Il clima non aspetta, cittadini presenti governanti no

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È tempo che i cittadini, quelli che sanno, conoscono e sono informati, facciano sentire la loro voce ma non ad una cinquantina di amici su FB, ma nelle stanze giuste, sui media, tutti i media, senza tacere di fronte ai negazionisti che sono i portavoce di interessi contrari al pianeta e ai suoi abitanti per un effimero e temporaneo interesse che abbraccia il misero arco di una vita


La seconda stella, delle cinque, è l’ambiente. Una politica pensata e ispirata dalla decrescita felice. Eppure, le azioni che prefigurano una scelta netta in questo campo, ancora non si vedono.

Oggi poteva essere un’occasione per rinfrescare gli impegni ed invece, l’Italia, è drammaticamente assente da un discorso globale.

Nel mondo si celebra una giornata per il clima, per sollecitare i governanti ad intervenire e a mantenere gli impegni presi in oltre 30 anni in cui sono stati segnalati i pericoli di un aggravamento della situazione climatica globale. Ci saranno, oggi, centinaia di manifestazioni, sit in e tavole rotonde, in città sparse per i cinque continenti.

E così, il sempre citato accordo di Parigi si conferma come la boa che ha segnato l’inizio dell’arresto se non della retromarcia.

L’unico a parlarne apertamente è stato il Papa, in occasione della XIII Giornata nazionale per la Custodia del Creato della Conferenza episcopale italiana su «Coltivare l’alleanza con la terra». Mentre la Coldiretti segnala come i cambiamenti climatici con gli eventi estremi che si sono verificati nell’ultimo decennio hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro.

Eppure dovremmo essere in prima fila. L’Italia è un paese fragile geologicamente, che ha difficoltà nel combattere la corruzione, causa principale di una serie di danni a catena che determinano danni ingenti, morti e distruzione.

Ed invece siamo intrappolati in una campagna elettorale senza fine, invischiati in una melassa di problemi inesistenti o presentati per gravi ed in cui i cittadini non riescono a tirarsi fuori perché al «gioco» partecipano tutti. Non ci sono leader che si elevino al di sopra delle povertà tematiche, che si scrollino di dosso i canti delle sirene che frenano e promettono soluzioni vacue. L’alternanza e i capitomboli elettorali invece di essere una garanzia, stanno determinando una instabilità diffusa in cui i mestatori, i campioni del sottobosco politico prolificano aiutati involontariamente dai cittadini.

Siamo intrappolati in tematiche che sono le conseguenze dei cambiamenti climatici (profughi, disastri idrogeologici, aumento delle malattie, vaccinazioni…) e quando abbiamo la possibilità di segnare qualche punto a favore della decarbonizzazione, sbagliamo clamorosamente (caso Ilva).

È tempo che i cittadini, quelli che sanno, conoscono e sono informati, facciano sentire la loro voce ma non ad una cinquantina di amici su FB, ma nelle stanze giuste, sui media, tutti i media, senza tacere di fronte ai negazionisti che sono i portavoce di interessi contrari al pianeta e ai suoi abitanti per un effimero e temporaneo interesse che abbraccia il misero arco di una vita.

Ignazio Lippolis