In Puglia la Legge regionale sulle Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante da questo gas in ambiente chiuso, rappresenta un primo modello di applicazione dei principi contenuti nella Direttiva 59/2013/Euratom che prevederà nuovi adempimenti per il controllo dell’esposizione al Radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni
Forse non tutti sanno che ogni persona è esposta alla radioattività naturale e circa il 50% dell’esposizione da sorgenti naturali di radiazioni è dovuta al Radon.
Di questo si è parlato durante il seminario «Gas Radon. Inquadramento normativo e interventi di risanamento» organizzato dall’Ordine dei geologi della Puglia e dalla Società italiana di geologia ambientale (Sigea) – Sezione Puglia svoltosi presso la sede del Parco naturale regionale Lama Balice e inserito nella programmazione di un «Natale al museo».
Ma cos’è il Radon?
Il Radon è un gas nobile, chimicamente inerte, radioattivo, inodore, insapore e incolore. Esso deriva dal decadimento radioattivo dell’Uranio, elemento presente diffusamente sulla crosta terrestre rappresentando pertanto una sorgente permanente di gas Radon.
Il Radon proviene principalmente dal terreno da dove si propaga fino a risalire in superficie. Nell’atmosfera poi si diluisce rapidamente e la sua concentrazione, influenzata da variabili quali la temperature (la probabilità di emissione di Radon aumenta con la temperature), la pressione atmosferica (l’emanazione di Radon dal suolo aumenta al diminuire della pressione), il riscaldamento artificiale (nel periodo invernale aumenta la penetrazione di Radon negli edifici per «effetto camino»), la diversa modalità di uso degli infissi esterni e/o impianti di areazione, dal vento (la concentrazione di Radon diminuisce all’aumentare della ventilazione), in aria è pertanto molto bassa. Ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato il Radon come cancerogeno di gruppo 1, ossia come sostanza per la quale vi è evidenza accertata di cancerogenicità anche negli esseri umani, collocandolo al secondo posto come causa di tumori polmonari, dopo il fumo di tabacco.
Durante il suo intervento «Radon: inquadramento normativo e livelli indoor nazionali e nella regione. Iniziative in corso per la protezione dal Radon nella regione» Luigi Vitucci, Fisico Dirigente dell’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente (Arpa) Puglia ha ripercorso le prime tappe di monitoraggio svoltesi in regione con i primi dati di concentrazione di gas Radon che in Puglia risalgono agli anni 90.
Si parte, nel biennio 1992 – 1993, con la campagna di misura del Radon indoor in nove comuni pugliesi, per un totale di 308 abitazioni, nel contesto di un programma di monitoraggio nazionale coordinato dall’Istituto superiore di sanità. I risultati delle misure evidenziarono nella regione Puglia un valore medio annuo di concentrazione di attività di Radon in aria pari a 52 Bq/m3.
Si passa, nel biennio 2004 – 2005, all’indagine per la valutazione della concentrazione media annua di Radon in ambienti di lavoro condotta da Arpa Puglia.
Le misure, oggetto della pubblicazione scientifica «Il radon negli ambienti di lavoro», evidenziarono una concentrazione media annua di attività di Radon in aria pari a 94 Bq/m3, valore superiore rispetto alla media annua sia italiana, 70 Bq/m3, sia regionale, 52 Bq/m3.
Successivamente, nel biennio 2011-2012, fu condotta, dal Dipartimento di Lecce Arpa Puglia, una indagine in 32 scuole, 78 ambienti monitorati, di ogni ordine e grado della Provincia di Lecce. I risultati ottenuti dalle indagini svoltesi negli istituti, selezionati tra quelli in cui in una precedente indagine svolta dall’Inail era stata riscontrata una elevata concentrazione di gas Radon, evidenziarono valori di concentrazione annuale che in 12 scuole superarono il livello di azione di 500 Bq/m3 (livello di azione indicato dal D.Lgs. 230 e s.m.i.).
Tra le iniziative regionali in corso si ritrova la collaborazione con l’Asl di Lecce, nell’ambito dello Studio Protos, che avviata nel mese di dicembre 2016 prevede il monitoraggio della concentrazione del gas Radon in 90 abitazioni individuate dalla stessa Asl di Lecce e che vede estendere il campo di monitoraggio nel 2018 ad altre 65 abitazioni.
Inoltre nel 2017 è partito il «Progetto monitoraggio radon nelle scuole dei quartieri Tamburi e Borgo di Taranto» che ha visto aderire all’iniziativa 4 Istituti, per un totale di 8 plessi scolastici.
Il D.Lgs. 241/00, che ha modificato il D.Lgs. 230/95, è la normativa nazionale in materia che regola l’esposizione al Radon solo nei luoghi di lavoro fissando il livello d’azione pari a 500 Bq/m3.
Una norma poco applicata che, di conseguenza, ha dato pochi risultati in termini di riduzione dell’esposizione e del rischio connesso.
La Direttiva internazionale 2013/59/Euratom, che sarà recepita entro febbraio 2018, vede le principali novità riguardare la sostituzione del «livello di azione» (Al) con il «livello di riferimento» (Rl), espressi in termini di concentrazione media annua di Radon, e dove i livelli di Radon devono essere ridotti seguendo il «principio di ottimizzazione», dando priorità ai livelli > Rl (nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni ≤ 300 Bq/m3), ma applicando l’ottimizzazione anche per livelli < Rl.
In regione Puglia la Legge regionale 3 novembre 2016, n. 30, modificata dall’art. 25 della Legge regionale n. 36/2017: Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas radon in ambiente chiuso, rappresenta un primo modello di applicazione dei principi contenuti nella Direttiva 59/2013/Euratom che prevederà nuovi adempimenti per il controllo dell’esposizione al Radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni.
L’obiettivo di tale Legge regionale è assicurare il più alto livello di protezione e tutela della salute pubblica dai rischi derivanti dall’esposizione dei cittadini alle radiazioni da sorgenti naturali e all’attività dei radionuclidi di matrice ambientali.
La Regione fissa livelli limite di riferimento alla concentrazione di gas Radon per le nuove costruzioni e coerenti azioni di monitoraggio e risanamento per gli edifici esistenti non destinati alla residenza.
La Legge regionale dispone che, entro due anni dalla data di entrata in vigore, la Giunta regionale approvi il «Piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas Radon in ambiente chiusi», in coerenza con il Piano nazionale Radon (Pnr) del ministero della Salute. La Giunta regionale predispone il Piano con supporto tecnico-scientifico dell’Arpa e dell’Autorità di bacino della Puglia (Adb), eventualmente avvalendosi anche della collaborazione dell’Iss e di ulteriori enti di ricerca, pubblici o privati competenti in materia.