Il Rapporto Ispra. Le emissioni di anidride carbonica da produzione elettrica sono diminuite da 126,2 Mt nel 1990 a 92,6 Mt nel 2016, mentre la produzione elettrica lorda è passata da 216,6 TWh a 289,8 TWh nello stesso periodo e questo facendo quindi registrare una rapida diminuzione nel periodo 1990-2016 dei fattori di emissione di CO2
È stato pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il rapporto «Fattori di emissione in atmosfera di gas a effetto serra e altri gas nel settore elettrico», un rapporto che presenta l’andamento della produzione elettrica con particolare attenzione alle diverse fonti.
Nel rapporto sono stati elaborati i fattori di emissione atmosferica di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra, fattori indispensabili per la programmazione e il monitoraggio di misure di riduzione delle emissioni di gas serra, per la generazione e i consumi di energia elettrica.
Quello che viene fuori dal rapporto è che la produzione elettrica lorda da fonti rinnovabili è passata da 34,9 TWh nel 1990 a 108,0 TWh nel 2016 con un incremento particolarmente sostenuto dal 2008 fino al 2014 e una riduzione negli ultimi anni. L’energia fotovoltaica ed eolica mostrano l’incremento più significativo. Le emissioni di CO2 da produzione elettrica sono diminuite da 126,2 Mt nel 1990 a 92,6 Mt nel 2016, mentre la produzione elettrica lorda è passata da 216,6 TWh a 289,8 TWh nello stesso periodo e questo facendo quindi registrare una rapida diminuzione nel periodo 1990-2016 dei fattori di emissione di CO2.
Inoltre, l’analisi mostra come storicamente l’aumento dell’efficienza tecnologica nel settore termoelettrico e il conseguente impiego di combustibili a minore contenuto di carbonio abbiano avuto un ruolo determinante nella diminuzione delle emissioni di CO2 ma a partire dal 2007 la quota delle fonti rinnovabili abbia assunto una dimensione rilevante, con un contributo alla riduzione delle emissioni atmosferiche superiore a quanto registrato per le altre componenti.
Per i consumi elettrici, ancora, si mostra che l’efficienza contribuisce alla riduzione delle emissioni atmosferiche solo nel settore industriale che rivela una struttura piuttosto eterogenea per i diversi comparti, mentre nel settore terziario la diminuzione dei fattori di emissione per la produzione elettrica è compensata dall’incremento dei consumi elettrici. Infine, nel settore domestico si ha un forte disaccoppiamento tra consumi elettrici e corrispondenti emissioni atmosferiche.
Si sa che molte attività produttive sono responsabili dell’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti. Al cuore di quasi tutte le attività economiche vi è l’energia con la produzione, la trasformazione e l’utilizzo della stessa. Il settore energetico è costituito da tutte le attività che comportano conversione di energia e in tale contesto assumono particolare rilievo le emissioni di gas a effetto serra dovute alla combustione di fonti fossili. Il settore energetico è il settore più importante negli inventari nazionali poiché è responsabile della quota emissiva prevalente nei sistemi produttivi.
Il settore elettrico costituisce a sua volta una quota rilevante del settore energetico.
E in Italia la maggior parte dell’energia elettrica è stata prodotta fino a qualche anno fa da combustibili fossili mentre nell’ultimo decennio, al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e a causa del crescente aumento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici, sono diventate prioritarie le iniziative di promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con un crescente utilizzo di queste ultime.
L’Italia ha mostrato negli ultimi anni uno sviluppo notevole delle fonti rinnovabili nel settore elettrico.
Secondo i dati Terna le fonti rinnovabili hanno coperto il 43,1% della produzione lorda nazionale nel 2014, mentre nel 2015 e 2016 si è avuta una sensibile riduzione della quota rinnovabile scesa fino a 37,3% con un andamento negativo che si annuncia confermato anche per il 2017.
La stima delle emissioni provenienti dal parco termoelettrico per i singoli combustibili fossili, insieme alla valutazione della produzione elettrica «carbon free», rappresentano elementi di conoscenza fondamentali per valutare gli effetti ambientali delle strategie di riduzione delle emissioni e di promozione delle fonti rinnovabili nel settore elettrico.
E l’Unione europea ha fatto della lotta al cambiamento climatico una delle priorità del suo programma di interventi di cui è espressione la politica climatica…
Perché la riduzione delle emissioni di CO2 è la principale strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici e quindi, spiega il rapporto, oltre all’utilizzo delle fonti rinnovabili la riduzione delle emissioni può essere raggiunta anche attraverso l’incremento dell’efficienza e l’utilizzo di combustibili a basso contenuto di carbonio (EC, 2011) e la stima dell’impatto delle diverse misure mitigative è elemento essenziale nella valutazione delle politiche ambientali.