Se le perdite economiche «battono» ambiente e salute…

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Sembrerebbe questa la motivazione che ha spinto recentemente la Corte europea a decidere su un ricorso

Il principio di proporzionalità, che riguarda le perdite economiche, può essere superiore al principio di precauzione che riguarda ambiente e salute?

Secondo la Corte europea sembra proprio di sì. Infatti, il 17 maggio scorso la Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso una sentenza in cui accoglie il ricorso di Basf contro le limitazioni imposte nel 2013 dalla Commissione all’utilizzo del fipronil, il pesticida considerato, insieme ad altri tre insetticidi della famiglia dei neonicotinoidi, responsabile della moria delle api e di altri impollinatori.

In un articolo di Stéphane Foucart, su «Le Monde», riportato da «Scienza in Rete», il giornalista conclude che di fatto la Corte ritiene che l’elevato grado di incertezza sugli effetti del fipronil sull’ambiente e la salute umana imponga di condurre un’analisi dei danni economici arrecati dalla limitazione del suo utilizzo. La Corte europea sembra affermare dunque che sul principio di precauzione prevalga in questo caso quello di proporzionalità, mettendo sullo stesso piano i danni ad ambiente e salute e le perdite economiche.

Il principio di precauzione, presente nel diritto ambientale europeo all’Articolo 191 del Trattato di Lisbona, stabilisce che «in caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive».

Stéphane Focaurt, il giornalista di «Le Monde» autore insieme a Stéphane Horel dell’inchiesta sulla Monsanto, si chiede se un simile precedente indebolirà la posizione dei Governi nelle contese future con le industrie chimiche.

Da sottolineare che nella stessa sentenza del 17 maggio la Corte di giustizia dell’Unione europea si è espressa anche riguardo il ricorso, presentato da Bayer e Syngenta, su altri tre insetticidi appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi. In questo caso la Corte ha respinto il ricorso delle aziende chimiche che chiedevano un risarcimento per le restrizioni imposte dalla Commissione europea nel 2013.

La questione dei neonicotinoidi è un tema caldo e recentemente sono state rinforzate alcune limitazioni anche in presenza di uno studio condotto dall’Efsa (l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare) pubblicato a febbraio 2018.

La pericolosità di questi pesticidi è fuori discussione perché i neonicotinoidi non rimangono sulla superficie delle foglie ma penetrano all’interno della pianta e sono assorbiti dalle radici, dallo stelo, dal nettare e dal polline. Analizzando oltre 1,500 pubblicazioni l’Efsa ha stabilito che le api sono esposte a livelli tossici di queste sostanze attraverso il polline e il nettare, ma anche la polvere dispersa quando i semi trattati vengono piantati. I neonicotinoidi interferiscono con il sistema nervoso centrale degli insetti, causando paralisi e morte. Questi dati sono stati diffusi in un articolo di Declan Butler su «Nature».

R. V. G.