Acqua bene comune e la sua gestione sostenibile

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Si affronterà il tema dell’«acqua bene comune e la sua gestione sostenibile» nell’evento organizzato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Centro Sostenibilità Uniba (Cea4s), dal Centro studi per lo sviluppo sostenibile (Csss), dall’Ordine dei geologi della Puglia (Org), evento che vuole affrontare il Goal 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015

Le risorse idriche e il loro stato qualitativo e quantitativo rappresentano un obiettivo strategico generale ed è per questo che la loro corretta gestione risulta una priorità assoluta, specie in una regione come la Puglia, pressoché priva di acque superficiali e dove la principale disponibilità risiede nelle acque sotterranee.

Si affronterà il tema dell’«acqua bene comune e la sua gestione sostenibile» nell’evento organizzato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Centro Sostenibilità Uniba (Cea4s); dal Centro studi per lo sviluppo sostenibile (Csss); dall’Ordine dei geologi della Puglia (Org); evento che vuole affrontare il Goal 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015.

L’efficienza del sistema idrico rappresenta anche a livello nazionale uno dei tanti nodi irrisolti. Nel corso dell’ultimo anno infatti, evidenzia il Rapporto dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS 2019) non sono state adottate misure efficaci per diminuire la dispersione della risorsa e inoltre, nel marzo di quest’anno, la Commissione europea ha deferito nuovamente l’Italia alla Corte di Giustizia per il mancato trattamento adeguato delle acque reflue urbane.

In Italia, dopo un breve periodo positivo legato alla gestione dell’acqua, dal 2014 è cresciuto il numero di famiglie che denunciano l’inefficienza del sistema con, in generale, il Nord Italia che registra prestazioni migliori rispetto al Centro e al Mezzogiorno. La risoluzione Onu sull’acqua ricorda che «l’acqua potabile e per uso igienico, oltre ad essere un diritto di ogni uomo, concerne la dignità della persona, è essenziale al pieno godimento della vita, ed è fondamentale per tutti gli altri diritti umani» ed è per questo motivo che deve essere garantita a ogni individuo l’accessibilità all’acqua.

In Puglia la risorsa acqua è da sempre stata accumulata nel suo serbatoio sotterraneo che è andato però via via riducendosi in termini quantitativi e qualitativi legati sia al sovra-sfruttamento e ai cambiamenti climatici sia alla contaminazione da inquinamento e alla intrusione dell’acqua marina.

L’Org, presente durante la tavola rotonda con l’intervento del Presidente, Salvatore Valletta, è stato sempre attento alla gestione sostenibile di questa risorsa e non ha mai fatto mancare azioni di sensibilizzazione sul tema.

Quello che si evince oggi, nonostante l’aggiornamento in atto del Piano di Tutela della Acque da parte della Regione, è la scarsa conoscenza delle caratteristiche degli acquiferi, anche degli acquiferi superficiali che in alcune aree della regione rappresentano o possono rappresentare una importante risorsa idrica. Non si dispone di dati sul numero di pozzi né le entità dei prelievi, né si possiede una organica banca dati con ubicazione e informazioni sui punti di emungimento per uso idropotabile, irriguo, industriale, domestico e per usi diversi.

Perché anche se l’acqua sotterranea è considerata la più importante georisorsa rinnovabile che possediamo, non si può fare a meno di considerarla ad elevato rischio sotto molti punti di vista avendo pertanto il dovere morale, oltre che normativo, di «sfruttarla» in maniera sostenibile, al fine di preservarla e di garantirne nel tempo la conservazione nei suoi equilibri naturali.

E. S.