È la campagna per una proposta di legge popolare per bloccare i gas climalteranti che stanno accelerando i cambiamenti climatici. Massimo Scalia: «È opportuno sottolineare che il Decreto “Clima”, approvato l’11 dicembre scorso, non rivede l’obiettivo al 2030, che resta pertanto il “vergognoso” 33% del Piano nazionale energia e clima»
Ogni giorno si allunga la lista delle conseguenze dei cambiamenti climatici, L’ultima, di cui ancora i grandi media non ne fanno una informazione costante, è l’Australia che è avvolta da un calore eccezionale con danni appena all’inizio. In Italia sono notevoli e si aggravano i danni da piogge improvvise e consistenti che svelano sempre di più la fragilità del territorio e l’inefficienza di interventi idrogeologici.
Per questo sta avendo sempre più consensi l’iniziativa di una proposta di legge di iniziativa popolare affinché la riduzione dei gas serra al 2030 sia almeno del 55%.
«Dopo il fallimento della Cop25 di Madrid — scrive Massimo Scalia, primo firmatario della proposta — che ha obbligato lo stesso Segretario delle Nazioni Unite, Gutierrez, a dichiarare pubblicamente la sua delusione, l’imperativo a combattere il cambiamento climatico è divenuto ancor più cogente e assume sempre più il carattere di un impegno anche morale. È dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 che le Cop hanno segnato alti e bassi, registrando grandi passi in avanti e drammatiche battute d’arresto; non sarà quindi il nulla di fatto di Madrid a scoraggiare dalla lotta coloro che la stanno portando avanti in tutto il mondo ormai da decenni, come coloro che man mano si sono aggiunti convinti della gravità della situazione.
«Ci sentiamo ancora più determinati a recare il nostro piccolo contributo a una battaglia globale, e nel quadro italiano ci sembra un’azione efficace l’aver individuato in “Almeno il 55%” la parola d’ordine, e nella conseguente proposta di legge d’iniziativa popolare lo strumento, perché anche i cittadini si mobilitino obbligando il Governo ad azioni assai più coraggiose, coerenti con l’obiettivo di contrastare l’accelerazione del cambiamento climatico. È opportuno sottolineare, infatti, che il Decreto “Clima”, approvato l’11 dicembre scorso, non rivede l’obiettivo al 2030, che resta pertanto il “vergognoso” 33% del Piano nazionale energia e clima.
«Diventa — scrive ancora Scalia — allora di una qualche soddisfazione la diffusione che in tutto il Paese sta avendo l’appello che lanciammo a ottobre e la costituzione in varie regioni e comuni di Comitati “Almeno il 55%”, nella prospettiva di organizzarsi per la raccolta di firme per la PdL. Come pure la pubblicazione di una pagina Facebook a sostegno dell’iniziativa nazionale».
Si spera quindi che tutte le proteste e le invettive che si vedono su Facebook, trovino, in questa iniziativa, un corretto canale propositivo per sentirci partecipi di qualcosa di reale e non solo di un vuoto protestare.
R. V. G.