24 negozi disseminati su tutto il territorio nazionale e 32 proprietari che hanno preferito la collaborazione alla concorrenza, per la proposta ecologica di vendere prodotti sfusi e per la scelta di rimanere indipendenti dalle grandi catene o dai franchising
Collaborazione invece che concorrenza, sfuso al posto di confezionato, filiera corta anziché grande distribuzione. Sono queste le idee basilari che hanno unito molti piccoli negozi di sfuso italiani fino alla creazione di una rete nazionale indipendente. Una rete informale che si contraddistingue appunto per le ridotte dimensioni (si tratta spesso di realtà a conduzione familiare), per la proposta ecologica di vendere prodotti sfusi e per la scelta di rimanere indipendenti dalle grandi catene o dai franchising.
«I primi passi per la creazione della Rete sono stati fatti nel 2017 — spiega uno dei proprietari — e dalle prime 4 botteghe che hanno iniziato a collaborare siamo pian piano cresciuti fino ad arrivare alle odierne 24, e abbiamo ogni giorno molte richieste di nuovi ingressi da vagliare».
Le Piccole Botteghe Sfuse Indipendenti, attualmente rappresentate da 23 donne e 9 uomini, si incontrano sui social media e quotidianamente si scambiano informazioni sui fornitori, sulle normative, sulle problematiche legate alla vendita sfusa, ma anche sulle strategie di marketing o sulle tendenze del mercato. «Ogni tanto poi ci raccontiamo qualche aneddoto divertente sulla vita in bottega — dice un’altra proprietaria — o semplicemente ci facciamo gli auguri per nascite e compleanni. Del resto siamo persone vere, non macchine».
Quello che accomuna le diverse botteghe della rete paradossalmente è anche quello che le distingue: ciascuno è libero di scegliere i propri fornitori, privilegiando i piccoli produttori del territorio quando questo è possibile. «A differenza di un franchising che ti impone di prendere necessariamente i prodotti scelti dalla casa madre — dice una terza imprenditrice — noi scegliamo i contadini delle campagne intorno a noi, i laboratori di pasticceria delle vicinanze e gli apicoltori della provincia o della regione. E sono spesso loro a venire da noi oppure noi ad andare da loro, in un continuo scambio di consigli e informazioni che è davvero impagabile».
Oggi i negozi hanno deciso di uscire allo scoperto con una pagina Facebook (Rete Botteghe Sfuse) per raccontare ai propri referenti, non solo clienti ma anche vecchi e potenziali nuovi fornitori, la propria esperienza di successo continuando ad ampliare la collaborazione e l’offerta. E le richieste che stanno già arrivando di nuove botteghe desiderose di entrare a far parte della rete si moltiplicano ogni giorno, anche se non tutte hanno già i requisiti essenziali per l’ingresso, a cominciare dai due anni di attività e da un’offerta che preveda almeno il 70% di prodotti sfusi (per alcune botteghe si parla di un catalogo di oltre 500 prodotti sfusi).
(Fonte Papaveri di Mare)