Noemi dà voce al cartoon censurato in TV in Gran Bretagna. Un’indagine di Greenpeace ha scoperto che tra il 2015 e il 2017, 22 dei fornitori di olio di palma di Mondelēz, tra cui Wilmar (il più grande operatore mondiale di olio di palma), hanno distrutto oltre 70mila ettari di foresta pluviale, un’area grande quasi tre volte l’Isola d’Elba
Greenpeace Italia pubblica il video contro la produzione indiscriminata di olio di palma censurato dalla Tv britannica perché giudicato «troppo politico», dopo che la catena dei supermercati Iceland lo aveva scelto per il suo spot natalizio. Il cartoon, doppiato dalla cantante Noemi che ha prestato la sua voce alla Campagna dell’associazione ambientalista, racconta la storia di una bambina e di un piccolo orango «sfrattato» dalla foresta per dare spazio alle piantagioni di palma da olio.
Uno dei maggiori acquirenti al mondo di olio di palma è la multinazionale statunitense Mondelēz International i cui marchi più noti sono i biscotti Oreo e i cracker Ritz.
Un’indagine di Greenpeace ha scoperto che tra il 2015 e il 2017, 22 dei fornitori di olio di palma di Mondelēz, tra cui Wilmar (il più grande operatore mondiale di olio di palma), hanno distrutto oltre 70mila ettari di foresta pluviale, un’area grande quasi tre volte l’Isola d’Elba. Questi fornitori sono stati accusati anche di sfruttamento del lavoro minorile, dei lavoratori, di deforestazione illegale, incendi dolosi e accaparramento di terre.
«Nel 2010 Mondelēz ha promesso di ripulire la propria filiera dall’olio di palma prodotto a discapito delle foreste e dei diritti umani entro il 2020. A meno di 500 giorni dalla scadenza dell’accordo il problema è tutt’altro che risolto. L’olio di palma può essere prodotto senza deforestare, eppure le nostre indagini rivelano che i fornitori di Mondelēz continuano a distruggere preziose foreste che sono anche la casa di animali unici come l’orango», ha detto Martina Borghi, Campagna Foreste di Greenpeace Italia.
Tutte e tre le specie esistenti di orango sono sull’orlo dell’estinzione. Uno studio pubblicato a inizio anno dalla rivista scientifica Current Biology mostra, infatti, che in soli 16 anni abbiamo perso la metà degli oranghi del Borneo. Studi recenti indicano che sia l’orango di Sumatra sia quello di Tapanuli sono stati privati di più della metà del loro habitat tra il 1985 e il 2007. Lo stesso destino riguarda anche la tigre e il rinoceronte di Sumatra.
«Ringraziamo Noemi per aver dato la sua voce a un cartoon che in pochi secondi dimostra come la mano dell’uomo sia capace di distruggere interi ecosistemi, causando l’estinzione di specie uniche e alimentando una crisi climatica globale. Mondelēz – continua Borghi – deve smettere immediatamente di acquistare olio di palma da Wilmar e dagli altri fornitori che continuano a distruggere le foreste e violare i diritti umani. Se le grandi multinazionali non riescono a trovare abbastanza olio di palma prodotto responsabilmente, dovranno iniziare a utilizzarne meno. Qualche merendina non può valere l’estinzione degli oranghi e la perdita di parti della foresta pluviale», conclude Borghi.
(Fonte Greenpeace Italia)