Parte il «Vuoto a rendere» ma nessuno ne parla…

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bottiglie riciclo vetro
Foto di routine
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Durerà un anno la sperimentazione che inizia il 7 febbraio. Rosalba Giugni: «Assurdo che a meno di dieci giorni dall’inizio della sperimentazione, l’iniziativa non sia stata per nulla comunicata, pubblicizzata, portata a conoscenza in maniera capillare e diffusa agli esercenti e ai cittadini interessati»

«Da anni richiediamo l’introduzione del sistema del vuoto a rendere delle bottiglie di vetro e degli imballaggi di plastica monouso contenenti gli alimenti. Abbiamo accolto con soddisfazione la sperimentazione prevista dal decreto adottato a luglio dal ministro dell’Ambiente, anche se si tratta di un primo parziale risultato, ma dobbiamo sottolineare come ad oggi il sistema di restituzione non sia stato ancora pubblicizzato e diffuso nel modo opportuno» osserva Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo.

La legge 221 del 2015, integrando il collegato ambientale del 2006, aveva introdotto, in via sperimentale, e su base volontaria del singolo esercente, il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale, serviti al pubblico da alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri punti di consumo prevedendo una sperimentazione della durata di dodici mesi.

Solo lo scorso 3 luglio è stato emanato il regolamento del ministero dell’Ambiente che prevede che a partire dal prossimo 7 febbraio inizi la sperimentazione che durerà fino al febbraio 2019

Lo scopo, come si legge sul sito del ministero dell’Ambiente, è quello di sensibilizzare i cittadini che potranno riconoscere attraverso un logo gli esercenti aderenti all’iniziativa.

«È assurdo – prosegue Rosalba Giugni – che a meno di dieci giorni dall’inizio della sperimentazione, l’iniziativa non sia stata per nulla comunicata, pubblicizzata, portata a conoscenza in maniera capillare e diffusa agli esercenti e ai cittadini interessati. È necessario sin da subito recuperare il tempo perduto. Gli imballaggi dei prodotti alimentari, che non possono essere riusati e si disperdono nell’ambiente urbano, sulle strade, sulle spiagge, contribuiscono all’inquinamento e al degrado ambientale. Ci auguriamo che nella prossima legislatura il sistema del vuoto a rendere sia previsto in via definitiva, superando l’approccio sperimentale ed occasionale. Solo con una legge vincolante, l’Italia potrà mettersi alla pari con altri Paesi all’avanguardia ed efficienti sul riciclo come la Germania e la Gran Bretagna».