Pubblicato il Rapporto Ispra. La produzione nazionale dei rifiuti speciali, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016) con un aumento della produzione solo dei rifiuti non pericolosi (+3,1%) e una produzione stabile dei rifiuti pericolosi (+0,6%, corrispondente a 60mila tonnellate). Nel 2017 i rifiuti importati sono stati il doppio di quelli esportati
Ancora in aumento la produzione nazionale dei rifiuti speciali che, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016) con un aumento della produzione solo dei rifiuti non pericolosi (+3,1%) e una produzione stabile dei rifiuti pericolosi (+0,6%, corrispondente a 60mila tonnellate).
È stato pubblicato il Rapporto rifiuti speciali, Edizione 2019 che, giunto alla sua diciottesima edizione, rappresenta il frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), con il contributo delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art. 189 del d.lgs. n. 152/2006.
Un rapporto che fornisce i dati, all’anno 2017, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, per la gestione anche a livello provinciale e sull’import/export, dati elaborati a partire dalle informazioni contenute nelle banche dati dei modelli unici di dichiarazione (Mud) relative alle dichiarazioni annuali effettuate ai sensi della normativa di settore.
I rifiuti complessivamente gestiti aumentano del 4% e l’Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7% delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell’8,4% di quelle destinate allo smaltimento.
Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate). La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96% rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824mila tonnellate e dall’Austria, 733mila tonnellate. I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia. Il 68% dei rifiuti esportati (poco più di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi.
Il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni, che con oltre 57 milioni di tonnellate, concorre al 41% del totale prodotto. A livello di macroarea geografica è il nord che produce più rifiuti speciali, quasi 81 milioni di tonnellate (pari, in termini percentuali, al 58,3% del dato complessivo nazionale), seguita dal sud con quasi 33 milioni di tonnellate (23,7%) e dal centro con circa 25 milioni di tonnellate (18% del totale nazionale). La Lombardia produce il 22,2% del totale dei rifiuti speciali generati (30,8 milioni di tonnellate) seguita dal Veneto e dall’emilia-romagna con circa il 10% della produzione nazionale (rispettivamente pari a 15,1 milioni di tonnellate e 13,7 milioni di tonnellate). Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 11.209 di cui 6.415 situati al nord, 2.165 al centro e 2.629 al sud.
Circa 20,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati, in luogo delle materie prime, all’interno del ciclo produttivo in 1.307 impianti industriali. Tali stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale.
Il recupero di rifiuti inorganici riguarda oltre 54 milioni di tonnellate (quasi il 37% del totale gestito). Tali rifiuti derivano, prevalentemente, dalle attività di costruzione e demolizione (44,8 milioni di tonnellate) e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano, rispettivamente, il 13,6% e l’8,4% del totale gestito. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre l’incenerimento interessa più di 1 milione di tonnellate. Sono smaltiti in discarica 12 milioni di tonnellate di rifiuti (l’8,2% del totale gestito) di cui circa 10,9 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi.
Un rapporto, insieme di dati certificati, omogenei, completi sui rifiuti, che, come sottoscritto dal ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, rappresenta un punto di partenza indispensabile soprattutto in questo momento in cui il ministero sta portando avanti il recepimento del «Pacchetto rifiuti» che cambierà totalmente la normativa di settore, non limitandosi ad una mera trasposizione della nuova disciplina europea nel nostro ordinamento ma individuando tutte le misure necessarie a livello nazionale per far decollare realmente l’economia circolare.
E se è vero che il recupero di rifiuto in Italia aumenta non può non evidenziarsi un aumento anche della produzione dei rifiuti nel suo complesso oltre che criticità regionali ad un quadro impiantistico che non risulta idoneo a garantire la piena gestione dei rifiuti secondo la strategia delle «tre erre»: ridurre, riutilizzare, riciclare.
Elsa Sciancalepore