Una sfida che viene da molto lontano e che fa di San Paolo Albanese un laboratorio di cultura, nel quale si stanno sperimentando, da anni, valori, quali: territorio, natura, ambiente, paesaggio identitario, comunità, tradizioni, radici, sperimentazione, innovazione, creatività, nuova cultura e sviluppo, attraverso il lavoro del Museo della Cultura Arbëreshe
Ieri, a Paestum, nell’ambito degli eventi della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, il Comune di San Paolo Albanese ha avuto il privilegio di presentare «Sparta. La lavorazione della ginestra a San Paolo Albanese», cui era stato assegnato, il 25 ottobre, dal Centro universitario europeo per i Beni Culturali europei di Ravello, il Premio «Patrimoni Viventi».
Non è motivo solo di orgoglio, ma anche di autentica sfida al futuro, da parte della piccolissima minoranza etnico-linguistica arbëreshe di San Paolo, che lotta per
– resistere alla rassegnazione, all’abbandono, al declino, all’oblio, e
– costruire lo sviluppo compatibile con le risorse naturali e culturali, comprese le risorse umane, esistenti.
È una sfida che viene da molto lontano e che fa di San Paolo Albanese un laboratorio di cultura, nel quale si stanno sperimentando, da anni, valori, quali: territorio, natura, ambiente, paesaggio identitario, comunità, tradizioni, radici, sperimentazione, innovazione, creatività, nuova cultura e sviluppo, attraverso il lavoro del Museo della Cultura Arbëreshe, del quale, nei giorni 16-18 settembre 2011, è stato inaugurato un nuovo allestimento all’insegna della impostazione progettuale «Musei, Patrimoni e Sviluppo Locale».
Non è casuale, ma premonitrice la parola d’ordine «sviluppo», del quale le Aree interne sono il «Valore Aggiunto» indicato negli Anni 80 dal Progetto Pollino della Regione Basilicata per sostenere l’idea della creazione del Parco nazionale del Pollino. (A. F.)