Incontro fra l’Isin e la Slovenian Nuclear Safety Administration. Si rafforza la collaborazione tra sicurezza nucleare e gestione delle emergenze. «Ad oggi, non è in programma la realizzazione di una seconda unità della centrale di Krško»
Trasferimento di informazioni più veloce ed efficace, in caso di emergenze nucleari, e maggiore sicurezza degli impianti nucleari e nella gestione e smaltimento dei rifiuti radioattivi: questi alcuni dei temi affrontati nel corso delle due giornate di confronto, in Slovenia, tra i rappresentanti di Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, e Snsa, Slovenian Nuclear Safety Administration, con la partecipazione dell’Arpa Friuli Venezia Giulia.
Le rispettive Autorità di Sicurezza Nucleare sono impegnate, grazie ad un Accordo bilaterale stipulato nel 2010, a garantire la cooperazione in materia di sicurezza nucleare e il pronto scambio di informazioni in caso di emergenza radiologica e nucleare.
In questo contesto l’Isin è subentrato, dallo scorso 1° agosto, all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) di cui ha ereditato funzioni e compiti.
Nel corso del meeting e della successiva visita presso la centrale nucleare di Krško, l’Autorità slovena ha illustrato le azioni intraprese sull’impianto negli ultimi anni, a seguito dell’evento di Fukushima, al fine di incrementarne i margini di sicurezza a fronte di eventi naturali estremi, compreso il sisma.
Dalla delegazione italiana, alcune proposte finalizzate al perfezionamento delle comunicazioni tra le autorità slovena e italiana in caso di eventuali situazioni incidentali; si è discusso, inoltre, delle problematiche di sicurezza nella gestione dei rifiuti radioattivi e della realizzazione di depositi di smaltimento.
«L’incontro, utile perché ci ha permesso di apprendere le importanti misure di sicurezza adottate recentemente a Krško, è stato anche l’occasione per presentare l’Isin e avviare i contatti, che dovranno essere periodici, per futuri e opportuni reciproci aggiornamenti – ha dichiarato Maurizio Pernice, Direttore generale dell’Ispettorato –. Abbiamo inoltre appurato che, ad oggi, non è in programma la realizzazione di una seconda unità della centrale di Krško».
Lo scambio di informazioni contemplato dall’Accordo prevede, in caso di emergenza, che entrambe le organizzazioni provvedano allo scambio tempestivo delle informazioni circa la natura dell’evento e la sua evoluzione, nonché in merito alle azioni da intraprendere per minimizzarne le conseguenze. Sono stati ulteriormente definiti i meccanismi e le procedure di scambio delle informazioni da adottare ai fini di una migliore attuazione di quanto previsto dall’accordo.
La centrale nucleare di Krško, del tipo ad acqua leggera pressurizzata, venne costruita nel 1974 ed entrò in funzione nell’agosto 1982. Situata lungo il fiume Sava, dista circa 130 km dalla città di Trieste ed è la più vicina ai confini italiani. Nel corso degli anni sono stati attuati continui miglioramenti dell’impianto, secondo gli avanzamenti tecnologici, gli standard internazionali e le prassi derivanti dagli enti di controllo per la sicurezza nucleare, anche a seguito degli «stress test» condotti nell’Unione europea dopo l’incidente di Fukushima.
Andrej Stritar, Direttore generale della Snsa, nell’apprezzare lo spirito di amicizia e collaborazione con il quale si è svolto il meeting, ha sottolineato che la collaborazione con l’Isin rappresenta un contributo per rafforzare la sicurezza nucleare nei due Paesi e ha aggiunto che incontri costanti aiutano a stabilire linee dirette di comunicazione tra il personale di entrambe le organizzazioni, che possono essere molto utili in caso di emergenza. Il Direttore Stritar ha espresso il convincimento che la visita presso la centrale nucleare di Krško potrà essere una ulteriore opportunità per i colleghi italiani di prendere diretta visione dei miglioramenti di sicurezza adottati nella centrale.
(Fonte Isin)