Cop24, arrivano i politici, veri competenti del clima

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Vengono da un altro pianeta dove non ci sono fenomeni estremi e dove il clima è mite, il mare sempre calmo e i fiumi scorrono come nelle poesie e nei racconti dell’Arcadia e non straripano. Intanto spaccano l’assemblea

Alla Cop24 inizia la settimana decisiva, quella politica, dove entrano in gioco i veri competenti dell’ambiente, coloro che decidono se il clima sta cambiando o no. Vengono da un altro pianeta dove non ci sono fenomeni estremi e dove il clima è mite, il mare sempre calmo e i fiumi scorrono come nelle poesie e nei racconti dell’Arcadia e non straripano. Ed hanno sempre ragione.

I rappresentanti terrestri della Terra, quelli dell’Onu, avevano anni fa incaricato un gruppo di scienziati a studiare quello che stava succedendo sul pianeta (l’Ipcc) e il responso è sempre stato molto severo: le azioni degli umani stavano danneggiando l’equilibrio della Terra.

I politici, fino ad ora, hanno sempre temporeggiato, tanto che i vari trattati sono stati sistematicamente svuotati in modo che non potessero danneggiare la politica e i relativi interessi. Ma ora si sta alzando troppo il tiro ed allora questi politici extraterrestri stanno mettendo le cose in chiaro, definitivamente.

Il mondo va diviso fra quelli che sostengono che un cambiamento ci sia e quelli che lo negano.

Come prima azione va definitivamente denigrato lo studio che hanno fatto i cosiddetti scienziati dell’Ipcc. Come seconda azione vanno stabilite alleanze subito. E così, alcuni portavoce dei politici extraterrestri, e precisamente quelli di Russia, Stati Uniti, Arabia e Kuwait, hanno detto che questo documento degli scienziati non è poi così importante.

E così non sono da prendere sul serio gli allarmi collegati all’aumento delle temperature, attualmente a ruota libera, più verso un aumento di 3 gradi centigradi che di 1,5 come invece previsto negli accordi di Parigi del 2015 (un altro accordo che era fumo negli occhi…).

E così si parte con l’assemblea generale spaccata fra negazionisti e oppositori, non sappiamo ancora se si tratta di tatticismi o se si sta facendo sul serio, non sappiamo se questi quattro paesi petrolieri, portavoce dei politici extraterrestri, saranno isolati o se addirittura se ne aggiungeranno altri.

Grande è la delusione che molti Paesi terrestri non hanno nascosto dichiarando: «non si tratta di questa o quella parola, si tratta di accettare un documento che noi stessi abbiamo commissionato», ha dichiarato dal palco Ruenna Haynes, delegata di St Kitts and Nevis (uno stato insulare dell’America Centrale corrispondente ad un piccolo arcipelago formato da due isole delle Piccole Antille, Saint Kitts e Nevis), riscuotendo l’applauso della platea. «Siamo molto arrabbiati e riteniamo atroce che alcuni paesi abbiano trascurato i messaggi e le conseguenze che questi comportano, non accettando quanto sia obbligatorio agire su questo fronte», ha detto Yamide Dagnet del World Resources Institute e precedentemente della delegazione del Regno Unito: «spero sinceramente che tutti i Paesi combatteranno per questo e che non chiuderemo la Cop24 facendoci sfuggire un momento storico».

Si preannuncia battaglia, quindi, ma la storia, a cui si fa riferimento, è un’altra cosa, ha tempi lunghi. Il problema è che non sappiamo se quando si leggerà la storia ci sarà qualcuno.

I. L.