A bordo, uno spettrometro realizzato dall’industria italiana. In questo modo sarà possibile stabilire con precisione assoluta l’intensità della «fluorescenza», ovvero il tenue bagliore rossastro emesso durante la fotosintesi clorofilliana e impercettibile ad occhio nudo, indice diretto dello stato di salute della vegetazione, componente fondamentale degli ecosistemi con funzioni essenziali per il mantenimento della vita sul nostro pianeta
Un nuovo e attento occhio dallo spazio, che terrà sotto controllo la salute delle vegetazioni di buona parte del nostro pianeta. Si chiama Flex (Fluorescence Explorer), ed è un satellite selezionato nel 2015 nell’ottava missione «Earth Explorer» dell’Esa, con lancio previsto nel 2023; verrà messo in orbita da un lanciatore leggero «Vega» (in gran parte di realizzazione italiana, sviluppato da Avio), e sarà posizionato in un’orbita eliosincrona a un’altitudine di 815 km.
A bordo, ospiterà uno strumento innovativo, denominato Floris, per mappare la fluorescenza della vegetazione terrestre al fine di quantificare l’attività di fotosintesi.
A guidare il programma satellitare, è la Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%) che ha annunciato oggi di aver siglato un contratto con l’Agenzia spaziale europea (Esa). Thales Alenia Space è anche primo contraente industriale del programma ed ha siglato anche un accordo per integrare il contratto che Esa ha assegnato a Leonardo nel 2016 per lo sviluppo dello strumento Floris.
Il programma è stato presentato questa mattina all’Esa, in una conferenza stampa nel corso della quale il satellite e i suoi obiettivi sono stato illustrati da Raphael Berruyer, Program manager Thales Alenia Space, e Enrico Suetta, Responsabile sistemi elettro-ottici e sensori di assetto spaziali di Leonardo.
Lo strumento Floris sviluppato da Leonardo Company, è uno spettrometro a immagini ad alta risoluzione che opera nel campo spettrale. Come strumento principale della missione Flex, rileverà da circa 800 km di quota la luce emessa dalle piante scomponendola nei suoi diversi colori. In questo modo sarà possibile stabilire con precisione assoluta l’intensità della «fluorescenza», ovvero il tenue bagliore rossastro emesso durante la fotosintesi clorofilliana e impercettibile ad occhio nudo, indice diretto dello stato di salute della vegetazione, componente fondamentale degli ecosistemi con funzioni essenziali per il mantenimento della vita sul nostro pianeta: La fotosintesi clorofilliana, attraverso cui, per effetto dei raggi solari, si ha la conversione dell’anidride carbonica dell’atmosfera in carboidrati ricchi di energia e in ossigeno atmosferico, è uno dei processi più importanti sulla Terra da cui dipende la vita.
«Le informazioni provenienti da Flex – spiegano i ricercatori dell’Esa – miglioreranno la nostra comprensione sul passaggio del carbonio dalle piante all’atmosfera e sul ruolo della fotosintesi nei cicli del carbonio e dell’acqua. Ma soprattutto i dati raccolti da Flex ci forniranno una migliore comprensione dello stato di salute delle piante, aspetto particolarmente importante in un contesto in cui la popolazione terrestre in crescita ha un fabbisogno sempre maggiore di alimenti per sé e per gli animali».
Il satellite Flex orbiterà in coppia con uno dei satelliti Sentinel-3 (parte del programma europeo Copernicus), anch’essi realizzati da Thales Alenia Space. Il satellite sfrutterà i sensori ottici e termici di Sentinel-3 per fornire un pacchetto integrato di misure per valutare la salute delle piante.
Antonio Lo Campo