volte selvaggia, di molte nostre città, che hanno eliminato le naturali aree di esondazione dei fiumi, riempendole di cemento.
All’inizio degli anni 90 l’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), ai fini di contrastare il riscaldamento globale della Terra, aveva individuato tre passaggi fondamentali: l’informazione capillare, la mitigazione climatica e, ultima ratio, l’adattabilità ai cambiamenti. Ebbene l’informazione ormai ha raggiunto il suo scopo, mentre la mitigazione è ormai sfuggita di mano, infatti se da oggi cessassimo di immettere gas serra in atmosfera, la macchina del clima terrestre non risponderebbe più, ormai si autoalimenta è la crescita della temperatura è inarrestabile. Allora non resta che adattarci a quello che verrà. Da qui l’esigenza di progettare e realizzare piani di difesa per ogni città dagli inevitabili fenomeni meteo estremi (Pna).
In tutto questo non si deve pensare solo alle «bombe d’acqua» e ai «tornado mediterranei», ma a tutta una serie di fenomeni legati ai cambiamenti climatici in atto, tra questi: lunghi periodi di siccità con annessi aspetti collegati agli incendi di bosco e alla distruzione delle colture, alla carenza d’acqua, ai problemi per le centrali idroelettriche e, ancora, a prolungate «bolle di calore», con aspetti seri sulla salute umana e animale. Fenomeni come inverni «tiepidi» e primavere troppo calde portano anche all’esplosione demografica di insetti dannosi all’agricoltura ed anche all’uomo. Aspetti quest’ultimi che comportano forti danni economici al nostro comparto agroalimentare, nonché alla sanità nazionale. E poi ancora l’invasione nei nostri mari, diventati troppo caldi, di meduse e alghe indesiderate che minacciano la salute e danneggiano il turismo, ecc. ecc.
Accademia Kronos, dopo due anni di studio e ricerche, ha elaborato ed ora reso operativa una nuova figura capace di affrontare queste drammatiche sfide meteo e ambientali: Il geniere della protezione ambientale.
È questa una nuova figura professionale che sta nascendo in molti Paesi occidentali. Si tratta di operatori capaci di individuare eventuali criticità delle città nei confronti di fenomeni meteo estremi. Il geniere della protezione ambientale non deve essere inteso come un sostituto della protezione civile, ma come un professionista capace di affrontare il problema della mitigazione climatica, della difesa da eventi meteo estremi e della conservazione dell’ambiente naturale a 360 gradi.
Accademia Kronos, pertanto con la collaborazione dell’Eurispes e di alcuni istituti universitari, nonché di due sindacati nazionali presenterà ad ottobre a Roma, in una conferenza stampa, questa nuova figura di protezione ambientale climatica. Un tentativo di non perdere tempo e denaro in chiacchiere e promesse, ma in qualcosa di concreto.