Trivelle, è guerra aperta

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Trivelle Ravenna petrolio
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Dopo che il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati dalla regione Abruzzo. Una situazione che ha visto l’immediata reazione anche del Presidente della regione Puglia che a margine della conferenza stampa per la presentazione del Mare di Puglia ha dichiarato «da oggi ricomincia la battaglia per difendere il mare Adriatico. L’ira di un’intera popolazione». Tutte le motivazioni di Greenpeace e Wwf

Sulle trivellazioni in Adriatico si riaccende la guerra fra Enti di Stato, Regione, ambientalisti. Dopo la decisione di qualche giorno fa del Consiglio di Stato che ha respinto i ricorsi presentati dalla regione Abruzzo contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo Lfd c’è stata l’immediata reazione del Presidente della regione Puglia che a margine della conferenza stampa per la presentazione del Mare di Puglia ha dichiarato «da oggi ricomincia la battaglia per difendere il mare Adriatico. L’ira di un’intera popolazione».

I ricorsi avviati da alcune regioni, tra cui anche la Puglia, sono il risultato del nulla di fatto del referendum abrogativo del 2016 che chiedeva, per l’appunto, l’abrogazione della norma che estendeva la durata delle concessioni per estrarre idrocarburi in zone di mare, entro 12 miglia nautiche dalla costa, sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti.

Ben motivate le reazioni ambientaliste. Greenpeace nel report «Trivelle fuorilegge», basato su dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), afferma come i sedimenti nei pressi delle piattaforme siano spesso molto contaminati… A seconda degli anni considerati, si legge nel report, il 76% (2012), il 73,5% (2013) e il 79% (2014) delle piattaforme presenta sedimenti con contaminazione oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Inoltre, e sempre nel report, emerge come da un’analisi prodotta per i livelli di concentrazione degli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) il confronto mostri che il 30% dei mitili oggetto di campionamento da parte di Ispra abbiano valori di concentrazione più alti di quelli rinvenuti nei tessuti di mitili in aree estranee all’impatto delle attività estrattive.

Il Wwf in un comunicato ha evidenziato come gli interventi di ricerca dovranno ora avere le autorizzazioni puntuali per cui sarà necessario continuare a seguire l’iter autorizzativo per cercare in tutti i modi possibili di impedire questo scempio all’ecosistema marino.

Il 25% della piattaforma continentale italiana è interessata da attività di sfruttamento degli idrocarburi offshore che mettono a rischio aree di pregio dal punto di vista naturalistico per un ritorno economico dalle attività di estrazione degli idrocarburi del tutto marginale. Il greggio disponibile è di scarsa qualità e le riserve di petrolio presenti nei fondali marini sono molto limitate tanto che potrebbero soddisfare il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane: le aziende petrolifere continuano ad investire perché godono di un sistema di esenzioni che non fa pagare le prime 50mila tonnellate di petrolio estratte all’anno a mare e i primi 80 milioni di Smc di gas, oltre ad avere un prezzo delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi risibile e godere di numerosi sussidi.

Insomma un argomento controverso che sta particolarmente a cuore dei cittadini, e dei pugliesi in special modo visto l’importanza che il mare ricopre nella vita di ciascuno e questo principalmente in termini di pesca e di turismo, e che vede un Presidente della regione prendere una netta posizione…

«Da oggi, e la Puglia lo ha sempre fatto, ricomincia la battaglia a tutela del mare Adriatico, del mare italiano. Per noi la partita non è chiusa affatto, non è finita. Questo Governo se ne è andato a casa, ha chiuso la sua storia, ma noi, dovendo continuare a difendere il mare della Puglia, siamo disponibili a fare fronte comune con chiunque voglia e con qualunque forza politica si impegni a modificare le norme e a vietare l’uso degli Air Gun. Saremo di nuovo in prima linea e mi sento di rappresentare l’ira di tutti i pugliesi».