I dati emergono dall’Annuario dei dati ambientali dell’Ispra. Un Rapporto che quest’anno attraverso ben 7 versioni (Banca dati indicatori, Annuario dei dati ambientali, versione integrale, Dati sull’ambiente, Annuario in cifre, Ricapitolando… l’ambiente, Versione multimediale, Giornalino) restituisce un quadro preciso e dettagliato della situazione ambientale in Italia, soddisfacendo la richiesta di conoscenza delle principali tematiche e di libero accesso ai dati da parte di un pubblico esteso che include il comune cittadino, i tecnici, i ricercatori, i decisori politici
È stata presentata la sedicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali dell’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) e del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).Un lavoro che si configura quale insieme di dati e informazioni ufficiali sull’ambiente più completa e valida pubblicata in Italia con continuità. Una banca dati con 306 indicatori, tra cui 9 new entry, per un totale di 150.000 dati, organizzati in 460 tabelle e 635 grafici. Biodiversità, Clima, Inquinamento atmosferico, Qualità delle acque interne, Mare e ambiente costiero, Suolo, Rifiuti, Agenti fisici sono solo alcuni dei temi trattati nell’edizione 2018 dell’Annuario.
Dissesto idrogeologico
E allora analizziamo alcuni dati di dettaglio suddivisi per temi. Cominciamo dal dissesto idrogeologico…
I principali eventi di frana nel 2017 sono stati 172 e hanno causato complessivamente 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Diverse sono state le frane che si sono attivate/riattivate in Abruzzo, sia a causa dello scioglimento della neve caduta nell’eccezionale nevicata del 18 gennaio del 2017, sia delle intense precipitazioni. In Italia, oltre 6 milioni di abitanti sono residenti in aree a pericolosità idraulica media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.
Dal punto di vista della sismicità, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato Magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila. I terremoti di Magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nell’area epicentrale della sequenza del Centro Italia. Degno di rilievo è, inoltre, il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia il 21 agosto che, seppure di Magnitudo 4, ha procurato molti danni al patrimonio edilizio e 2 vittime. Nel 2017 nessun evento sismico ha raggiunto Magnitudo 6.
Clima
Proseguiamo quindi con il clima e l’inquinamento atmosferico…
La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità. Con una precipitazione cumulata media al di sotto della norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più «secchi» dell’intera serie dal 1961. È stata di +1,30°C l’anomalia della temperatura media in Italia, superiore a quella globale sulla terra ferma (+1,20°C). Le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%. Il valore limite giornaliero (50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Complessivamente, però, dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del -33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.
Biodiversità
Passando quindi alla biodiversità, si evidenzia come la fauna in Italia conti oltre 60.000 entità e la nostra flora 8.195 entità di piante vascolari e 3.873 entità non vascolari. Volendo fare un confronto con l’Europa, per quanto riguarda la fauna, tra gli insetti, gli Ortotteri (grilli e cavallette) sono circa il triplo di quelli della Polonia, il decuplo della Gran Bretagna e della Norvegia e oltre 150 volte quelli dell’Islanda e il numero di specie dei Lepidotteri (farfalle) è più del doppio di quello della Gran Bretagna.
Resta alto il livello di minaccia: 120 specie di vertebrati terrestri sono minacciate per la perdita e la degradazione di habitat; sono 3.182 specie alloctone introdotte in Italia e potenzialmente invasive; tra i vertebrati, sono minacciati gli anfibi (36%) e i pesci ossei di acqua dolce (48%). Particolarmente minacciate il 42% delle 202 specie tutelate dalla Direttiva Habitat.
Il mare
L’Annuario analizza poi il mare con più dell’89% delle acque costiere di balneazione che è in classe eccellente nel quinquennio 2014-2017. Nel 2017 lo stato di qualità delle acque costiere di balneazione, in relazione ai fattori igienico sanitari, ricade in classe eccellente per l’89,7%, buona per il 5,4%. Il distretto della Sardegna si conferma migliore dal punto di vista della qualità chimica delle acque marino costiere: il 90% presenta infatti uno stato chimico «buono».
La presenza dell’alga tossica Ostreoptis ovata nel 2017 è stata riscontrata in 10 regioni costiere e assente in Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto.
Passando alla qualità delle acque interne (fiumi e laghi) il Rapporto evidenzia che su 7.493 fiumi, il 43% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% quello di qualità per lo stato chimico. Su 347 laghi, il 20% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 48% quello di qualità per lo stato chimico.
Inquinamenti elettromagnetico e acustico
Si esaminano quindi gli agenti fisici (elettromagnetismo, rumore).
Dal luglio 1998 al luglio 2018, sono stati 635 i superamenti dei limiti di legge degli impianti Radiotelevisivi (Rtv) e 119 quelli di Stazioni Radio Base (Srb). In diminuzione dal 2016 al 2017 gli impianti Rtv (-4%), mentre aumentano i servizi e i siti degli impianti Srb rispettivamente dell’11% e del 3%.
Il 32,1% delle sorgenti di rumore sottoposte al controllo del Snpa, presenta almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa, evidenziando un problema di inquinamento acustico. Il 61% dei comuni ha approvato la classificazione acustica (suddivisione del territorio urbanizzato in aree acustiche omogenee); le regioni del Nord sono le più virtuose nel 2017, le regioni con la percentuale di comuni zonizzati superiore al 90% sono Valle d’Aosta (100%), Marche (97%), Lombardia e Toscana (96%), Veneto (91%).
Agricoltura
Il Rapporto analizza poi le emissioni in agricoltura e le aziende bio.
Le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, derivano principalmente dalle forme intensive praticate negli ultimi decenni, dall’utilizzo esteso di fertilizzanti sintetici e organici e dalla gestione degli allevamenti. La revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione (Nec) ha stabilito i nuovi obiettivi di riduzione al 2020 e 2030: per l’Italia, tali obiettivi saranno di 403,13 migliaia di tonnellate (kt) di emissioni nazionali di ammoniaca al 2020 (riduzione del 5% rispetto al 2005) e di 356,45 kt al 2030 (riduzione del 16% rispetto al 2005). Nel 2016 il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 358,47 kt di ammoniaca, pari al 93,8% del totale nazionale. L’andamento delle emissioni di ammoniaca è in linea con gli obiettivi fissati.
Dal 1990, in crescita l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della Superficie agricola utilizzata (Sau) nazionale e il 5,8% delle aziende agricole. Nel 2017 le superfici già convertite e quelle in via di conversione bio sono state pari a 1.908.653 ettari (+6,3% rispetto al 2016). Sicilia, Puglia, Calabria le regioni che da sole rappresentano il 46% dell’intera superficie biologica nazionale.
La chimica
Relativamente agli agenti chimici l’Italia è il 3° produttore di agenti chimici in Europa, dopo Germania e Francia e il decimo nel mondo; 2.800 sono infatti le imprese chimiche nel nostro Paese ed occupano circa 108.000 addetti altamente qualificati, ma l’uso dei prodotti chimici interessa tutti i settori produttivi. In particolare, i pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti, pari al 23,9% del totale.
Infine nelle valutazioni, autorizzazioni e certificazioni ambientali, la procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via) si conclude positivamente nell’84% dei casi nel 2017; su 44 decreti Via emanati, 37 sono positivi e solo 7 negativi. Nel 2017 sono stati rilasciati inoltre 1.849 certificati Emas; le organizzazioni più attive sono quelle del settore rifiuti e recupero materiali con 278 registrazioni: 364 le licenze Ecolabel Ue per un totale di 9.333 prodotti/servizi certificati.
Un Rapporto che quest’anno attraverso ben 7 versioni (Banca dati indicatori, Annuario dei dati ambientali, versione integrale, Dati sull’ambiente, Annuario in cifre, Ricapitolando… l’ambiente, Versione multimediale, Giornalino) restituisce un quadro preciso e dettagliato della situazione ambientale in Italia, soddisfacendo la richiesta di conoscenza delle principali tematiche e di libero accesso ai dati da parte di un pubblico esteso che include il comune cittadino, i tecnici, i ricercatori, i decisori politici.
In particolare, i temi ambientali affrontati sono centrali rispetto alla sfida politica, sempre più urgente di proteggere l’ambiente e le sue preziose risorse dall’inquinamento, dalla desertificazione, dai cambiamenti climatici, dal degrado; superando la fragilità di un territorio fortemente esposto non soltanto a rischi naturali, come quello sismico e idrogeologico, ma soprattutto a pressioni antropiche ad alto impatto. L’Annuario, pertanto, descrive oggettivamente, con dati aggiornati, lo scenario ambientale di riferimento per il prossimo percorso politico che il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) intende intraprendere, delineato nell’«Atto di indirizzo sulle Priorità politiche (2019-2021)»: Sostenere e mettere a sistema gli impegni e gli accordi assunti a livello europeo e internazionale per lo sviluppo sostenibile.
Un Annuario che, inoltre, si rivela uno strumento particolarmente adatto a monitorare il conseguimento degli Sustainable Development Goals (SDGs) formulati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. In linea con gli indirizzi politici del Ministero, e per fornire un adeguato supporto, l’Ispra sviluppa le tecniche di reporting ambientale e le rende sempre più moderne dal punto di vista metodologico e tecnologico svolgendo la sua fondamentale missione di comunicare l’ambiente, con l’obiettivo strategico principale di orientare verso la sostenibilità i comportamenti, le scelte di consumo e gli stili di vita dei cittadini.
Perché è solo grazie alla conoscenza e alla diffusione di informazioni sullo stato dell’ambiente fondate su basi scientifiche e consolidate che è favorito quel «pensare verde» da cui nascono e si alimentano i concetti di sviluppo sostenibile e di economia circolare, un modello di economia che si rigenera mettendo al centro il riciclo della materia, per una maggiore efficienza e sempre minori sprechi.
Elsa Sciancalepore