Secondo informazioni di stampa il Regno Unito impedirà a supermercati e ristoranti di vendere cibi saturi in zucchero, sale e grassi nella classica offerta «2×1»
Secondo i giornali britannici, il Regno Unito introdurrà una legge che impedirà a supermercati e ristoranti di vendere cibi saturi in zucchero, sale e grassi nella classica offerta «2×1». Il motivo di questo divieto sarebbe incentrato sul diminuire l’obesità infantile, che ha reso il Regno Unito la nazione con la popolazione più in sovrappeso dell’Europa occidentale.
Già lo scorso aprile, il Regno Unito ha introdotto una tassa sullo zucchero indirizzata ai produttori di energy drink; questo ha spinto alcuni produttori ad incrementare il costo delle bevande, ed altre a tagliare la quantità dello zucchero contenuto in esse per raggirare la tassa. La Public Health England ha anche avviato un programma che sfida i produttori a ridurre il contenuto di zucchero in prodotti come torte, biscotti e cereali del 20% nei prossimi quattro anni.
Il divieto del 2×1 farà parte del «Childhood Obesity Strategy», una proposta del Dipartimento di Salute e Assistenza Sociale britannico intento a dimezzare i dati dell’obesità infantile entro il 2030.
La strategia costringerà anche ristoranti, bar e takeaway ad introdurre il numero delle calorie dei singoli cibi sui loro menu. Verrà introdotto anche un divieto sulla vendita di energy drink ai bambini: secondo recenti studi, due bambini su tre, di età compresa tra i 10 e i 17 anni che bevono frequentemente energy drink sono legati a maggiori problemi di salute.
Le misure prevedono anche l’introduzione dell’iniziativa «active mile», che incoraggia gli alunni della scuola materna ed elementare a correre, secondo il loro ritmo, almeno 15 minuti al giorno. Le norme relative agli standard alimentari scolastici, invece, verranno aggiornati e migliorati in modo da riflettere le raccomandazioni più recenti sull’assunzione di zucchero e fibre fatte dal Comitato consultivo scientifico sulla nutrizione britannico.
Lo scorso novembre, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (Ocse), ha rilevato che il 26,9% della popolazione britannica aveva un indice di massa corporea di 30 e oltre. Solo cinque altri stati membri dell’Ocse avevano tassi di obesità più elevati, quattro fuori Europa e l’ultimo nell’Europa orientale. L’Ocse ha sottolineato che l’obesità è aumentata del 92% nel Regno Unito dagli anni 90.
Le misure proposte nel «Childhood Obesity Strategy» sono state ampiamente accolte dalle organizzazioni e dagli esperti in campo sanitario, anche se alcuni sono stati delusi dal fatto che i ministri non si siano impegnati a intervenire sulle pubblicità televisive.
Steve Brine, ministro della Salute Pubblica ha affermato: «Abbiamo tutti la responsabilità di agire prima di perdere una generazione di giovani a questa epidemia interamente evitabile. Non possiamo permetterci di perdere tempo, motivo per cui ci stiamo impegnando a dimezzare l’obesità nei prossimi 12 anni con un’azione audace e nuova».
Cristina Di Leva