Rischio idrogeologico, problema reale di cui si vuole parlare…

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La giornata di lavoro ha aperto 12 tavoli tematici, 1 guida condivisa contro il dissesto idrogeologico. Il fine è quello di redigere un Report che, raggruppando tutti gli stimoli emersi dalla discussione, rappresenterà poi la visione strategica partecipata per affrontare in modo più efficace e innovativo il tema del rischio idrogeologico nel nostro Paese

Si è svolta, mentre ancora insiste l’ennesima allerta che questa volta ha colpito l’Emilia Romagna, presso il Nazionale spazio eventi a Roma la giornata di lavoro «Progettare l’Italia sicura: 12 tavoli tematici, 1 guida condivisa contro il dissesto idrogeologico».
144 esperti, provenienti dal mondo delle professioni, imprese, accademia, pubbliche amministrazioni e politica sono stati chiamati a confrontarsi per fornire una risposta condivisa sulle questioni più importanti riguardanti la gestione del rischio idrogeologico.
12 tavoli di lavoro sui temi contenuti nelle «Linee guida per la progettazione»  (tavolo 1 – Gli obiettivi del progetto, tavolo 2 – Quanto conviene questo progetto? tavolo 3 – Visione d’insieme, tavolo 4 – Primo, non nuocere, tavolo 5 – Dopo il taglio del nastro, tavolo 6 – Le scienze dell’acqua, tavolo 7 – Le valutazioni delle scienze della terra, tavolo 8 – Gli effetti dell’intervento sulla dinamica del fiume e della costa, tavolo 9 – Gli effetti dell’intervento sull’ecosistema fluviale e costiero, tavolo 10 – Effetti sociali ed economici dell’intervento progettato, tavolo 11 – La resilienza dell’intervento prima di tutto, tavolo 12 – Per una progettazione ragionata e georeferenziata) che hanno il compito di elaborare una risposta a due quesiti riguardanti:
• le proposte per migliorare le politiche e le prassi di gestione del rischio idrogeologico (sessione 1);
• l’indicazione di buone pratiche per poter costruire un catalogo di «prototipi» di riferimento per la soluzione delle problematiche più ricorrenti (sessione 2);
ed il tutto avendo come fine quello di redigere un Report (sessione 3) che, raggruppando tutti gli stimoli emersi dalla discussione, rappresenterà poi la visione strategica partecipata per affrontare in modo più efficace e innovativo il tema del rischio idrogeologico nel nostro Paese.
Perché, per quanto siano ancora troppo ricorrenti gli eventi di calamità idrogeologica che si susseguono in Italia, Paese morfologicamente fragile perché geologicamente giovane e deturpato da anni di «mala» politica e praticamente nella manutenzione effettuata sul territorio, progettare l’Italia sicura è diventato dal 2014 un indirizzo politico del governo, un cambio di passo sul delicato tema del contrasto al dissesto idrogeologico inteso a promuovere un nuovo modello di gestione delle attività volte alla mitigazione del rischio e questo attraverso il riassetto delle competenze nel settore, la rilevazione trasparente e omogenea in tutto il territorio nazionale dei fabbisogni, la definizione di criteri per la selezione degli interventi e delle modalità di ripartizione dei finanziamenti, l’implementazione di un sistema di monitoraggio trasparente degli interventi, con informazioni accessibili ai cittadini.
L’espressione di questo nuovo modello è stata l’istituzione della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico (Italiasicura), per il coordinamento delle amministrazioni centrali e locali competenti che, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e il Dipartimento della Protezione civile ha avviato un percorso di nuovo e sistematico coinvolgimento di tutti i soggetti attivi nella riduzione del rischio idrogeologico.
A livello territoriale poi il riassetto istituzionale si è concretizzato nella semplificazione delle competenze amministrative, con la qualificazione dei Presidenti delle regioni quali Commissari di governo contro il dissesto idrogeologico a cui, supportati da importanti poteri sostitutivi e di deroga, è stata attribuita la responsabilità della realizzazione degli interventi nel territorio di riferimento.
Una piattaforma di conoscenza, insomma, per rispondere al fabbisogno reale del nostro Paese.
Un file ancora aperto, quello delle Linee guida per la progettazione, che si pone un obiettivo ambizioso, ossia quello di fornire un agile supporto in materia di programmazione e progettazione degli interventi per la prevenzione di frane e alluvioni ai professionisti ed alle amministrazioni impegnate in questo settore, un documento di indirizzo, condiviso che non impone regole o prescrizioni specifiche.
Anche la Società italiana di geologia ambientale (Sigea) è stata invitata a partecipare ai lavori e inclusa nelle attività del tavolo 8 – Gli effetti dell’intervento sulla dinamica del fiume e della costa, dove si sono discussi gli effetti dell’intervento sulla morfodinamica fluviale, costiera e di versante.