La crescita culturale e agroalimentare della Sicilia

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    L’unione d’intenti che anima il gruppo organizzatore di questo progetto, si ispira ai principi dell’ex sindaco di Firenze prof. Giorgio La Pira, come il diritto dei popoli all’emancipazione sociale, l’aria che aleggia proviene prevalentemente da quella parte sud-orientale della Sicilia, vicina a Pozzallo città natale di La Pira

    «Magna Grecia» è un progetto di crescita culturale e agroalimentare, legato ai territori del meridione di Italia, per una riscoperta delle antiche tradizioni e saperi locali, ritornando ad uno sviluppo consapevole ed integrato.
    La 3^ edizione di Food & wine in progress alla Leopolda di Firenze, è stata l’occasione per unire diverse realtà del Mare Nostrum aderenti a questo progetto, con l’intento di tenere fortemente intrecciati gli aspetti legati alle produzioni agroalimentari, e più in generale al cibo, quindi alla cultura (arte, musica, letteratura, archeologia, restauro, ecc.) e alla convivialità, riferita all’ospitalità diffusa, quest’ultima in un rinnovato spirito dell’antica Xenia greca coniugato ad un’offerta turistica fatta di accoglienza, cura e attenzione per l’ospite ma anche d’innovazione e qualità.
    Nutrita la rappresentanza siciliana, con la partecipazione di diversi piccoli e medi operatori, provenienti prevalentemente dalla Sicilia orientale, con specifico collegamento ad aree di particolare pregio naturalistico, come l’Etna, i Nebrodi, la Valle dell’Alcantara, l’Altopiano degli Iblei e la Corona degli Erei.
    L’unione d’intenti che anima il gruppo organizzatore di questo progetto, si ispira ai principi dell’ex sindaco di Firenze prof. Giorgio La Pira, come il diritto dei popoli all’emancipazione sociale, l’aria che aleggia proviene prevalentemente da quella parte sud-orientale della Sicilia, vicina a Pozzallo città natale di La Pira.
    Attraversiamo l’altopiano degli Iblei, passando per le vie del Cerasuolo di Vittoria, accostandoci ai tipici muretti a secco alla ricerca del fiore di timo, delizioso nettare, trasformato in miele dagli apicoltori di Sortino, i quali si cimentano anche nella produzione di un antico distillato «u spiritu di fasciddari», ci troviamo nella Riserva Naturale Orientata di Pantalica, sito Unesco.
    Al centro della Sicilia, nella Corona degli Erei, tra calanchi e complesso gessoso-solfifero, ripercorriamo la via frumentaria tracciata dai greci e dai romani, tra le province di Enna e di Catania, navigando il Simeto (il più ampio bacino fluviale siciliano, andiamo alla ricerca di grani antichi, come quello di Timilia o Tumminia, varietà di grano duro siciliano a cariosside scura, già in uso nel periodo greco col nome di «Trimenaios» e ampiamente coltivato in Sicilia nel primo cinquantennio del secolo scorso.
    Etna, primo Parco Naturale in Sicilia, il più alto vulcano attivo d’Europa, dal 2013 patrimonio Unesco, per i locali «A Muntagna», autentica Pacha Mama, Montagna Sacra al Centro del Mediterraneo, con le guide naturalistiche con una mirata azione di promozione, s’intende valorizzare una fruizione ecoturistica «per tutti», in particolare nei Siti interesse comunitari che rientrano nelle aree demaniali, quindi il Giardino Botanico Nuova Gussonea, riqualificare la fruibilità nei diversi Bivacchi e Rifugi forestali, seguendo le linee guida dei Rifugi naturalistici. Come elemento pregnante il Nerello Mascalese, vitigno simbolo nella regione vulcanica etnea.
    Nebrodi, il più grande Parco Naturale nell’isola, con la maestosa foresta di Sollazzo verde, antico regno del cerbiatto (Nebros), evocato tra leggende e antichi simbolismi, oggi allo stato semi brado troviamo il «suino nero» (razza tipica locale), sulle Rocche del Crasto sono ritornati a nidificare i Grifoni, dopo la scomparsa negli anni settanta.
    Alcantara, in prossimità delle alte gole (simili a canyon) si trovano i basalti colonnari tra i più importanti al mondo, che si sono formati da antiche eruzioni preetnee, vigneti-oliveti e agrumeti, volano per un’innovativa e giovane agricoltura locale.

    Un mixing di prodotti tipici siciliani è stato allestito con la presentazione e degustazione alla Leopolda, nello stand di Magna Grecia, con la disponibilità di diverse etichette e la partecipazione di alcuni imprenditori local. Un cooking show curato da Sofio Cammarata, il quale ha presentato il «Pizzolo Sortinese», raccontando le origini di questa antica focaccia, la cui forma ovoidale, ci ricorda la ciclità dell’inizio e della fine della vita. In origine alimento di prima necessità (focaccia-pane), trasformato ad alimento secondario dopo il terremoto del 1693. Solo negli ultimi decenni il Pizzolo ha conosciuto una straordinaria diffusione grazie ai pizzaioli sortinesi; viene farcito con formaggi-pomodoro (come la pizza), oppure con salumi e tipiche verdure locali.
    Due momenti di gastronomia sicula-etnea si sono tenuti alla Scuola di Cucina Lorenzo dei Medici presso lo storico Mercato di S. Lorenzo.
    Emanuele Sanfilippo (Home restaurant Etna Gnam) forte della sua semplicità espressiva nonché della capacità propositiva, è riuscito a prendere per la gola i fiorentini e non solo, coniugando una funzionale sinergia, grazie alla professionalità dei giovani docenti-chef (uno dei quali di Paternò). Al centro colore-sapore e cultura dei prodotti etnei (pistacchio, cavolfiore, arancia, cipolletta verde, melanzane, ecc.), tra i piatti dell’antica tradizione siciliana il «maccu» (purea di fave), nelle due versioni: con spaghetti frantumati e fritto, arancino al pistacchio, l’insalata d’arancia con cipolletta verde condita da olio extra vergine, involtini di melanzane, schiacciata con tuma-acciuga e schiacciata broccoli-tuma-salsiccia, caponatina tradizionale e all’agrodolce, panelle, trofie al pistacchio, cavolfiore affogato, involtini al pistacchio, zuzzu (gelatina di maiale), torta al pistacchio. Il tutto accompagnato da vini Etna Rosso Doc, amaro alle erbe dell’Alcantara, Passito Malvasia delle Lipari, Spiritu du Fasciddari, Rosoli al Ficodindia-Mandarino e Finocchietto.