È stato uno dei pionieri della ricerca sui radicali liberi e gli antiossidanti scrivendo uno dei primi volumi «Antioxydants et vieillissement» (1994)
Il grande Soldato francese Guy Jadot è salito in cielo ieri. Non era un soldato semplice, come amava definirsi. È stato un capitano d’Industria, tra l’altro capo del Business development della Schering Plough per l’Europa, con cui tentammo un programma comune di ricerca sulla farmacoelettrodinamica che Guy era venuto a osservare in una giornata durante i test che svolgevo al Comando Generale della GdF a Roma, e unico nel bel mondo della ricerca e dell’Industria farmaceutica, aveva apprezzato i rilevanti progressi accessibili alla pratica medica e alla farmacologia.
Guy Jadot era un uomo straordinario, uno stratega militare e un visionario della società nonostante i suoi obblighi istituzionali lo legassero a missioni e compiti che non sempre condivideva, ma che da soldato eseguiva con efficienza tipica del guerriero dei deserti.
La sua competenza scientifica medica e farmacologia era vasta come segnalano i numerosi libri che ci ha lasciato tra cui l’ultimo sulla dieta mediterranea «Le régime crétois prévient les maladies invalidantes du XXIème siècle» (2018).
Combatteva molto contro il decadimento cognitivo a cui aveva dedicato molti progetti e un libro «Prévention et traitements actuels de la maladie d’Alzheimer» (2003).
È stato uno dei pionieri della ricerca sui radicali liberi e gli antiossidanti scrivendo uno dei primi volumi «Antioxydants et vieillissement» (1994), di cui ci parlò anche a Briançon dove ci incontrammo una ventina di anni fa iniziando un sodalizio su opposte barricate che si è spezzato ieri quando ho ricevuto la notizia della sua morte.
Era un grande farmacologo che aveva lavorato sulla farmacocinetica «La demi-vie d’élimination des médicaments en pratique médicale quotidienne» (1991), sugli enzimi «Les superoxyde-dismutases» (1988), sulla ricerca sui ratti «Le Rat de laboratoire» (1981).
Anche per questo fu chiamato a dirigere il settore farmaceutico di un vasto raggruppamento di imprese per lo sviluppo di nuovi farmaci.
Con la sua prematura scomparsa la Francia e l’Europa perdono un grande Capitano militare e d’industria. Un esempio di dedizione allo Stato e alla Missione che gli è stata assegnata. Un esempio per l’Europa che, se vuole diventare una grande realtà, ha bisogno di uomini come Guy che hanno contribuito alla Grandeur Francese e che avrebbe voluto contribuire ad un Esercito europeo che abbiamo tentato di incoraggiare con un long week end che fu bloccato per ragioni non precisate, forse legate ai sovranismi che esistevano ben prima dei nuovi sovranisti dell’ultima ora, che sono il vero rischio per l’Europa nel nuovo Millennio, che si presenta in giro nei teatri di crisi, con 27 comandi scoordinati quando va bene.
Cher ami, riposa in cielo dopo le tue ultime battaglie, e ispira i tuoi compatrioti alla grandezza di spirito e di visione che tu hai sempre avuto e che ti ha elevato in alto tra i grandi di ogni tempo.
Vincenzo Valenzi
I funerali di Guy si svolgeranno a Castagnier sulle Alpi Marittime, venerdì 14 giugno alle 15:30