Alberi nel mirino, intervengano i cittadini

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Tassi: «Ecco un estremo allarme per contrastare la corsa al taglio dei boschi, giustificato con l’assurdo pretesto che, essendo stati riscontrati parassiti sui alcuni pini, tutti gli alberi potrebbero ammalarsi e forse morire. Complimenti! È come se all’arrivo dell’inverno, per evitare che gli anziani contraggano una brutta influenza, noi decidessimo di evitarlo, sterminandoli tutti subito»

Ormai in Italia la ragione è latitante in tutti i campi, la libertà di parola e di pensiero si è confusa con la libertà di ignoranza. Dagli interventi sugli alberi ammalati alla gestione dei parchi, dal rispetto degli equilibri marini ai cambiamenti climatici. Tutti parlano su tutto e gli specialisti sono inascoltati. Si va accelerando quel fenomeno iniziato con l’Antropocene che ci porterà dritti dritti verso l’estinzione.
Un ultimo caso quello degli alberi: dalle capitozzature estreme agli interventi «curativi» per salvarli. E ora è il turno di alcune pinete.
«La grande guerra nazionale contro gli alberi — dice Franco Tassi, Centro parchi internazionale — soprattutto nella civilissima Regione Toscana, ha ormai raggiunto livelli inimmaginabili, e viene seguita a livello internazionale come una vera farsa demenziale… Seguiamo qui le più recenti battute, ecco un estremo allarme per contrastare la corsa al taglio dei boschi, giustificato con l’assurdo pretesto che, essendo stati riscontrati parassiti sui alcuni pini, tutti gli alberi potrebbero ammalarsi e forse morire. Complimenti! È come se all’arrivo dell’inverno, per evitare che gli anziani contraggano una brutta influenza, noi decidessimo di evitarlo, sterminandoli tutti subito».
«E pensare — continua Franco Tassi — che questo avviene nella Regione dove, all’alba del Terzo Millennio, al Palazzo Vecchio di Firenze, l’Italia aveva sottoscritto solennemente la fondamentale Convenzione del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Paesaggio? Foreste? Boschi? Pinete litoranee? Ma forse, i sommi reggitori della cosa pubblica lo hanno completamente dimenticato…».
È desolante, veramente desolante. E Franco Tassi ha pagato di persona la sua coerenza scientifica, cacciato dalla direzione del Parco d’Abruzzo, messo sotto accusa con motivazioni risibili, ha dovuto difendersi e perdere tempo, sonno e dignità fino all’assoluzione totale. Con quale risultato? che quelli che volevano la distruzione del Parco hanno potuto agire indisturbati.
Noi non abbiamo mai spento la voce di Franco Tassi, consapevoli della sua innocenza e del suo ruolo nel panorama ambientale italiano. E ne abbiamo anche subito le conseguenze… Solo ora, si sta dipanando il velo del silenzio, grazie ad un’opportuna intervista andata in onda su Rai3 Tgr Abruzzo (Dal 13,11 minuto il prof. Franco Tassi)
E quindi ecco Tassi, che a proposito degli alberi torna a dare battaglia, una delle poche voci del mondo ambientale.
«Siamo ormai alle comiche! Se si dovesse abbattere ogni albero, perché vi si è riscontrata o ipotizzata la presenza di un normale insetto xylofago, tanto varrà decidere subito di tagliare tutto, radendo al suolo il manto verde dell’Italia. In questo modo non avremo più quegli insetti, ma neppure gli uccelli e gli altri animali della catena alimentare che se ne cibano, e si vivrebbe finalmente nel deserto assoluto.
«La giustificazione del taglio — sottolinea Tassi — a causa dell’insetto xylofago (o meglio della sua larva, detta dai valentissimi sterminatori “baco”) è ben nota come “la scusa dell’ignoranza”, ovvero “il comodo pretesto della malafede”, e non rappresenta certo una novità. Costituiva, nei manuali e nelle lezioni di Conservazione della Natura, la migliore prova regina dell’imperante “analfabetismo ecologico”. Qualcuno potrebbe spiegare ai solerti tagliatori che quegli insetti, come gli alberi a cui sono legati, sono sempre esistiti. E a parte qualche rara eccezione in situazioni del tutto particolari, non sono killer senza scampo, ma semplici e ben noti “parassiti secondari”. Ma parlare alle orecchie sigillate, o ai cervelli pietrificati potrebbe non servire a nulla… E allora sarà il caso di suggerire alla Regione Toscana, e ai suoi superesperti, di tagliare anche tutti i faggi, perché talvolta vi è stata osservata la Rosalia alpina, come appare sulla Copertina del loro bel Libro Rosso…
«Si potrebbe scrivere un Rapporto completo e inconfutabile su questo tema, ma lo abbiamo fatto più volte nel quadro dell’attività del Gruppo Salviamo le Pinete, basterà andare a rileggere. Oppure regalare agli eccellentissimi interlocutori qualche pubblicazione scientifica, che spieghi cosa significhi il dinamismo dell’equilibrio ecologico.
«Ma forse, a queste moderne bande di “Lanzichenecchi al sacco di Roma”, come li definiva Antonio Cederna, la verità verrà presto urlata in faccia dai loro figli e nipoti!».
Quanto somiglia questa storia alla vicenda della Xylella… Sembra quasi che il metodo Xylella faccia scuola… Non sarebbe il caso di svegliarsi?
Provate a leggere la vicenda delle pinete e vedrete quante analogie…

 

I. L.