Azioni di monitoraggio e presidio del rumore per un’efficace pianificazione acustica in occasione di 20 anni della Legge Regionale n. 89 del 1998. L’Oms ha classificato il rumore da traffico come il secondo peggior fattore ambientale di stress per la salute umana (dopo l’inquinamento atmosferico)
In occasione dei 20 anni della Legge Regionale n. 89 del 1998 per la pianificazione del risanamento acustico, si è svolto un incontro dal titolo «Noise and the City», per fare una fotografia delle iniziative e dei risultati raggiunti a seguito della legge.
Già nel 1995 la legge quadro n. 447 prevedeva il miglioramento delle condizioni ambientali e la qualità della vita nell’ambito dell’inquinamento acustico, finalizzata alla tutela della collettività, permettendo la fruizione di un ambiente meno inquinato ma facendolo coesistere con altre esigenze spesso confliggenti connesse allo sviluppo delle varie attività sia produttive sia ludiche ma che comunque fanno parte del contesto sociale in cui viviamo. Tale norma definiva le competenze statali e quelle degli Enti e nel 1998, la Regione Toscana con la L.R. n. 89 ha individuato i piani di azione in cui poteva operare i disposti della legge quadro del ‘95 nell’ambito di inquinamento acustico.
La Legge Regionale n.89/1998 ha declinato e perseguito a livello locale la limitazione dei livelli espositivi al rumore attraverso lo sviluppo di criteri di salvaguardia dei cittadini, prevedendo studi mirati alla realizzazione della mappatura del territorio ed all’individuazione, quantificazione e caratterizzazione delle fonti di disturbo. La conoscenza del fenomeno ha reso infatti possibile l’individuazione di interventi e la messa appunto di appropriate strategie di attenuazione e predisposizione di forme di controllo e permettendo d’individuare metodi di limitazione più efficaci.
L’esposizione continua ad alti livelli di rumore può portare a disturbi del sonno ed alla relativa crescita di rischi di ipertensione e malattia vascolari come asserito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
L’Agenzia europea dell’ambiente ha stimato in almeno 16.660 le morti premature in Europa ogni anno causate dall’esposizione ad alti livelli di rumore. 13 milioni di europei soffrono di disturbi del sonno causati dall’inquinamento acustico. L’Oms ha classificato il rumore da traffico come il secondo peggior fattore ambientale di stress per la salute umana (dopo l’inquinamento atmosferico).
Con il fine di gestire il rumore emesso come ogni altro componente inquinante, la Regione Toscana attraverso la LR n.89/98 ha determinato che:
il rumore deve essere comunque ridotto a livelli accettabili, mirando al più basso livello raggiungibile in un determinato contesto. Quando viene rilevata la possibilità che la salute pubblica possa essere lesa, devono essere avviate azioni opportune di contenimento per la protezione della popolazione;
i costi d’intervento delle azioni di contenimento associate all’inquinamento acustico devono essere imputati ai soggetti responsabili dell’inquinamento prodotto, sia per costituire un deterrente alla produzione di emissioni acustiche eventualmente contenibili, sia per un principio di equità nei confronti di chi subisce il fenomeno;
devono essere previste azioni che perseguono in prima battuta l’attenuazione delle sorgenti di rumore sia attuali sia di progettuale insorgenza. L’introduzione di nuove sorgenti acustiche, o l’incremento di esistenti, deve essere compatibile con la pianificazione del territorio, tenendo conto della destinazione d’uso delle diverse aree e con la valutazione degli effettivi impatti ambientali connessi.
A seguito della legge 89/98, sono stati dunque realizzati nel periodo 2004 -2006 Piani Regionali di Azione Ambientale (Praa), che hanno indicato le azioni necessarie per la predisposizione di un’efficace politica di tutela della popolazione dall’inquinamento acustico attraverso una mappatura acustica del territorio permettendo d’informare la stessa sui livelli di esposizione al rumore ed ai suoi possibili effetti.
Nell’ambito dei Praa si è proceduto a classificare l’intero territorio regionale in zone acusticamente omogenee attraverso l’approvazione da parte dei Comuni dei Piani comunali di classificazione acustica (Pcca) che hanno definito precisi limiti da rispettare per uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazioni d’uso dello stesso, individuando nel contempo le eventuali criticità esistenti e gli interventi necessari per sanarle.
Il Praa 2007-2010 si articola su molteplici livelli d’intervento della Regione così declinati:
– creazione di un catasto informatizzato dello stato dell’inquinamento acustico presente sul territorio regionale, dei limiti vigenti come definiti dai Pcca e degli interventi di risanamento messi in atto dalla Amministrazioni Comunali attraverso i Piani di risanamento acustico (Pcra);
– la verifica del raggiungimento degli obiettivi dei Pcra;
– l’approvazione dei piani di contenimento ed abbattimento del rumore delle infrastrutture di trasporto e dei servizi pubblici ad esse collegate.
La Regione Toscana, di concerto con i Comuni, ha poi ritenuto importante adottare un regolamento attuativo ai sensi del L.R. n.1 /2005 in grado di fornire delle indicazioni sulla realizzazione di idonei edifici che consentano una riduzione dell’esposizione umana al rumore, una riduzione del disturbo tra le diverse unità immobiliari e la tutela del riposo.
Ricordando l’importanza attribuita da Agenda 21 alle iniziative intraprese dalle Amministrazioni locali, occorre qui richiamare l’attività del Comune di Firenze che ha realizzato la Mappa acustica strategica, aggiornata nel 2012 e successivamente nel 2017, ed il Piano di azione strategico aggiornato nel 2016, quest’ultimo condiviso anche con Regione Toscana ed Arpat.
Quanto appena detto ha portato l’Amministrazione Comunale a procedere con interventi (infissi, barriere acustiche esterne, rimodulazioni di superfici interne ed esterne dei fabbricati) volti al risanamento acustico di 5 plessi scolastici ed a realizzare uno studio sperimentale d’insonorizzazione delle mense scolastiche.
Il risanamento acustico conseguito ha permesso una riqualificazione ambientale complessiva delle aree scolastiche fino alla definizione delle «Aree Quiete».
Il progetto europeo «Gioconda» aveva infatti già messo in evidenza come i rumori provenienti da strade o aeroporti avessero risvolti negativi sulle capacità di concentrazione ed apprendimento degli alunni ed il progetto europeo «Nereide» individuava, come causa principale dei rumori da traffico, la cattiva qualità degli asfalti bituminosi non in grado di assorbire acusticamente i rumori prodotti dal rotolamento dei pneumatici se pur realizzati anche con mescole adeguate a diminuire l’emissione di rumori da rotolamento.
Il Comune di Firenze ha sperimentato concretamente la realizzazione di interventi di risanamento di aree colpite da inquinamento acustico multisorgente e dunque derivante principalmente da cantieri e traffico su ruota e ferroviario, ha permesso di attivare interventi in ulteriori altri 5 plessi scolastici capitalizzando l’esperienza acquisita nella soluzione di criticità acustiche.
Occorre anche sottolineare che il miglioramento acustico deriva da diversi fattori tra i quali:
– la diminuzione dei flussi di traffico privato dovuto alla messa in opera di nuovi rami della tramvia;
– il progresso tecnologico (mescole dei pneumatici e delle coperture bituminose);
– car sharing con mezzi ecologici;
– tempestiva comunicazione agli automobilisti tramite capillare segnaletica elettronica e via radio di incidenti, emergenze od apertura di cantieri;
– aumento degli spostamenti in bicicletta;
– interventi di risanamento o riutilizzo di linee ferroviarie.
Nel caso di Firenze, l’introduzione di un elemento di rigidità (positiva) nella mobilità cittadina è destinato a portare significativi benefici ambientali (riduzione mobilità privata), da un punto di vista acustico misurabili in una riduzione di 3-4 dB nelle aree interessate al passaggio. Quanto sopra vale in particolare modo per le linee 2 e 3 che vanno ad incidere in una delle aree più complesse e ricche di funzioni della città.
Come si può comprendere, il cambiamento passa attraverso l’interdisciplinarietà, l’approccio integrato e la trasversalità, si tratta dunque di far interagire un mosaico di competenze e collaborazioni come è avvenuto e sta avvenendo tra Università, Regione e Comuni, Ordine degli Ingegneri della Toscana e le azioni dei progetti europei coinvolti.
Testo a cura di Sergio Lavacchini