Decine di cavalli periti a causa delle condizioni meteorologiche estreme, sono stati scoperti in un bacino prosciugato vicino a Santa Teresa. Ci sono state anche morie di pesci e pipistrelli
La forte ondata di calore che ha colpito in questi settimane l’Australia sta provocando la morte di diverse dozzine di animali selvatici che abitano il territorio del nord del Paese.
«È terribile sapere che questi bellissimi animali siano morti in questo modo», dice Ralph Turner a «ABC News», l’uomo che ha scoperto le carcasse di 40 cavalli selvaggi in una zona remota vicino a Santa Teresa.
I cavalli in decomposizione sono stati individuati in una piscina prosciugata, nota come «Deep hole», ad 80 kilometri a est di Alice Springs, una remota città nel territorio del nord dell’Australia.
Le foto, pubblicate su Facebook, hanno mostrato gli animali morti sparsi sul terreno bruciato, coperti di polvere e rami. I residenti di Alice Springs hanno dichiarato che i cavalli «saranno probabilmente morti dalla disidratazione e dal caldo estremo». La regione ha infatti registrato un record di 42°C per 12 giorni consecutivi.
Nelle ultime due settimane, l’Australia è stata in preda a un’ardente ondata di caldo, registrando 5 dei suoi 10 giorni più caldi mai osservati. Più di un milione di pesci sono morti in un fiume nel Nuovo Galles del sud a causa delle condizioni aride mentre le morti di pipistrelli sono state riportate su una «scala biblica».
Una città nel New South Wales ha registrato una temperatura notturna di 35,9°C, la temperatura minima più alta mai registrata in Australia, mentre ad Adelaide decine di persone sono state ricoverate in ospedale a causa del caldo. Si prevede che le temperature ad Alice Springs raggiungeranno i 43°C questa settimana, secondo il Bureau of Meteorology.
Il rapporto 2018 sullo stato del clima del Bureau of Meteorology ha associato l’aumento di intensità delle ondate di calore ai cambiamenti climatici. Ha inoltre avvertito di «ulteriori aumenti delle temperature del mare e dell’aria, con più giorni caldi e ondate di calore marine».
Secondo il rapporto del Bureau, il clima del continente si è di fatti riscaldato di poco più di 1°C dal 1910, portando ad un aumento della frequenza di eventi di caldo estremo. Gli oceani si sono riscaldati di circa 1°C dal 1910, contribuendo a ondate di calore marine più lunghe e frequenti. I livelli del mare stanno aumentando estendendo il rischio di inondazione, mentre gli oceani intorno all’Australia si stanno acidificando. Inoltre, le precipitazioni da aprile a ottobre sono diminuite nel sud-ovest del Paese. Nella stessa regione, le precipitazioni di maggio-luglio hanno registrato un calo esorbitante, di circa il 20% dal 1970.
Ma pare che ciò non basti a schiodare l’Australia dal seguire gli Usa, infatti l’Australia è stata la sola nazione ad unirsi agli Stati Uniti in occasione di un incontro pro-carbone durante i colloqui sul clima della Cop24 a Katowice…
Cristina Di Leva