Attesa per il lancio di due satelliti «speciali»

2037
spazio
Tempo di lettura: 3 minuti

Uno è «Cheops», un satellite scientifico dell’Esa europea, che è il nuovo cacciatore spaziale di esopianeti, quelli cioè che orbitano attorno ad altre stelle della nostra galassia. L’altro satellite è il Csg-1, o Cosmo Skymed, di nuova generazione, guarderà invece proprio la nostra Terra, grazie ai suoi potenti radar

Il lancio è in programma per le 5 del mattino, ora italiana, del 17 dicembre. È una missione spaziale molto attesa, soprattutto in Europa e in Italia in particolare.

Lo scenario è quello della base spaziale di Kourou, in Guyana francese, dove un razzo vettore russo Sojuz dovrà salire veloce con una traiettoria ad arco sull’Atlantico, per mettere in orbita due satelliti che riguardano due settori del tutto diversi, ma altrettanto importanti.

Uno è «Cheops», un satellite scientifico dell’Esa europea, che è il nuovo cacciatore spaziale di esopianeti, quelli cioè che orbitano attorno ad altre stelle della nostra galassia. E che promette di aumentare in modo esponenziale il numero di questi pianeti, con i propri «occhi elettronici» puntati soprattutto su quelli detti «simil-Terre», cioè che si trovano in quella nota come «fascia di abitabilità». Quindi, in grado anche di ospitare forme di vita.

E se Cheops andrà a caccia di nuove Terre, l’altro satellite, il Csg-1, o Cosmo Skymed di nuova generazione, guarderà invece proprio la nostra Terra, grazie ai suoi potenti radar.

È infatti un satellite-radar dell’Agenzia spaziale italiana, tutto made in Italy, di nuova generazione, che segue i tre precedenti che si sono rivelati un successo. Di grande supporto per la Protezione Civile e per i servizi di soccorso su mezzo pianeta, i Cosmo Skymed, hanno permesso di velocizzare i tempi per gli interventi, contribuendo non solo a migliorare la logistica degli interventi stessi, ma soprattutto di salvare molte vite.

Dal ciclone Nargis, e il terremoto in Cina del 2008, passando attraverso lo Tsunami del 2013, i terremoti più recenti in Italia e fino all’ancor più recente situazione della laguna di Venezia, i Cosmo Skymed hanno sempre seguito con attenzione e minuto per minuto la situazione, scaricando i dati a terra, elaborati e processati da stazioni posizionate sul territorio italiano (comprese la Piana del Fucino e Matera), e guidando la «navigazione» terrestre dei mezzi.

I sensori radar a bordo dei satelliti consentiranno un monitoraggio costante, giorno e notte e con qualsiasi condizione meteorologica, rappresentando così la soluzione ideale per il territorio amazzonico, caratterizzato per gran parte dell’anno da piogge frequenti e nuvolosità costante.

Cosmo-Skymed, è una rete spaziale formata da quattro satelliti, il primo dei quali venne lanciato con un razzo americano Delta II dalla base di Vandenberg (California), il 7 giugno 2007. Il 9 dicembre successivo, verrà inviato in orbita il secondo satellite, e il terzo il 28 ottobre 2008, per essere preso in carico successivamente dalla stazione di terra italiana del Fucino. La rete è stata completata il 5 novembre 2010, sempre con lo stesso razzo vettore, del quarto ed ultimo satellite, sempre dalla base Usa di Vandenberg, in California.

Ora, parte la fase 2.0 con il lancio che questa volta avverrà da Kourou. Il principale strumento di bordo è una grande antenna radar, dalla sigla Sar, del peso di 600 chilogrammi, che opera in banda X, in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare. Il sistema è in grado di effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore. I satelliti sono stati realizzati dalla Thales Alenia Space, mentre Telespazio ha sviluppato l’intero segmento di terra ed è responsabile dell’acquisizione, processamento e distribuzione dei dati satellitari, commercializzati in tutto il mondo da e-Geos, per le applicazioni civili.

Finanziata dall’Asi (Agenzia spaziale italiana) dal ministero della Difesa e dal Miur, questa rete satellitare tutta made in Italy, è in grado di operare in qualsiasi condizione di visibilità con un’alta frequenza di rivisitazione. Consente, inoltre, di soddisfare esigenze civili e militari, con servizi e applicazioni per il monitoraggio dell’ambiente, il controllo del territorio e del mare, l’agricoltura, la difesa dei confini e la sicurezza.

Antonio Lo Campo