La nave Astrea dell’Ispra in Calabria…

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Astrea Ispra
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Il principale obiettivo del progetto è quello di ottemperare a quanto richiesto dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE Habitat), recepita in Italia nel 1997 e non ancora applicata in Calabria, che ha lo scopo di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo

La nave oceanografica Astrea dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sarà in Calabria, a partire dal 18 luglio, per partecipare alle operazioni di rilievo morfobatimetrico, in una prima fase sulla costa tirrenica calabrese, utili a produrre gli strati informativi necessari per la realizzazione della cartografia digitale dei Siti di interesse comunitario (Sic) marini presenti in Calabria, nonché alcune aree interessate dal programma Marine Strategy.

Oltre all’Ispra impegnati nel progetto anche l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), attraverso il suo Centro strategia marina, il Centro di studi avanzati di Blanes, appartenente al Consiglio superiore di ricerca scientifica in Spagna (Csic), l’Università degli studi della Calabria, Dipartimento di Ingegneria meccanica energetica e gestionale e Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra e l’Istituto di Geologia ambientale e Geoingegneria del Consiglio nazionale della ricerca (Cnr).

Il principale obiettivo del progetto è quello di ottemperare a quanto richiesto dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE Habitat), recepita in Italia nel 1997 e non ancora applicata in Calabria, che ha lo scopo di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo.
Il progetto consentirà così di colmare gap conoscitivi sullo stato ecologico dell’ecosistema marino costiero calabrese con i seguenti output: cartografia batimerica e bionomica su base digitale per visualizzare lo stato di qualità ambientale di ogni area Sic, distribuzione geografica di tutte le comunità bentoniche osservate e le specie che le compongono, caratteristiche morfologiche, chimico-fisico della colonna d’acqua, valutazione delle pressioni antropiche, impiego del veicolo ASVs e del drone aereo ai fini della sperimentazione di una nuova tecnica cartografica di mappatura dei popolamenti algali della frangia infralitorale, elaborazione statistica dei dati e restituzione dell’indice Prei degli habitat prioritari a Posidonia oceanica, generazione di modelli 3D di aree predefinite all’interno dei Sic marini a partire dai dati ottici acquisiti.

Sulla base delle conoscenze acquisite e rese pubbliche, sarà creata una rete d’attuazione territoriale, tra i diversi enti pubblici, per migliorare la fruibilità delle informazioni e porre in essere piani di gestione che migliorino la conservazione di zone d’interesse comunitario e impediscano ulteriori fonti di deterioramento ambientale laddove riscontrate.
Ricordiamo che ad oggi sono stati individuati da parte delle regioni italiane 2.332 Sic, 1.793 dei quali sono stati designati quali Zone speciali di conservazione (Zsc), e 612 Zone di protezione speciale (Zps), 335 dei quali sono siti di tipo C, ovvero Sic/Zsc  coincidenti con ZPS.
In definitiva, una operazione in cui la nave Astrea dell’Ispra rappresenterà lo strumento che sarà adoperato per le acquisizioni ecografiche con l’utilizzo dell’echosounder Kongsberg EM 2040, un vero e proprio ecoscandaglio multibeam per applicazioni in acqua bassa ad alta risoluzione a banda larga, ideale per qualsiasi applicazione di mappatura e ispezione ad alta risoluzione.

 

Elsa Sciancalepore