Le donne sono cambiate, più vizi e più porno

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Uno studio, realizzato dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta Onlus. La donna, supera i maschi in alcuni comportamenti nei quali storicamente invece era in minoranza. Fuma di più, è più magra, prende più ansiolitici e segue sempre meno i canoni dell’eterosessualità, dato che rispetto al maschio si dichiara maggiormente lesbica o bisessuale


Le donne sono più magre, fumano di più e, nonostante preferiscano i rapporti stabili, usano più ansiolitici degli uomini. Questo il ritratto del disagio giovanile femminile i cui risultati inaspettati vengono fuori dall’indagine della Fondazione Foresta sul disagio giovanile.

I risultati del progetto sono stati presentati al convegno «Il disagio giovanile e la sua prevenzione», svoltosi oggi al Teatro Ruzante di Padova e presieduto dal professore di Endocrinologia dell’Università di Padova, Carlo Foresta, e dalla professoressa di Psicologia Clinica dell’Università di Padova, Marta Ghisi.

Un convegno che nasce dai risultati ottenuti dalle campagne di sensibilizzazione riguardanti le patologie del sistema endocrino-riproduttivo e sessuale dei giovani, progetto la cui finalità è stata quella di promuovere una riflessione e discussione sulle problematiche dei giovani contemplando non soltanto gli aspetti medici, biotecnologici e psicologici ma anche quelli dei contesti familiari e sociali.

Uno studio realizzato su 1.426 studenti dell’età compresa tra i 18 e i 21 anni che frequentano i 19 istituti superiori di Padova e provincia. Tra di loro 825 sono i maschi e 601 le donne. L’età media dei loro genitori è compresa tra i 49 anni delle madri e i 52 dei padri.

Uno studio, realizzato dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta Onlus e con i responsabili scientifici per la parte psicologica, Luca Flesia e Francesca Cavalieri, finalizzato a definire il disagio giovanile, che si concretizza nell’uso di droghe e l’abuso di alcol, ma anche nella consistente frequentazione di siti pornografici o atteggiamenti rischiosi dal punto di vista sessuale.

Il professor Foresta durante l’evento ha spiegato come «la novità assoluta che emerge dall’inchiesta sia il ritratto della donna, che supera i maschi in alcuni comportamenti nei quali storicamente invece era in minoranza. In paragone rispetto ai maschi coetanei emergono infatti dati che fanno riflettere. Perché se è vero che preferisce i rapporti stabili adesso emerge anche che fuma di più, è più magra, prende più ansiolitici e segue sempre meno i canoni dell’eterosessualità, dato che rispetto al maschio si dichiara maggiormente lesbica o bisessuale».

Sul fronte dell’analisi del peso corporeo è infatti emerso dallo studio che il 5% dei maschi si dichiara sottopeso, contro il 17% delle coetanee. Lato sovrappeso e obesità, il trend si inverte con un dato pari al 15% per i maschi e 10% per le femmine. Queste ultime riferiscono di fumare più sigarette con una frequenza giornaliera nel 64% delle studentesse contro il 57% dei loro colleghi di studi.

I maschi riferiscono di bere di più durante la settimana (21,6% contro 12,3% delle femmine). Sul fronte ansiolitici, negli ultimi 12 mesi le donne che ne fanno uso quotidiano o sporadico risultano il 16,1%, contro l’8,3% dei maschi e le stesse proporzioni risultano per gli antidepressivi, presi saltuariamente dal doppio delle femmine. Relativamente all’orientamento sessuale delle donne è emerso che il 90,2% dei maschi si dichiara eterosessuale contro l’81,3% delle donne, che nel 15,2% dei casi si definiscono bisessuali (7,2% per i maschi) e nel 3,5% dei casi omosessuali (2,4% i maschi).

Altro e ultimo dato della ricerca definisce la capacità di costruire coppie stabili, dato che nelle femmine risulta in percentuale maggiore rispetto ai maschi (45,4% delle femmine contro il 33,5% dei maschi).

Dall’analisi risultano alcune stime…

♦ Chi ha più partner con maggiore probabilità… fuma, assume giornalmente alcolici, assume ansiolitici/antidepressivi, ha provato una sostanza stupefacente, si collega giornalmente a siti pornografici, pensa che l’utilizzo della pornografia sia un «passatempo ludico», pratica autoerotismo, ha rapporti sessuali non protetti, ha fatto il test dell’HIV;

♦ Chi ha utilizzato la pillola del giorno dopo con maggiore probabilità… fuma, ha provato una sostanza stupefacente, ha ricevuto diagnosi di una Malattia sessualmente trasmessa (Mst), ha difficoltà sessuali, ha rapporti sessuali non protetti.

Importante è anche evidenziare come l’83% degli studenti intervistati abbiano genitori sposati. In media, i genitori sposati sono infatti l’83,2%, quelli separati il 6,6%, i divorziati il 6,2%, i conviventi l’1,8%. Dunque, una fetta attorno al 15% dei ragazzi non vive contemporaneamente con mamma e papà ossia in quelle che vengono definite «famiglie tradizionali». Statisticamente, i figli unici (23% dei casi contro il 15,5% di chi ha almeno un fratello) più spesso sono in famiglie di conviventi, divorziati o separati. Le relative condotte a rischio ne risentono e infatti chi vive in una famiglia «non tradizionale» fuma di più (42,4% contro il 36%), si collega con maggiore frequenza ai siti pornografici (21,6% contro 14,3%) e prova più spesso sostanze stupefacenti (49,8% contro 42,3%).

Il dottor Luca Flesia, responsabile scientifico per la parte psicologica del progetto, ha dichiarato: «I risultati della ricerca mettono in evidenza importanti differenze di genere rispetto alla manifestazione dei comportamenti a rischio. Necessario risulta quindi approfondire queste differenze per avviare efficaci programmi di intervento e prevenzione del disagio giovanile, che va sempre considerato parte integrante di un ecosistema relazionale».

Il Rapporto17

Elsa Sciancalepore