Laghi scomparsi, estinti, misteriosi

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Lago Fucino Galleria delle Carte Geografiche (Musei Vaticani)
Lago Fucino così come appare nella Galleria delle Carte Geografiche (Musei Vaticani)
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La giornata geologica ha messo in luce l’importanza di presentare studi interdisciplinari che sono a cavallo tra geologia, storia, archeologia, geografia, un nuovo modo di fare ricerca geologica che può contribuire a scoprire elementi del nostro paesaggio fino ad adesso non evidenziati

Si è svolta la Seconda giornata di «Geologia e Storia. Laghi d’Italia scomparsi, sorgenti sacre e aree termali estinte». L’evento svoltosi presso la Società geografica italiana a Roma è inserito all’interno di una kermesse di eventi, sei i primi eventi divulgativi e scientifici riguardanti i rischi naturali, la ricerca storica e l’evoluzione geomorfologica del paesaggio programmati, voluti dal Dipartimento per il Servizio geologico d’Italia dell’Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale (Ispra), dalla Società geografica italiana e dalla Società italiana di geologa ambientale (Sigea).

La giornata ha messo in luce l’importanza di presentare studi interdisciplinari che sono a cavallo tra geologia, storia, archeologia, geografia, un nuovo modo di fare ricerca geologica che può contribuire a scoprire elementi del nostro paesaggio fino ad adesso non evidenziati.

È questo infatti il caso illustrato dal contributo «Evoluzione del Lago del Fucino tra bonifica e terremoto», contributo che ha prospettato tutti i nuovi studi storici e geofisici riguardanti la piana del Fucino e dell’antico lago, ricerche multidisciplinari che hanno portato all’individuazione dello spostamento del depocentro dello stesso.

Il contributo «Il lago di Turno e il lago di Giuturna: due laghi estinti nella provincia di Roma» ha invece evidenziato i resti dell’antico lago di Turno, un luogo storico dove sarebbe deceduto Turno Erdonio, eroe al tempo di Servio Tullio e giustiziato nello specchio d’acqua. Il lago cercato da sempre dagli storici è stato in passato confuso con quello di Giuturna presso Pavona, ma ora è una certezza che il lago esisteva ed era ubicato presso Pomezia, comune che potrebbe rivalutare quindi l’importanza storica del sito ormai abbandonato, sconosciuto e riscoperto grazie al giusto connubio tra storia e geologia.

Durante i lavori sono stati poi presentati i risultati di una ricerca che mostra come a Roma la circolazione idrogeologica profonda sia cambiata nel tempo. In epoca romana erano molte le sorgenti sacre (mineralizzate, termali, etc.) e le emanazioni di gas dal suolo che testimoniavano un territorio attivo e in connessione con un substrato profondo attraverso linee di faglia che operavano la risalita dei fluidi dal profondo. Il centro storico di Roma pertanto potrebbe essere attraversato da una lineazione, oggi tamponata dal tessuto urbano, che è stata la causa anche di sismi a bassa magnitudo.

Inoltre a Roma, come a Bracciano, si è scoperto come fossero presenti altre sorgenti sacre oggi dimenticate ma che sono state sacralizzate per migliaia di anni. Alti laghi, oggetto di ricerche, sono poi scomparsi nel territorio di Frosinone, di Latina, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.

La Seconda giornata di Geologia e Storia si è quindi conclusa con uno sguardo al cielo e al passato dove molte estinzioni di specchi d’acqua sono state causate dai cambiamenti climatici avvenuti durante il Quaternario, ma anche durante le variazioni climatiche avvenute negli ultimi 4000 anni. Eventi che vedono anche una possibile connessione con l’astrofisica.

In definitiva sei giornate studio, con tematiche che spaziano dai i rischi naturali ai laghi d’Italia scomparsi, dalle cavità sotterranee agli effetti al suolo sismo-indotti, dall’evoluzione della rappresentazione cartografica del territorio ai paesaggi geologici, che vogliono fare il punto sull’attuale stato delle conoscenze riguardo l’importanza delle fonti storiche e cartografiche per lo studio dei fenomeni geologici e degli eventi catastrofici naturali e che sono occasione per confrontarsi con il mondo scientifico e soffermarsi sull’importanza della multidisciplinarità delle ricerche scientifiche nonché sul breve confine che separa la geologia dalla ricerca storico-archeologica per l’attenta lettura del territorio.

Prossimo appuntamento a gennaio con la Terza giornata di Geologia e Storia: Cavità sotterranee nascoste o scomparse sotto il tessuto urbano, giornata che vedrà relazionare circa catacombe ed ipogei scomparsi e mai più ritrovati nonché argomentare sulle ultime scoperte archeologiche e sui nuovi metodi per individuare cavità sotterranee sotto il tessuto urbano per esempio di Roma, nella Città Metropolitana di Napoli, in Basilicata e in Calabria.

Elsa Sciancalepore