Xylella fastidiosa, l’epidemia che non c’è

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I dati degli ultimi monitoraggi smentiscono l’idea dell’epidemia: l’1% di piante infette nella zona di contenimento e il 2,5% nella zona infetta! E, intanto, spunta la notizia di un olivo infetto a Corato noto almeno dal 2016!

Pubblichiamo una nota dell’Associazione «Terra d’Egnazia» Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio – Valle d’Itria Il Popolo degli Ulivi.

Una nota amara da cui si evince come il polverone alzato per una fantomatica epidemia di Xylella avesse ben altri scopi non tutti ancora messi a fuoco.

Si spera nell’azione della giustizia.

In seguito all’istanza di accesso agli atti, presentata dall’Associazione Terra d’Egnazia presso l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in cui si chiedevano i dati del monitoraggio 2018/2019, è finalmente arrivata (dopo più di due mesi dalla richiesta) la risposta da parte dell’Osservatorio.

I dati ufficiali dell’ultimo monitoraggio e i risultati delle relative analisi molecolari dimostrano che:

– in zona infetta sono state campionate e analizzate 31.208 piante, di cui 779 sono risultate infette da Xylella fastidiosa, il che corrisponde al 2,5 % di piante infette sul totale;

– in zona contenimento sono state campionate e analizzate 21.461 piante, di cui 214 infette, il che corrisponde all’1 % di piante infette sul totale;

– in zona cuscinetto sono state analizzate 6.965 piante e (a parte la pianta di olivo di Monopoli risultata prima positiva e poi, in seguito al sequestro della Procura di Bari, negativa!) nessun’altra pianta è risultata infetta dal batterio.

Questi dati ci consentono di ritornare a dire con forza che non c’è nessuna epidemia in atto, così come ha anche dichiarato il dott. Misciagna, epidemiologo e componente della Task Force voluta dalla Regione Puglia.

A proposito di questa fantasiosa epidemia il dott. Misciagna ha inoltre affermato in suo ultimo scritto del 2019 che «l’epidemiologia descrittiva del codiro e della Xylella e l’epidemiologia analitica causale del rapporto tra Xylella fastidiosa e disseccamento rapido dell’ulivo sono ancora agli albori in Puglia, per usare un eufemismo, e che l’abbattimento degli alberi di ulivo non ammalati, anche con la Xylella “presente” (tra virgolette, perché tutte le procedure diagnostiche sono, ci sembra, abbastanza aleatorie), sia per lo meno prematuro. Non vorremmo che i nostri ulivi, che hanno resistito per secoli a intemperie di ogni tipo, donandoci i loro frutti benefici per la salute e la loro bellissima presenza, siano alla fine sterminati da ignoranza, stupidità e in qualche caso addirittura malafede dell’uomo. Per ironia della sorte questo potrebbe accadere proprio nel momento in cui sta trionfando la Dieta Mediterranea, che vede l’olio di oliva di qualità al centro di questo modello alimentare salutistico, e sta esplodendo il turismo estero, attratto anche dalla immensa e bellissima foresta di ulivi che caratterizza la nostra regione».

Altro fatto tanto importante quanto sconvolgente è la notizia che in agro di Corato è presente una pianta di olivo infetta da Xylella almeno fin dal 2016 e che, soprattutto, questo era noto all’Efsa!

In data 24 luglio, in occasione della presentazione del libro «La Puglia degli Ulivi. Dopo la Xylella» di Piero Tateo tenutasi a Castello Marchionne (S.P. Conversano-Putignano), è stato affermato, alla presenza del Presidente Michele Emiliano, l’esistenza di un albero di ulivo risultato positivo alla Xylella fastidiosa fra le province di Bari e BAT, noto da febbraio 2016. In seguito alla verifica da noi effettuata in data 25 luglio 2019 risulta all’indirizzo: «cartografia.sit.puglia.it/doc/4378ax1.xlsx» la presenza del file excel denominato «Appendix to: EFSA (European Food Safety Authority), 2016. Scientific report on the update of a database of host plants of Xylella fastidiosa». EFSA Journal 2016;14(2):4378, 40 pp. doi:10.2903/j.efsa.2016.4378, dal quale si evince la localizzazione di un ulivo risultato positivo alla Xylella fastidiosa a nord di Bari, sulla base di analisi molecolari. Tale file è presente all’indirizzo: «https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.2903/j.efsa.2016.4378» alla sezione «Supporting Information» del Rapporto Efsa dal titolo «Update of a database of host plants of Xylella fastidiosa: 20 November 2015», pubblicato il 9 febbraio 2016.

Detto questo, ci chiediamo come sia possibile che né la Regione Puglia né l’Osservatorio Fitosanitario, abbiano mai proferito parola in merito? Tale notizia dimostra (ancora una volta se ce ne fosse bisogno) che non è la Xylella a far seccare gli alberi e che, soprattutto, il batterio è endemico e quindi non è più eradicabile! Questo significa che le misure di lotta al batterio oltre ad essere inefficaci (come riporta la letteratura scientifica e come già noto da tempo all’Efsa) sono anche assurde.

È sempre più evidente che l’obiettivo di tali misure è quello di liberare il suolo dagli alberi di olivo secolari (definiti dalle associazioni di categoria un «ostacolo normativo») e il territorio dall’economia locale per far posto alle colture superintensive e ai circuiti del mercato globale, con buona pace anche per l’ambiente, il clima e la salute! Il nostro auspicio è che la Procura di Bari faccia luce su questa grave vicenda e sugli elementi recentemente emersi prima che i nostri ulivi vengano tutti dati a fuoco e la nostra Terra venga irrimediabilmente distrutta dall’arroganza del potere e dagli appetiti di qualche speculatore senza coscienza.

(Fonte Associazione «Terra d’Egnazia» Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio – Valle d’Itria Il Popolo degli Ulivi)