In corso lo studio finanziato dall’Ente Parco nazionale del Gargano sugli uccelli migratori. Sulla sommità dell’Isola di San Nicola, sono stati osservati in migrazione 800 Falchi pecchiaioli. Da segnalare l’avvistamento della rara Cicogna nera e di uno stupendo Storno roseo
Anche quest’anno si ripete lo straordinario fenomeno della migrazione dei rapaci nei cieli del Parco nazionale del Gargano, il Centro studi naturalistici onlus sta realizzando uno studio, intrapreso già da alcuni anni, con particolare riferimento all’arcipelago delle Isole Tremiti. Le sorprese non mancano e in questi giorni lo spettacolare passaggio di rapaci e migratori riempie il cielo che unisce la penisola italiana con le coste dell’Adriatico orientale.
Il referente delle attività Matteo Caldarella afferma: «Da anni stiamo studiando la migrazione non solo dei rapaci, ma anche degli altri uccelli veleggiatori che utilizzano il promontorio del Gargano e le Isole Tremiti come punto di passaggio e di unione fra le due sponde dell’Adriatico. Si tratta di un’avventura realizzata ed iniziata dapprima con lo sforzo di amici come Maurizio Marrese e altri volontari appassionati del Centro studi naturalistici e che, grazie anche all’impegno dell’Ente Parco nazionale del Gargano, è diventato un vero e proprio monitoraggio completo durante i due periodi di migrazione, quello primaverile (con direzione dei flussi sud/nord) e, successivamente, quello post-riproduttivo (con direzione inversa)».
Continua Caldarella: «I numeri sono di rilievo assoluto e insieme all’unico altro luogo dell’Adriatico italiano (il Conero), il Parco del Gargano rappresenta uno dei più importanti luogo di sosta e di passaggio per numerose specie di rilevanza internazionale.
«Dai nostri studi le Isole Tremiti rappresentano un vero e proprio “bottle-neck” (collo di bottiglia) ove i rapaci tendono a passare per sfruttare le correnti ascensionali che si creano sui costoni rocciosi per poi planare senza sforzo fino alle coste croate (in primavera mentre in direzione opposta il fenomeno avviene nel periodo post-riproduttivo)».
In questi giorni, dopo un periodo di piogge e temporali che ha rallentato i flussi, il passaggio è diventato intenso e, il 25 maggio si è assistito ad uno spettacolo unico, come testimoniano le foto di Marco D’Errico (esperto naturalista e collaboratore da anni del Centro studi naturalistici) riprese a Tremiti, ove, sulla sommità dell’Isola di San Nicola, sono stati osservati in migrazione 800 Falchi pecchiaioli (Pernis apivorus). Si tratta di una specie migratrice la cui migrazione si concentra nel mese di maggio e che una volta era oggetto di feroce bracconaggio nello stretto di Messina (che risulta il luogo di massimo passaggio dei migratori veleggiatori a livello nazionale ed uno dei più importanti a livello europeo).
Le sorprese non mancano perché oltre ai rapaci, altre specie utilizzano questo corridoio di migrazione come testimonia l’avvistamento da parte di Marco D’Errico di un esemplare in migrazione della rara Cicogna nera (Ciconia nigra), così come la scoperta di un’altra presenza davvero esclusiva come lo stupendo Storno roseo (Pastor roseus).
Conclude Matteo Caldarella: «Ci auguriamo che grazie ai dati finora ottenuti a testimonianza dell’importanza dei luoghi, gli sforzi di monitoraggio possano continuare ed intensificarsi anche in altri luoghi del Parco del Gargano attraverso apposite progettualità cui il Parco del Gargano ha dato già prova di poter realizzare. L’intera area del Parco è un’area importantissima per la conservazione di tantissime specie di fauna di importanza internazionale nonché rare e minacciate. Il fatto che le Isole Tremiti rappresentino uno dei luoghi più importanti a livello nazionale per i migratori, deve far immaginare anche dei percorsi e delle visioni a lungo termine per lasciare intatte le risorse (anche terrestri) di questo stupendo arcipelago e attivare specifici progetti di conservazione per le specie ivi presenti. Il Centro studi naturalistici onlus ha già proposto un progetto per le attività di inanellamento dei piccoli passeriformi che sicuramente potrà essere un ulteriore tassello per conoscere e per proteggere la fauna e i luoghi di questa terra stupenda».
(Fonte Centro studi naturalistici Onlus)