Presidente Asi: Cosmo-SkyMed «è un asset fondamentale non solo del sistema spaziale italiano ma del nostro Paese sotto diversi aspetti: è infatti un programma che mantiene l’Italia sulla frontiera tecnologica e ci consente di giocare un ruolo di primaria importanza a livello internazionale sui temi della sicurezza e della gestione delle emergenze. Da anni, la costellazione viene utilizzata massivamente per un’analisi approfondita dei “climatizzatori” più importanti della Terra, come le regioni polari, aree che hanno un impatto estremamente importante sul clima, il meteo, e sul funzionamento dell’intero ecosistema terrestre»
Esattamente dieci anni fa, il 9 dicembre 2007, dalla base di Vandenberg, sulla costa californiana, un razzo Delta II metteva in orbita il primo satellite della rete Cosmo-Skymed. Un satellite molto «made in Italy» e altamente innovativo, che l’Asi, Agenzia spaziale italiana, ha realizzato con la partecipazione industriale delle aziende di Leonardo, con Thales Alenia Space Italia in prima fila. Era il primo di quattro satelliti per l’osservazione della Terra, con molteplici scopi: una costellazione orbitale in grado di supportare con maggiore rapidità ed efficacia gli interventi anche per molti eventi drammatici degli ultimi anni, come terremoti (in Italia, ma non solo), fino ai più recenti uragani, oppure disastri ambientali come l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon del 2010.
I dieci anni dal lancio del primo Cosmo-Skymed sono stati celebrati a Roma il 7 dicembre, con un evento cui hanno preso parte molte autorità, compreso il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli.
Terremoto ad Amatrice (Lazio). L’immagine rappresenta l’area interessata dal terremoto che ha colpito l’Italia Centrale lo scorso anno. Realizzata in seguito ad analisi del terreno basate su dati pre e post evento acquisite dalla costellazione satellitare Cosmo-SkyMed, mostra in rosso le aree che hanno riportato i danni maggiori. Cosmo-SkyMed ha evidenziato anche le più piccole parti
Eccellenza tecnologica made in Italy
All’evento di Roma, chiamato «Happy Birthday Cosmo-SkyMed #10», che si è tenuto presso il Maxxi, si è parlato di presente e futuro del sistema satellitare Cosmo-SkyMed, che in dieci anni dal lancio del primo satellite, effettuato nel 2007, ha cambiato il modo di osservare la Terra, assicurando informazioni fondamentali per la nostra sicurezza e per comprendere i fenomeni che interessano il nostro pianeta.
Oltre al ministro Fedeli, sono intervenuti il Segretario Generale della Difesa, Generale Carlo Magrassi, il Presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, e l’Amministratore Delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, durante l’evento.
Dopo quel primo satellite lanciato il 9 dicembre 2007 con un razzo Delta II dalla base di Vandenberg, in California, sono stati lanciati altri tre satelliti, e ora si guarda già al futuro, e ai Cosmo-Skyme, l’osservazione della Terra per uso «duale», cioè sia civile sia militare, per monitoraggio del territorio, nella sicurezza e gestione delle emergenze. Inoltre, Cosmo-SkyMed è la componente italiana del sistema europeo «Copernicus» di seconda generazione. I satelliti italiani infatti, hanno ottenuto grande successo, dimostrandosi una «piattaforma orbitale».
Uragano Harvey in Texas (USA). Grazie alla costellazione Cosmo-SkyMed, l’Italia ha svolto un ruolo importante nel supportare la gestione dell’emergenza provocata dall’uragano Harvey che ha devastato il Texas nello scorso mese di agosto. Le mappe basate su dati satellitari hanno fornito informazioni sulle zone allagate a Houston, Corpus Chirsti e in tutte le città e aree abitate sommerse. (©ASI – Processed and distributed by e-GEOS)
I radar italiani Sar
Sino ad oggi,i quattro satelliti Cosmo-Skymed, hanno catturato un milione di «scene radar» in tutto il mondo. Ed è una cooperazione tutta «tricolore» tra Asi, ministero della Difesa e ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, mettendo assieme le competenze migliori dell’industria italiana. Leonardo è protagonista con le sue joint-venture Thales Alenia Space e Telespazio (per la ricezione dei dati a Terra, in particolare presso il centro abruzzese del Fucino), coadiuvate da un buon numero di piccole e medie imprese.
Tecnologia al top a livello internazionale (dove l’Italia è sempre stata tra i protagonisti), sono sicuramente i radar impiegati sui satelliti, che contraddistinguono anche la loro caratteristica estetica. L’attuale rete satellitare è formata da quattro satelliti, tutti uguali, dotati di radar ad apertura sintetica (Sar) che operano in banda X, e quindi sono in grado di vedere in ogni condizione atmosferica e assenza di luce solare. Ogni satellite della costellazione può effettuare sino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, per un totale di 1.800 immagini radar, che forniscono un contributo importante al monitoraggio del territorio e alla gestione sostenibile delle sue risorse, alla sicurezza e gestione di eventi naturali ed emergenze, sino alla lotta agli effetti dei cambiamenti climatici.
Già pronti i Cosmo-Skymed 2.0
L’evento di Roma, non è stato solamente il momento di ricordare i risultati conseguiti ma è stato soprattutto l’occasione per guardare all’imminente futuro, quando verrà lanciata Cosmo-SkyMed Second Generation (Csg), la nuova costellazione che sarà sempre più al passo con le esigenze di sicurezza e di controllo dello stato di salute del nostro Pianeta.
Il Cosmo-Skymed 2.0, vedrà due nuovi satelliti che verranno lanciati nei prossimi anni: garantiranno un salto generazionale, in termini di tecnologia e vita operativa, iniziando un po’ alla volta a sostituire i satelliti al termine della loro operatività. A bordo, ospiteranno ricevitori Gps di nuova generazione, radar Sar potenziati, apparati di trasmissione dati a maggiore velocità, con un segmento di Terra distribuito in più siti anche fuori dal territorio italiano.
Il primo satellite della costellazione, il Cosmo SkyMed 1, è stato lanciato il 7 giugno 2007, dalla base di Vandenberg, con il vettore Delta II, storico e collaudato lanciatore spaziale della Boeing. Il secondo satellite, Cosmo SkyMed 2, è stato lanciato il 9 dicembre 2007 dalla stessa base sempre con un Delta II. Il suo segnale è stato acquisito un’ora e 5 minuti dopo il lancio e venne ricevuto dalla stazione del Fucino, di Telespazio. Il terzo satellite della serie, Cosmo SKyMed 3, è stato lanciato con successo il 25 ottobre 2008 dalla base di Vandenberg e infine il quarto, Cosmo SKyMed 4, il 5 novembre 2010. E ora, tocca ai due nuovi satelliti, in attesa di definire la data del primo lancio.
Battiston: «Italia sulla frontiera tecnologica mondiale»
Il Presidente dell’Asi, Roberto Battiston, ha sottolineato che Cosmo-SkyMed «è un asset fondamentale non solo del sistema spaziale italiano ma del nostro Paese sotto diversi aspetti: è infatti un programma che mantiene l’Italia sulla frontiera tecnologica e ci consente di giocare un ruolo di primaria importanza a livello internazionale sui temi della sicurezza e della gestione delle emergenze. Da anni, la costellazione viene utilizzata massivamente per un’analisi approfondita dei “climatizzatori” più importanti della Terra, come le regioni polari, aree che hanno un impatto estremamente importante sul clima, il meteo, e sul funzionamento dell’intero ecosistema terrestre. Per questo da oggi Cosmo-SkyMed inizierà a twittare su temi dell’ambiente e del climate change e a dare al pubblico un aggiornamento costante su temi così importanti».
«Cosmo-SkyMed è un fiore all’occhiello della tecnologia spaziale italiana nel mondo e una componente essenziale per il suo sviluppo – ha affermato Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo -. Le informazioni provenienti da questo sistema, unico nel suo genere, si dimostrano ogni giorno importantissime per osservare e comprendere il Pianeta e per garantire la nostra sicurezza. Cosmo-SkyMed ha inoltre consentito all’industria del nostro Paese di acquisire competenze leader tanto nella tecnologia radar di osservazione della Terra quanto nei servizi e nelle applicazioni di geo-informazione: negli anni, abbiamo stretto accordi per l’utilizzo dei dati della costellazione in Europa, Asia, Sudamerica, Usa e Canada, conquistando un ruolo da protagonista globale in questo mercato».