Sono finite le feste dell’ipocrisia

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pupazzi pina catino
Foto di Pina Catino
Tempo di lettura: 2 minuti

Auguri, vischio e regali insieme alle bombe, agli incendi, alle guerre… ma quando finiremo di prenderci in giro? Quando la parola civiltà rivestirà l’autentico significato che le appartiene? Dipende solo da noi e sappiamo anche che fare

Gli auguri di buone feste insieme alle bombe, i negozi pieni insieme a città sventrate dalle guerre, giovani che muoiono dopo una notte in discoteca e bambini in un paesaggio spettrale e da incubo infinito in cerca dei genitori… immagini di una realtà impietosa a cui ci siamo abituati, proprio come vuole il «mercato», come auspicano le «borse». Il dominio dell’ipocrisia per non disturbare gli andamenti del capitale.

E noi stiamo al gioco. L’eterno gioco del Bene e del Male.

Guardiamo gli aumenti del barile e dimentichiamo i continenti che bruciano, i ghiacciai che si sciolgono. E le associazioni ambientaliste e le fondazioni ecologiche, nel tentativo totalmente inutile di cavalcare il momento, si inseriscono con offerte buoniste per l’ambiente utilizzando gli stessi canali «commerciali».

Gli affezionati ai Social, che sembra vogliano cambiare e bruciare il mondo che non va, dove sono in questi giorni? Silenzio, qualche foto d’occasione luccicante e basta, dove sono tutti quelli che mettono i «mi piace» e che condividono tutto senza leggere?

Questa è la società che abbiamo costruito, basata sull’ipocrisia e sulla falsa credenza del potere della tecnologia. Senza accorgersi che non abbiamo fatto un solo passo avanti verso la civiltà ma solo verso la crescita, esattamente quello che si voleva. Perché siamo stati educati che la crescita, il benessere, la ricchezza, sono la felicità. E il cervello è stato anestetizzato, infatti, non ci accorgiamo che non siamo per niente felici.

«Viviamo in una società egoista, che fa schifo; il capitalismo non è un’idea, è una malattia che ci è passata nelle cellule, glielo dice un anticomunista». È questo il grido che lancia a 106 anni Boris Pahor, in una bellissima intervista pubblicata da l’«Espresso».

Che fare? Tutti lo sappiamo e ipocritamente ci chiediamo che fare. Che fare contro la droga? Non prenderla. Che fare contro le morti in strada? Guidare sobri e non correre. Che fare contro la plastica in mare? Non usare la plastica. Che fare contro lo spreco di cibo? Comprare solo quello che ci serve…

E, la soluzione finale è combattere l’ipocrisia.

I. L.