Città invivibili, l’Italia deferita

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Greenpeace: «Notizia purtroppo attesa, bisogna fermare i diesel nelle nostre città». A Milano avviata una programmazione per lo stop ai diesel dal… 2030. Silenzio da Torino, Roma, Palermo

Commentando la notizia del deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia Ue, da parte della Commissione europea, per la ripetuta violazione dei limiti annuali e orari di biossido di azoto (NO2) nell’aria delle città, il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Luca Iacoboni, dichiara:

«Si tratta una notizia purtroppo attesa da tempo. Nelle nostre città occorrerebbe mettere in campo delle roadmap ben definite per bandire i diesel dalle strade, solo così inizieremmo a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo».

Greenpeace da tempo denuncia la grave situazione delle quattro città italiane con il maggior inquinamento da NO2: Torino, Milano, Roma e Palermo.

«Se a Milano è stata avviata una programmazione per lo stop ai diesel, sia pure per una data tardiva come il 2030, non si hanno ancora notizie di iniziative a Torino e Palermo», continua Iacoboni. «A Roma invece più di un anno fa la sindaca Raggi ha promesso un bando dei diesel nel centro storico entro il 2024. Un impegno ambizioso che però non ha ancora visto un solo passo concreto: di recente c’è stato un altro annuncio per il bando degli Euro3 nel prossimo novembre. Ma ancora non abbiamo traccia di passi ufficiali o di una roadmap che spieghi ai cittadini come e quando avranno finalmente il diritto di respirare un’aria migliore. Infine, Greenpeace attende sempre l’adozione del nuovo Piano della Qualità dell’aria della Regione Lazio: anche su questo fronte registriamo ben poche novità», conclude Iacoboni.

Il biossido di azoto negli ambienti urbani proviene per il 70-80 per cento dal settore dei trasporti, e in massima parte dai diesel. Si tratta di una molecola classificata come «certamente cancerogena» e i suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache.

 

(Fonte Greenpeace)