È un nuovo modulo-cargo made in Italy. L’attracco è avvenuto il 19 aprile, grazie al braccio robotizzato canadese manovrato dall’astronauta Anne Mc Clain, e gli astronauti sono ancora oggi impegnati a trasferire sulla Stazione spaziale le 3,4 tonnellate di materiali, quasi tutti chiusi in grossi scatoloni cubici, e poi trasferire sul Cygnus i materiali di scarto
Se per Space X non è stata una Pasqua delle migliori, con l’esplosione durante un test della nuova capsula Crew Dragon causata da un guasto al sistema di propulsione, per un’altra compagnia privata statunitense che opera nel settore spaziale, la Orbital Sciences, è stato registrato un nuovo successo. Un razzo vettore «Antares», costruito dalla Northrop Grumman, ha posizionato regolarmente in orbita e indirizzato verso la Stazione spaziale internazionale un modulo-cargo che ha trasportato attrezzature, materiali vari, e viveri, agli astronauti. Si tratta in buona parte di esperimenti biomedici e farmeceutici, esperimenti tecnologici, micro-satelliti universitari, e cibo.
È il modulo «Cygnus», il numero 11 della serie di moduli che la Orbital ha realizzato assieme alla Thales Alenia Space, che assembla, integra e realizza componenti della struttura negli stabilimenti di Torino. Questo undicesimo Cygnus è stato chiamato «Roger chaffee», in omaggio all’astronauta della prevista missione Apollo 1, perito nell’incendio scoppiato nella navicella a Cape Kennedy durante un test sulla rampa, il 27 gennaio 1967 assieme a Gus Grissom e Ed White.
Il modulo-cargo, una volta messo in orbita dal razzo Antares partito dalla base di Wallops Island, in Virginia, e una volta dispiegati i pannelli solari, si è diretto verso la Stazione, che ha raggiunto in 48 ore grazie al sistema di propulsione russo RD-181: l’attracco è avvenuto il 19 aprile, grazie al braccio robotizzato canadese manovrato dall’astronauta Anne Mc Clain, e gli astronauti sono ancora oggi impegnati a trasferire sulla Stazione spaziale le 3,4 tonnellate di materiali, quasi tutti chiusi in grossi scatoloni cubici, e poi trasferire sul Cygnus i materiali di scarto.
Il modulo, infatti, verrà poi distaccato, sempre grazie al braccio robotizzato della Stazione manovrato dagli astronauti, e verrà poi fatto disintegrare negli strati atmosferici (senza danni o pericoli per eventuali frammenti in caduta).
«È stato un lancio bellissimo — ha commentato Joel Montelbano, direttore aggiunto Nasa (di origini italiane) per il programma della Stazione spaziale internazionale —. È straordinario disporre di un altro veicolo cargo così carico di materiali alla stazione!».
Studenti di 70 istituti scolastici hanno realizzato i «ThinSat», dei microsatelliti, trasportati da Cygnus 11 sulla Iss a scopo didattico e tecnologico. I microsatelliti verranno poi lanciati dalla Stazione spaziale a una quota bassa, di 201 chilometri, per compiere studi su quella regione ancora poco esplorata dello spazio, dove l’attrazione terrestre si fa sentire, e i satelliti tendono a ricadere in tempi brevi negli strati atmosferici. I satelliti degli studenti americani invece sono stati realizzati per restare per 10 giorni in questa «fetta» di spazio, inviare dati a terra e ricadere.
Il programma di sviluppo dei veicoli-cargo Cygnus, di classe più piccola rispetto ai moduli della Iss, ma capienti e versatili in grado di essere lanciati in più elementi, fa parte di un contratto commerciale siglato nel 2008 dalla Orbital Sciences con la Nasa. Nel quadro della collaborazione industriale vi è anche Thales Alenia Space (joint venture tra la francese Thales e l’italiana Leonardo), che ha già realizzato buona parte della struttura, sistemi termici e altre componenti di circa il 45 per cento delle aree abitabili della Stazione spaziale internazionale. Il lancio del prossimo Cygnus, numero 12, è in programma per il prossimo ottobre.
Antonio Lo Campo