Serve un cambio di marcia
Di scorciatoia in scorciatoia siamo arrivati all’attuale situazione. Nessuna decisione netta per la decarbonizzazione, per l’esclusione della plastica dalla catena dei consumi, per il rispetto totale, punto e basta, della natura… forse, se non ci saranno rinvii e aggiustamenti, qualcosa si inizierà a vedere per il 2030 o il 2050
- Articolo di presentazione
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Se c’è un campo dove spesso l’uomo eccelle, è quello delle scorciatoie. Sì, la democrazia, la rappresentatività, la legge… tutto va bene ma se si trova una scorciatoia è meglio: si risparmia tempo e forse anche denaro. Ma non è più tempo di scorciatoie.
Di scorciatoia in scorciatoia siamo arrivati all’attuale situazione: nessuna decisione netta per decarbonizzazione, esclusione della plastica dalla catena dei consumi, rispetto totale della natura, virata decisa verso l’economia circolare… forse, se non ci saranno rinvii e aggiustamenti, qualcosa si inizierà a vedere per il 2030 o il 2050.
In compenso si moltiplicano le targhe, le medaglie, le veglie, le manifestazioni per i ghiacciai che scompaiono, per le specie che si estinguono e si intervistano ancora negazionisti, si critica chi prende iniziative e si descrivono come d’incanto le cose che non vanno.
La grande informazione sembra scoprire ora quello che da tempo denunciavano ricercatori, professionisti, ambientalisti.
Un esempio fra i tanti. È proprio dell’altro giorno una dettagliata denuncia del pascolo abusivo che avviene in Abruzzo quando è da molto prima del 2010 che Franco Tassi, ha sempre denunciato il pascolo abusivo delle «vacche sacre» e noi stessi abbiamo pubblicato da anni più di un articolo/denuncia. Tassi, ex direttore del Parco nazionale d’Abruzzo, è stato massacrato e deposto sotto una montagna di accuse infondate. Ma da queste, ad una ad una ne è venuto fuori ed è stato completamente scagionato. Tassi era un ostacolo all’abusivismo edilizio, favoriva la salvaguardia degli animali del Parco contro caccia e bracconaggio e, in una parola, era contro le scorciatoie… E meno male che non l’hanno ammazzato come hanno tentato di fare con altri direttori di Parco. Così può continuare ad essere un testimone di una cultura ambientalista che stiamo perdendo.
Non è più tempo di scorciatoie. Non c’è più tempo per niente. Ora è il tempo di risposte dirette, non di aggiustamenti o di attese per nuove soluzioni.
E bisogna svegliare chi dorme e chi ne approfitta, scavando nelle macerie e rubando dai supermercati chiusi.
Le catene alimentari sono interrotte in più punti, gli equilibri della chimica dell’atmosfera sono instabili, la stessa cultura umana sta sfarfallando e procede a tentoni avendo dimenticato o volutamente ignorato chi condannava le scorciatoie.
Ora non resta che rimboccarci le maniche e ricostruire la casa.
Ignazio Lippolis