L’ultimo lavoro di Franco Tassi con foto, documenti, racconti. Si può arricciare il naso finché si vuole ma dopo le scoperte della zebra a pois oppure del Saylyugem, l’orso che si credeva estinto, c’è poco da scherzare ed è anche da tenere presente che si va affermando un filone di ricerca archeologica basata sull’interpretazione dei miti e delle leggende
Franco Tassi è una personalità del mondo ambientalista fortemente attiva e fondamentale nel panorama italiano e non solo. Come spesso accade, facendo fede al concetto che nemo propheta in patria, anche lui non sfugge a questa sorte. Lasciamo stare tutte le sue vicende (nel nostro portale non è difficile trovare vari articoli) quello che colpisce di questo innamorato della natura è il suo spirito di ricerca che insieme al rigore ha coniugato anche la curiosità ed anche questa ha coltivato con rigore scientifico non avendo paura di andare controcorrente.
Fra tutte le sue indagini, quella che spiazza e lascia perplessi, di primo acchito, è la passione per la criptozoologia. Già nel 2008 pubblicammo alcuni suoi articoli ancora presenti nella nostra sezione di Criptozoologia e nel primo articolo ben documento spiega la genesi di questa vera e propria branca all’interno delle scienze naturali.
Si può arricciare il naso finché si vuole ma dopo le scoperte della zebra a pois oppure del Saylyugem, l’orso che si credeva estinto, c’è poco da scherzare ed è anche da tenere presente che si va affermando un filone di ricerca archeologica basata sull’interpretazione dei miti e delle leggende. Insomma, in parole povere, i grandi soloni e padroni della ricerca farebbero bene a scendere dai piedistalli autocostruiti prima che la realtà li faccia cadere rovinosamente. La ricerca è una materia seria che richiede dedizione, lavoro e, soprattutto, modestia e curiosità.
Scriviamo di criptozoologia perché Franco Tassi ha tirato fuori un volume dal titolo «Animali misteriosi. Viaggio tra gli enigmi della criptozoologia» (Stella Mattutina edizioni, pagine 166, € 24,00). Qui riprende in maniera sistematica la sua ricerca e ce la presenta ricca di documenti, racconti, foto, tracce.
Un viaggio affascinante e seguendo il suo istinto e la sua curiosità si attraversano passaggi storici della selva oscura perché poco nota e impenetrabile con presenze mitiche e inquietanti come il Lupo appenninico, l’Orso marsicano, l’inafferrabile Lince, l’avvoltoio degli agnelli o il leggendario Prolago, un coniglio selvatico dell’isola di Tavolara, ormai scomparso ma che qualcuno dice ancora di intravedere.
E a mano a mano che si dipana il velo della paura e dell’ignoranza si scorgono realtà sorprendenti.
Ma quanta fatica, quanto lavoro per poter far trionfare la conoscenza!
Il lavoro di indagine di Tassi è instancabile. Spazia per il pianeta affrontando e documentando curiosità e miti: dal mostro di Loch Ness alla piovra gigante, dallo Yeti al Celacanto, dal Regaleco alle scimmie di Bili.
Miti e realtà si alternano e in mezzo, imperturbabile, la cosiddetta scienza ufficiale. Per millenni si è parlato di piovre e calamari giganti ed invariabilmente la scienza ufficiale negava, ed ora si fotografano e si arenano sulle spiagge, forse nel vano tentativo di chiedere aiuto ad un uomo che è stato capace di alterare anche gli equilibri naturali delle profondità marine come ha fatto con quelle stratosferiche inquinando pure lo spazio.
Lasciamoci quindi guidare e prendere per mano da Tassi e ascoltiamo il suo consiglio: «L’unica cosa che chiedo all’amico Lettore è una mente aperta, vigile e pronta, con sincero interesse per questa “esplorazione” estrema, alle frontiere del mondo, della natura e della scienza», perché, come diceva Aldous Leonard Huxley, «i fatti non cessano di esistere solo perché vengono ignorati».
Ignazio Lippolis