Lo scempio continua, addio agli alberi di Firenze

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Firenze duomo
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A distanza di 19 anni dalla Convenzione europea del Paesaggio, Firenze si appresta a celebrarlo con grande impegno, ma in modo del tutto originale: devastando lo scenario urbano, da Piazza Vittoria alle Cascine, con geniali e costosi progetti di «riqualificazione», frantumando lo straordinario patrimonio arboreo, di grande valore culturale, storico, ecologico, naturalistico e paesaggistico, che costituiva il vanto e l’immagine della città

Il 20 Ottobre 2000, al Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio, a Firenze, veniva solennemente presentata la Convenzione europea del Paesaggio, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000 a Strasburgo, con l’alta finalità di promuovere la protezione, la gestione e la pianificazione dei paesaggi europei, e di favorire la cooperazione europea. Vi aderirono poi i principali Stati d’Europa, compresa l’Italia, che la ratificò nel 2006.

A distanza di 19 anni dall’Evento, Firenze si appresta a celebrarlo con grande impegno, ma in modo del tutto originale: devastando lo scenario urbano, da Piazza Vittoria alle Cascine, con geniali e costosi progetti di «riqualificazione», frantumando lo straordinario patrimonio arboreo, di grande valore culturale, storico, ecologico, naturalistico e paesaggistico, che costituiva il vanto e l’immagine della città. Continuando ad abbattere, uno dopo l’altro, splendidi alberi sanissimi, con la benedizione dei propri «superesperti», e nonostante le vibrate proteste dei cittadini, si prevede che il prossimo 20 Ottobre questo Anniversario sarà festeggiato con lo spettacolo di una nuova Firenze: una città «mineralizzata» ben povera di verde, ossigeno, frescura e biodiversità.

Assai diversa dall’immagine che tutta l’Europa avrebbe voluto ammirare: quella di una città dell’arte, attenta alla propria identità e alla qualità della vita degli abitanti, gelosa custode del proprio paesaggio urbano. È probabile che, al posto dei patriarchi abbattuti, verranno collocate giovani piantine, magari «peri cinesi»: che tuttavia, se non curate adeguatamente, potrebbero ben presto morire disseccate, come già avvenuto in precedenza in casi analoghi. Alle proteste dei cittadini, le squadre dei «tagliatori» hanno risposto con operazioni di stampo «paramilitare», assistite dalla «forza pubblica».

«Credevamo che gli agenti venissero a bloccare lo scempio, verbalizzando gli abusi — ecco lo sconsolato commento di un anziano manifestante — e invece sono stati denunciati coloro che difendevano il verde, il clima, il decoro della città…».

Molti si sono chiesti su quali basi logiche, giuridiche o scientifiche possano avvenire scempi del genere.

 

Franco Tassi, Centro parchi internazionale