Wwf: «Situazione fuori controllo, bisogna immediatamente fermare questa strage». Continua l’emergenza bracconaggio
In provincia di Trapani (1) è stato commesso un nuovo gravissimo atto di bracconaggio, l’ennesimo crimine di natura. La vittima questa volta è Pumba (2), un esemplare della rara e minacciata aquila di Bonelli, nato questa primavera e sorvegliato da maggio dalla squadra del progetto Life ConRaSi, grazie ad un trasmettitore satellitare che l’animale indossava sul dorso.
Il giovane rapace è stato recuperato morto mercoledì 26 settembre nelle vicinanze del Lago Rubino, nel Comune di Fulgatore, provincia di Trapani. Pumba si era stabilito intorno ad un invaso e si spostava anche nei campi circostanti. Ma i dati relativi al 25 settembre, inviati dal trasmettitore satellitare, hanno messo in evidenza una sospetta immobilità dell’aquila. Immediatamente sono stati attivati i soccorsi nella zona segnalata dal Gps, ma giunti sul posto purtroppo si è soltanto potuto constatare l’avvenuta morte della giovane aquila.
Recuperata da Luigi Barraco e da Anna Giordano, ornitologa e direttore dell’Oasi Wwf Saline di Trapani e Paceco, l’aquila è stata quindi consegnata al personale dell’ispettorato Ripartimentale delle Foreste del capoluogo per poi essere trasferita all’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia. Qui, effettuati gli accertamenti diagnostici, è emerso che a causare il decesso sono stati i danni causati da una fucilata: 7 pallini di piombo nella zona toracica dell’animale hanno messo fine alla sua breve esistenza.
Il gravissimo atto di bracconaggio risale a lunedì 24, in un periodo in cui la caccia è chiusa. Non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso, stante anche il fatto che il rapace è facilmente riconoscibile.
Aquila fasciata (nome scientifico dell’aquila di Bonelli) è una specie particolarmente protetta dalla Direttiva 2009/147/CE (Uccelli) dell’Unione europea quale specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa. In Italia la specie nidifica solo in Sicilia ed è inserita nella Lista Rossa delle Specie italiane nella categoria «in pericolo critico».
Il Wwf, proprietario del trasmettitore satellitare, metterà a disposizione degli investigatori i dati registrati negli ultimi giorni di vita di Pumba e ha intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo contro il bracconiere.
Pumba e Clara erano al centro di importanti progetti di conservazione, finanziati dall’Unione europea, per cercare di assicurare un futuro diverso altrimenti segnato, stante la condizione delle popolazioni italiane ridotte in pochi decenni ad un numero di coppie talmente ridotto da rischiare l’estinzione.
Il Wwf ribadisce la richiesta di una Task Force anti bracconaggio in Sicilia. Il ripetersi di questi gravissimi crimini di natura solo danneggiano gravemente il patrimonio naturalistico nazionale ed europeo ma causano anche un danno economico importante. Quanti altri animali rari protetti vengono abbattuti senza poter essere ritrovati perché privi di trasmettitore? Va immediatamente fermata questa strage: per questo chiediamo alla magistratura e alle forze dell’ordine di fare ogni sforzo possibile affinché questi criminali vengano assicurati alla giustizia.
(1) La Provincia di Trapani è un’area ricca di biodiversità, caratterizzata da diversi invasi artificiali ma anche da vaste distese di campi dediti al pascolo e all’agricoltura, gli ambienti preferiti dalle giovani aquile che vagano alla ricerca delle loro prede e dove in genere i rapaci in questo periodo dell’anno sono abbondanti per il passo migratorio autunnale, dove si raccolgono e si alimentano prima della traversata del canale di Sicilia diretti verso l’Africa.
(2) Pumba era nato in un sito della Sicilia settentrionale. Era il più grande della nidiata di due pulcini al quale è stato possibile applicare il trasmettitore satellitare. Involatosi dal nido i primi giorni di giugno e dopo due mesi trascorsi nel territorio dei genitori, la giovane aquila ha iniziato la sua vera e propria dispersione nella prima settimana di agosto dirigendosi prima verso nord ovest e poi verso sud e spostandosi lungo tutta la provincia di Trapani. L’aquilotto effettuava ampi spostamenti, anche di un centinaio di chilometri al giorno, alla ricerca di zone ricche di prede.
(Fonte Wwf)