Il Centro 3R si prefigge di sostituire le sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile ed incrementare la ricerca in questa direzione. In ottemperanza alla direttiva UE 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia sin dal dal 4 marzo 2014
È nato il «Centro interuniversitario per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca (Centro 3R)», novità assoluta nel panorama accademico italiano, nato su impulso delle Università di Pisa e di Genova.
Il Centro 3R è una infrastruttura che si prefigge di avviare un processo di sensibilizzazione di studenti, ricercatori e docenti alla sperimentazione responsabile e ai metodi alternativi all’uso degli animali, in ottemperanza alla direttiva UE 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia con il D.Lgs. 26 del 4 marzo 2014. L’inaugurazione è stata ospitata al Centro congressi delle Benedettine, dove hanno portato i loro saluti il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci.
3R è l’acronimo di Replacement (sostituzione delle sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile), Reduction (riduzione al minimo indispensabile del numero di animali utilizzati) e Refinement (continuo perfezionamento dei metodi impiegati allo scopo di ridurre la sofferenza degli animali). Il concetto delle 3R è stato per la prima volta introdotto da W. Russel e R. Burch nel 1959 in «The Principles of Humane Experimental Techniques».
«La direttiva europea stabilisce che gli stati membri assicurino che, ove possibile, un metodo o una strategia di sperimentazione, scientificamente soddisfacente, che non comporti l’uso di animali vivi, possa essere utilizzato in sostituzione di una procedura sugli animali – spiega la professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Pisa –. L’implementazione della D.L. 26 richiede uno sforzo puntato alla diffusione di informazione e formazione, in un contesto che possa favorire lo sviluppo di tecnologie sempre più adeguate per studi scientificamente validi».
«Per raggiungere queste finalità – sottolinea la professoressa Anna Maria Bassi, vice direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Genova – il coinvolgimento dei giovani ricercatori è fondamentale nella sperimentazione di nuovi sistemi in vitro, in vivo e in silico, per garantire la salute umana e animale, e per la tutela dell’ecosistema. Tutto ciò richiede una cooperazione nazionale e internazionale perché solo dal confronto con altre realtà si possono conseguire più rapidamente risultati utili in linea con gli obiettivi di ricerca prefissati. In altre parole, bisogna educare i giovani ad avere una mentalità aperta alle innovazioni per ottenere miglioramenti visibili nell’applicazione delle 3R, delle scienze della vita e dell’istruzione, sia a livello nazionale che internazionale, nel campo della ricerca scientifica di base, traslazionale e applicata».
«Il centro si farà promotore di iniziative per istituire nuovi corsi che mirino a formare una nuova generazione di scienziati maggiormente responsabili – aggiunge Paolo Milazzo, docente del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e membro del Comitato scientifico-didattico –. I corsi saranno incentrati sui principi delle 3R e sui nuovi metodi sperimentali e computazionali che possano sostituire la sperimentazione sugli animali o ridurre il numero di animali necessari negli esperimenti. È altresì fondamentale assicurare il trasferimento tecnologico verso il mondo accademico e le imprese, con l’elaborazione di progetti di ricerca e sviluppo congiunti su tematiche legate alle 3R. Il centro promuoverà questo tipo di progetti e si occuperà di diffondere le conoscenze e le migliori pratiche sulle 3R a livello nazionale».
«Gli obiettivi prefissati potranno essere raggiunti – concludono i professori Ahluwalia, Bassi e Milazzo – grazie all’impegno, alla perseveranza e alla disponibilità di tutti i membri del Centro 3R, e alla auspicabile interazione con esperti di altri enti, e del mondo delle imprese».
Complessivamente, 60 docenti e ricercatori delle due università coinvolte hanno scelto di aderire al Centro 3R fin dalla sua nascita. La composizione del Comitato scientifico-didattico, il principale organo di gestione e indirizzo, riflette la natura interdisciplinare del centro. Ve ne fanno parte per l’Università di Pisa: Arti Ahluwalia (responsabile) del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; Maria Grazia Cascone, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale; Patrizia Chetoni, del Dipartimento di Farmacia; Angelo Gazzano, del Dipartimento di Scienze Veterinarie; Paolo Milazzo, del Dipartimento di Informatica; Michela Novelli, del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Per l’Università di Genova: Anna Maria Bassi (responsabile), del Dipartimento di Medicina Sperimentale (Dimes), Manuela Marcoli, del Dipartimento di Farmacia (Difar); Laura Pastorino, del Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi (Dibris); Susanna Penco, del Dipartimento di Medicina Sperimentale (Dimes); Anna Pittaluga, del Dipartimento di Farmacia (Difar), Sonia Scarfì, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (Distav).