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orso marsicano
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È l’Orso bruno marsicano che sta affrontando una intolleranza inspiegabile, ingiustificata e pretestuosa contro gli animali selvatici configurando, piuttosto, un attacco frontale alla realtà dei parchi. L’ultimo lavoro di Franco Tassi, ripercorre questa vergognosa involuzione che sta attraversando il nostro Paese

Il Parco nazionale d’Abruzzo fu fondato nel 1922 per proteggere l’Orso bruno marsicano e il Camoscio d’Abruzzo. Ma l’uomo del XXI secolo pare l’abbia dimenticato ed in Italia si va diffondendo una intolleranza inspiegabile, ingiustificata e pretestuosa contro gli animali selvatici configurando, piuttosto, un attacco frontale alla realtà dei parchi.

Gli appetiti speculativi o imprenditoriali hanno un territorio esteso su cui organizzare i loro business, da aree abbandonate a interi paesi appenninici che sono veri gioielli dimenticati. E invece no, l’attenzione è per le aree marine e le aree protette, il che si spiega solo a causa di una diffusa ignoranza e insensibilità che ha portato anche in altri campi alla caduta verticale per il rispetto dell’uomo, della cultura e quindi dell’ambiente.

Per questo, Franco Tassi, responsabile del Centro parchi di Roma, ricercatore, scrittore e indimenticato direttore del Parco d’Abruzzo, dal 1969 al 2001, strenuo difensore della natura, ha opportunamente raccolto i suoi scritti più recenti dedicati all’Orso bruno marsicano. E non ha lesinato nel tempo le sue denunce come spesso noi abbiamo riportato sia pure in un generale silenzio.

Questa, ora, è una interessante e utile lettura per percorrere il lento sfilacciamento di questa incultura ambientale che in poco tempo ha distrutto quello che era stato faticosamente costruito continuando e arricchendo l’immagine dell’Italia come giardino d’Europa e riconosciuta a livello mondiale per la sua straordinaria biodiversità.

Dobbiamo proprio rassegnarci a questa sconfitta?

I. L.